Salò: la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini torna sui banchi del Consiglio
La proposta è stata avanzata dalla maggioranza e se ne discuterà durante la seduta in programma mercoledì 26 febbraio

Revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini : se ne discuterà nel corso del prossimo Consiglio comunale a Salò in programma mercoledì 26 febbraio 2025.
La proposta avanzata dalla maggioranza
Ad avanzare tale proposta è stata la maggioranza nel corso della riunione dei capigruppo che si è tenuta lunedì 17 febbraio 2025. Sulla questione il primo cittadino Francesco Cagnini ha dichiarato:
«Per rispetto del Consiglio comunale al momento preferisco non entrare nel merito della questione, se ne discuterà il 26 febbraio. Tengo a precisare che, nel frattempo, il nostro lavoro continuerà con la consueta determinazione e con tanti progetti in corso».
Questione già affrontata in passato a Salò
Un tema che la città di Salò aveva già avuto modo di affrontare nel corso del Consiglio comunale dell'8 aprile 2019, particolarmente sentito essendo stata la città benacense la sede di ministeri durante la Repubblica Sociale Italiana nota anche come Repubblica di Salò. Quella sera a presidiare la zona del Municipio decine di poliziotti, carabinieri e Digos per un totale di 52 uomini in divisa e altri in borghese. Davvero tante le persone che presero parte al consiglio comunale, numerosi, inoltre, coloro che attesero fuori dal municipio al di la delle transenne.Il decreto di conferimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è datato 23 maggio 1924, ad attribuirlo non il Consiglio comunale, che era stato sciolto, ma il commissario prefettizio Salvatore Punzo , inviato nella cittadina gardesana nel 1919 per fondare la sezione del partito fascista. Ecco perché viene considerato una sorta di autoconferimento. Un decreto che venne riportato all'attenzione nel 2019 appunto quando Stefano Zane, allora consigliere e capogruppo del gruppo di minoranza Scelgo Salò, nipote dell'ex sindaco Francesco , partigiano e senatore Dc, presentò una mozione chiedendo la revoca della cittadinanza come «gesto dal grande significato simbolico» da parte del Consiglio comunale dell'allora sindaco Giampiero Cipani . Nel Consiglio comunale dell'8 aprile 2019 l'allora maggioranza all'unanimità fece appello all'art.58 del regolamento del Consiglio Comunale proponendo una questione di «ordine pregiudiziale e sospensiva» rinviando al prossimo consiglio comunale dopo le elezioni amministrative la discussione. E così fu: nel gennaio 2020 la mozione fu riproposta dalla nuova minoranza Salò Futura e sottoscritta da Giovanni Ciato ,Manuela Zaminato e Francesco Cagnini, oggi sindaco. La mozione fu respinta con 14 voti contrari, la maggioranza di Cipani, e 3 favorevoli, i firmatari.
L'allora capogruppo di maggioranza Gualtiero Comini motivò così la decisione:
«Riteniamo la proposta strumentale e anacronistica. Altra motivazione si rifà alla volontà di non voler ripristinare un istituto che, nel diritto romano, era definito “damnatio memoriae”. Quest'ultima comprendeva il fatto che ogni statua, monumento o documento che si richiamava al condannato doveva essere distrutto. Parlando di Mussolini verrebbe la tentazione di applicare questa condanna. Ma se la cittadinanza venisse revocata oggi, dopo oltre 90 anni, non avrebbe senso e rischierebbe di fare dimenticare gli errori del Ventennio fascista. La storia, invece, è memoria e non può essere cancellata».