Brescia

Settimana di fuoco al carcere "Nerio Fischione", l'appello dell'Uspp

Madonia: "Oltre alla ingestibilità dei detenuti, insistono le croniche carenze che limitano i diritti e compromettono le condizioni di lavoro"

Settimana di fuoco al carcere "Nerio Fischione", l'appello dell'Uspp
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Si è conclusa sabato 22 aprile 2023 una settimana di fuoco alla Casa Circondariale di Brescia “Nerio Fischione”carcere cittadino più comunemente conosciuto come "Canton Mombello". Una serie di episodi che inducono l’USPP a definire così la settimana e ad affermare che la struttura è ormai fuori controllo.

Settimana di fuoco al "Nerio Fischione": le parole del segretario provinciale Uspp

Il dettaglio degli eventi è fornito da Antonio Moscato, Segretario Provinciale dell’USPP (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria) che, da quanto ha appreso, dichiara:

“Lunedì scorso, un detenuto ha aggredito due agenti colpendoli con pugni al volto; il giorno dopo, mentre si approntavano le operazioni per destinare un altro soggetto alla sezione isolamento per condotte precedentemente assunte, un congruo numero di detenuti ha letteralmente accerchiato il personale per impedire che il soggetto venisse trasferito di sezione. Intento riuscito e il soggetto sembra essere rimasto al suo posto, tale da destare molta preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Ancora contestazioni, nei giorni successivi, con cancelli danneggiati e camere incendiate. Ieri, un Ispettore di Polizia Penitenziaria è stato ripetutamente colpito da un soggetto con problemi psichiatrici, mentre i disordini vedevano anche lancio di oggetti contro il personale intervenuto, bombolette incendiate, oggetti metallici ed altro. Come sindacalisti e come lavoratori siamo vicini ai colleghi, ma anche seriamente preoccupati per il declino di questa struttura, nell’ambito della quale si sta evidentemente diffondendo un clima di ansia e tensione”

Le parole del segretario regionale Madonia

Sulla gravissima situazione bresciana interviene anche il Segretario Regionale dell’USPP, Gian Luigi Madonia che evidenzia come il controllo sia letteralmente sfuggito di mano:

“Quello che ci racconta il personale di Brescia non è affatto lontano da clima sommosse e gravi disordini, su cui evidentemente occorrono strumenti di contrasto straordinari. Sentir parlare di accerchiamenti del personale e continue aggressioni anche ai danni di figure di comando come Ispettori e Comandante - rammentiamo qualche settimana fa - lascia intendere che l’aggressione contro gli agenti è divenuta ormai ordinaria anche tra i detenuti, oltre che per tutti gli altri, Amministrazione e politica innanzitutto, ancora incapaci di arginare il fenomeno. Brescia, rappresenta l’emblema di come le strutture stiano ormai subendo un ribaltamento dei ruoli, in cui i detenuti si permettono addirittura di impedire le operazioni di servizio, specie uno spostamento di detenuto ad altra sezione, e lo Stato soccombe. Non sono da meno Istituti come Vigevano, Milano, Como, Pavia ecc., in cui oltre alla ingestibilità dei detenuti, insistono le croniche carenze che limitano i diritti e compromettono le condizioni di lavoro. A Vigevano, per esempio, risulta ormai sovente, che il personale sia chiamato a doppi turni – chiude con considerazioni e appelli Madonia – “abbiamo espresso fiducia nell’attuale Governo, ma è giunto il momento di concretezza. Le assunzioni annunciate, così come l’istituzione dei Medici della Polizia Penitenziaria, sono buone notizie, ma non devono distogliere l’attenzione dalla realtà che nel frattempo mette in serio pericolo il personale. Se la politica è davvero dalla parte dei poliziotti e la situazione non sta mutando, anzi peggiora, evidentemente va cambiato qualcosa nella gestione degli Istituti, così come bisognerebbe avvicendare periodicamente i vertici delle strutture, specie quelle che si mostrano inadeguate o inefficaci. Sulla gestione delle aggressioni, anche la recente circolare emanata dal DAP non sembra poter arginare il fenomeno. La presenza del DAP con il monitoraggio costante e la sensibilizzazione dei Direttori sulle procedure sanzionatorie, da sole non bastano per contrastare il fenomeno. Altro che protocolli operativi ! Per quanto ci riguarda, bisogna che qualcuno sia capace di illustrare, operativamente, cosa bisogna fare durante un evento critico o un’aggressione. Questo è quello che manca. In un contesto i cui ormai anche il trasferimento “punitivo” è diventato un palliativo, con il paradosso che lo stesso soggetto, in realtà diverse, assume comportamenti diversi. Ecco perché bisogna porre l’attenzione sulla gestione anche locale degli Istituti".

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