Sesso online tra maschere e scambisti

Sesso online tra maschere e scambisti

Scambismo? «Sì, mi piace un sacco». Comune per Comune , esistono dei luoghi ad hoc per i cultori della sfera sessuale. Per raggiunger le loro latitudini e longitudini un tom tom con voce femminile e  certa guida virtualmente  nel  «balocchificio spesso domenicale», che non è quello della «bambola» della porta accanto, perché belli come si è, nella propria autenticità e criticabilità etica, alla luce del sole, è arduo  mostrarsi e  l’ombrellone solamente in spiaggia nudisti non si ha. Se così non fosse , né l’intrigo nè il primo click conoscitivo sarebbero multimediali, sullo smartphone.

Il sexting, pratica che consiste nell’inviarsi sms ad alta gradazione erotica, è precursore del meeting reale e consente di esplorare il proprio interesse, orientamento e inclinazione sessuale, senza tabù.

Nel cyber sex, l’ affettività è comunicata con «emoticon», che sostituiscono intonazione e mimica, ma è reale in quanto ha effetti tangibili. Soddisfare i bisogni rapidamente ed efficientemente in società ghettizzanti: in uno spazio in cui si può giocare o sperimentare la propria identità. È una pratica di liberazione da ogni costrizione concettuale e fisica secondo una prospettiva anarchica e libertaria. Il cybersex non è un sostituto del sesso tradizionale, ma una modalità per potenziarlo e svilupparlo (nel bene e nel male) secondo modalità inconsuete o ancora per risolvere problemi quali la distanza o la ricerca di persone affini.

Sorpassata la storiche «vie dell’amore» come la sp83 o i «parcheggi hard», le virtual apps del play store fan da bacheca multimediale ad annunci pro incontri calienti. Le icone più popolari sono quelle di Tinder, Badoo e Meetic, ma non solo. I primi filtri sono il sesso, l’età, la posizione. Questi social ufficialmente accettano iscrizioni di maggiorenni e hanno l’opzione che abilita, come fosse un radar, la geolocalizzazione in base al loro quartiere per chattare e flirtare online anche a chilometro zero. L’iscrizione implica l’entrare a far parte di una «community» e trovare nella zona nuovi amici, che in realtà così nuovi non sono, poiché per il principio che il mondo è grande, ma lo pseudonimo è sempre lo stesso, il popolare panettiere è proprio quello sotto casa, come anche la parrucchiera, il professionista o il compaesano di alto rango.

Negli schedari pubblici ci son categorie per meglio individuare chi si vuole scovare: origine etnica, situazione matrimoniale, orientamento, tipo di corporatura, colore occhi, stipendio, colore capelli, alcol, tatuaggi, piercing, fumo , orientamento religioso ed educazione scolastica. Son filtri virtuali che pare possano garantire l’efficacia al proprio benessere psico sessuale, come fosse oggettivamente statica e per sempre immutabile la propria sagomatura del puzzle perfetto, doti sine qua non il divertente scambio di fluidi carnali non può verificarsi.

Anche poiché al posto x, all’ora y, se si incontrano è solo grazie a una pre selezione, altrimenti al caso dell’«amore è cieco» o al destino non ci si arriva. È predestinazione, ci si cerca, con il lanternino, ci si chiama per nickname, più che vezzeggiativi, perchè il «nomignolo» garantirebbe l’anonimato.

M.C., persona attratta dal cybersex, dichiara timidamente: «avevo sofferto di depressione, ansia e una bassa autostima cronica, ecco perchè volevo l’ anonimato; mi galvanizzava entrare in contatto con qualcuno senza essere riconosciuti; la sensazione di essere deresponsabilizzati, vivevo i desideri più nascosti, le cose di cui vergognavo».

Nei confessionali delle community, camere virtuali, gli alias circoscrivono e delineano ruoli specifici: toy boys (ragazzi oggetto) con allegato anno di nascita, cockolds (partner che desiderano assistere masochisticamente e passivamente all’invasione nel letto coniugale da estranei), Milf (donne che hanno già allattato, granny (donne di terza età), step daddy (patrigni ) e tutto il restante albero genealogico. Iscrivendosi in determinate pagine di Facebook, il riscontro di non essere più soli, la conferma che pur essendo una minoranza non si è poi così strani, dà forza al soggetto e ne alimenta la fantasia. Il riconoscimento di gruppi «devianti sessualmente», rende alcune perversioni più accettabili. I meccanismi psicologici di giustificazione morale vengono rafforzati dalle dinamiche di adesione al gruppo secondo il principio del «la colpa di tutti è la colpa di nessuno». Comportamenti considerati, impensabili, inaccettabili e indicibili, divengono accettabili e condivisi, fornendo un appiglio, un prologo per la loro realizzazione futura. Il soggetto è legittimato dal gruppo… (segue parte2)