Seconda ondata Covid: il picco tra dicembre e gennaio
La testimonianza del professor Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di Virologia, ospite del Rotary Cortefranca Rovato.
di Stefania Vezzoli
Riflettere, con cognizione di causa, su passato, presente e futuro della pandemia di Covid-19. Era questo l’obiettivo della serata promossa martedì dal Rotary club Cortefranca Rovato che, per rispondere alle preoccupazioni e ai tanti dubbi che ancora circondano il virus, ha invitato uno dei maggiori esperti in materia: il professor Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di Virologia.
Seconda ondata Covid: il picco tra dicembre e gennaio
Per il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia degli Spedali Civili di Brescia bisogna aspettarsi una seconda ondata. "L’influenza Spagnola ha fatto 50 milioni di morti su circa un miliardo di persone, e la seconda ondata è stata peggiore della prima - ha sottolineato durante la serata ospiatta al ristorante Pio Nono - La prima ondata è preparatoria a una seconda, poi ci sarà l’immunità di gregge. Quindi bisogna difendersi perché l’immunità arrivi gradualmente: se la situazione diventa drammatica, la sanità non regge. Come si ottiene questo? Con le mascherine, lavandoci le mani e distanziandoci. Tra ottobre e novembre avremo gli stessi numeri degli altri Paesi europei, bisogna lasciare che il tempo faccia il suo lavoro ed essere responsabili, ognuno per se stesso. Il picco massimo sarà tra dicembre e gennaio". L’unica via alternativa per fermare i contagi sarebbe il vaccino. "Un vaccino efficace darebbe un’immunità artificiale. Ma io non sarei così ottimista", ha rivelato, ricordando che per molte malattie i tentativi di trovare un vaccino sono falliti.
Attenzione a fake news e disinformazione
Puntare il dito contro qualcuno non serve a niente. Purtroppo molti errori sono stati fatti, sia nella fase iniziale della pandemia che più avanti, perché anche gli uomini di scienza si sono trovati a combattere contro un nemico sconosciuto. E’ innegabile però che la cattiva informazione ha fatto la sua parte. "Ci sono tanti virologi bravi, che lavorano bene - ha precisato il dottor Caruso - Ma spesso quelli che in tv vengono presentati come virologi, non sono tali: sono infettivologi, immunologi o altro ancora. E così i virologi vengono accomunati a persone che fanno spettacolo: ma questa non è divulgazione". Si è detto che non ci si ammala tra asintomatici e questo ha evitato la quarantena per chi entrava in Italia perché il controllo si limitava alla misurazione della temperatura; si è detto che le mascherine andavano usate solo da chi era malato. "Io ero l’unico a dire che le mascherine dovevamo usarle tutti - ha spiegato - Ho scritto al ministro della Ricerca e a Conte: ma è possibile che nel Comitato tecnico scientifico non ci sia un virologo?". A posteriori, si stima che il Covid-19 circolasse già a dicembre. "L’infezione è dilagata senza controllo, nessuno di noi sapeva di avere in casa il virus", ha precisato. Il progredire della ricerca ha sfatato l’efficacia di alcune cure, dalla clorochina alla plasmaferesi, ma le fake news sono sempre dietro l’angolo. "Il vaccino antinfluenzale, ad esempio, non ha alcun effetto sul Covid - ha precisato il virologo - Non esistono farmaci che fanno alzare le difese immunitarie".
"Abbiamo il dovere di proteggere le persone fragili"
Il virologo Arnaldo Caruso non intende alimentare l’allarmismo, ma sensibilizzare le persone al rispetto delle norme anti contagio. "Non sappiamo chi colpirà e dove, ma sappiamo che ci sarà una seconda ondata e speriamo di poterla tamponare. Io conto sulla paura degli italiani. E questo non significa che non ci siano i mezzi per migliorare la cura, anzi, ci sono farmaci che si stanno rivelando efficaci. Ma su questo abbiamo il dovere di lasciare parlare le Università. Il primo compito che abbiamo tutti è proteggere le persone fragili... E invece siamo andati a mettere nelle Rsa le persone col Covid". Oggi del Covid-19 si sa che è una vasculite e che la polmonite è una conseguenza. "Stiamo capendo di più, arriveremo a buoni farmaci antivirali - ha sottolineato - Se ci lasciano lavorare senza pressione, la primavera del prossimo anno avremo terapie valide e le giuste conoscenze. Dobbiamo temporeggiare e resistere". Il Covid-19 non colpisce solo gli anziani, ma anche chi, per le ragioni più svariate, ha un sistema immunitario indebolito. Su questa debolezza possono incidere diversi fattori: lo stress, ad esempio, incide negativamente sulla capacità di reagire a un’infezione. "Le difese immunitarie basse, anche temporaneamente, aumentano il rischio - ha sottolineato - La malattia più terribile è quella che si trasmette per via aerea. Nella stagione fredda l’immunità mucosale è più debole, stiamo di più al chiuso e il virus riempie gli ambienti". Le raccomandazioni sono sempre le stesse: distanziamento, lavarsi le mani e indossare la mascherina, nell'attesa che la scienza faccia la sua parte.