Danno ambientale

Sequestrato impianto di compostaggio: 250mila tonnellate di rifiuti abusivi, oltre 7milioni di profitti

Fertilizzanti contaminati da plastica e idrocarburi, il materiale ceduto, come fertilizzante ma privo dei requisiti stabiliti per legge, gratuitamente o al massimo al prezzo di un euro per tonnellata ad altri agricoltori

Sequestrato impianto di compostaggio: 250mila tonnellate di rifiuti abusivi, oltre 7milioni di profitti

Sequestrato impianto di compostaggio: 250mila tonnellate di rifiuti abusivi, oltre 7milioni di profitti.

Impianto di compostaggio sequestrato a Ghedi

É scattato oggi (mercoledì 15 ottobre 2025) il sequestro di un impianto di compostaggio a Ghedi da parte dei carabinieri dei Nuclei Forestali di Brescia e Vobarno e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Verolanuova, una zona in questione occupa una superficie di circa 9.600 metri quadrati.

Ma procediamo con ordine: il sequestro rappresenta l’atto conclusivo di una impegnativa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia: l’amministratore unico della ditta risulta ora indagato per il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Nel periodo fra il 2019 e il 2024 l’azienda, nell’ambito di contratti d’appalto stipulati con varie società multiutilty, avrebbe generato profitti pari ad oltre 7milioni di euro e ritirato circa 250mila tonnellate di rifiuti vegetali poi sottoposti ad un apposito trattamento volto a rimuovere materiali estranei quali plastica, vetro e metalli poi trasformate in sostanze utili per l’agricoltura. Tale attività, però, non è stata mai eseguita e ciò ha consentito all’azienda di moltiplicare i profitti.

Materiale smaltito illecitamente

Il danno ambientale che ne è derivato non è di poco conto: il materiale così ottenuto, infatti, contaminato da plastiche ed idrocarburi con concentrazioni fino a 12 volte superiori ai limiti di legge, è stato poi ceduto gratuitamente o al massimo al prezzo di un euro per tonnellata ad altri agricoltori. A questi ultimi, ingannati, veniva venduto come fertilizzante anche se privo dei requisiti previsti dalla legge. Di fatto l’azienda in questione, cedendolo agli agricoltori, lo ha destinato allo smaltimento illecito sui terreni agricoli.

Le parole del sindaco

“Si tratta di una questione di competenza della Provincia di Brescia e in merito alla quale non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione – ha dichiarato il sindaco di Ghedi Federico Casali – Posso comunque dire che, in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini che si riferivano espressamente agli odori che venivano percepiti nella zona, la nostra Amministrazione si è già attivata per aprire un tavolo con Arpa e, appunto, Provincia. Questo tavolo è tuttora aperto e ci consentirà di tenere monitorati al meglio gli sviluppi dell’intera vicenda.”