Non è tanto per il valore economico, seppur non indifferente. Nemmeno ce lo vuole dire Ersilio Ambrosini, presidente del Teamlife di Chiari, vittima di un furto avvenuto la scorsa settimana e raccontato tra le pagine di ChiariWeek, quando una banda di ladri ha rubato dal suo garage cinque biciclette. Il prezzo passa in secondo piano, non è questo il punto. Il punto è che quelle bici, di valore o meno, erano «modellate» per adattarsi alla disabilità di Ambrosini, un mezzo per affrontare la sua quotidianità ma anche per promuovere le attività della sua associazione, che da anni coniuga lo sport al sociale.
Rubate le bici «speciali» del presidente del Teamlife di Chiari: «Erano la mia libertà»
«E’ come se avessero rubato la carrozzina a una persona che non può camminare», ha commentato con amarezza il clarense che anni fa, a causa di un tumore, ha quasi completamente perso la funzione motoria. Una limitazione che non ha fermato Ambrosini, tornato in pista, anzi in sella a quei mezzi «frutto di sacrifici e rinunce», acquistati e modificati per sostituire l’arto mancante con due ruote.
Le compagne di ogni giorno, rubate nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio sotto gli occhi del clarense.
«Hanno colpito alle 2.30 di notte, scavalcando una rete di tre metri: io mi sono accorto perché il cane ha iniziato ad abbaiare», ha raccontato il clarense, che affacciato dalla finestra della sua cascina, non potendo intervenire, ha assistito impotente a tutta la scena. Ha gridato, subito ha avvisato i carabinieri, ma nonostante tutto la banda («erano più persone in tenuta estiva, con i pantaloncini corti») in pochi minuti è entrata nella rimessa, ha staccato i mezzi appesi alle pareti e ha riscavalcato la rete con le biciclette sulle spalle, quasi indifferenti all’animale che cercava di fermare gli intrusi.
La denuncia e la raccolta fondi
E’ stato un furto su commissione. Su questo Ambrosini, che ha subito sporto denuncia ai carabinieri della Compagnia di Chiari, non ha dubbi. Così come è impossibile togliersi dalla testa un chiodo fisso, la consapevolezza «che a dire ai ladri dove si trovavano le bici possa essere stato qualcuno che in questi mesi, per mille motivi, è passato per casa mia», ha continuato il presidente di Teamlife, di cui le sue biciclette erano quasi l’emblema. «Ho speso denaro ed energie per modificarle, adattandole alle mie necessità, le usavo ogni giorno per muovermi, per andare al lavoro, erano la mia libertà ma anche il mezzo che utilizzavamo per promuovere i progetti di Teamlife a favore delle persone con disabilità»: iniziative che nonostante il duro colpo non si fermeranno, anzi. In cantiere c’è il progetto «Oltre», una serie di escursioni per «superare i limiti della “normalità” nella disabilità, dedicata ai disabili motori e a qualsiasi persona che stia affrontando delle difficoltà nel fisico e nella mente», si legge sul sito.
C’è amarezza, ma anche tanta voglia di andare avanti condivisa dagli amici e dalle tante persone e associazioni da tutta Italia che negli anni hanno collaborato con Ersilio. Non è una questione economica, ripete, ma la solidarietà si è concretizzata lo stesso in un crowdfoundìng promosso da Fabio Galli di Novobike, realtà brianzola. «Ersilio ha dedicato la sua vita agli altri, quelli meno fortunati: per la prima volta, gli altri, possono fare qualcosa per lui», si legge sulla pagina facebook. E’ possibile donare all’Iban IT67L0851454340000000151945 intestato a Teamlife, con la causale è «bici x Ersilio».