Rsa: 40milioni da Regione per le case di riposo in sofferenza
La situazione nelle strutture residenziali e nelle Rsa in particolare, già complicata dalla pandemia, si è aggravata e in supporto è arrivata la vicepresidente della III Commisione Sanità, Simona Tironi.
La situazione nelle strutture residenziali e nelle Rsa in particolare, già complicata dalla pandemia, si è aggravata a causa della perdita di molte professionalità, soprattutto infermieristiche, e a causa del caro bollette: le più piccole, come sta già accadendo in Veneto e in Piemonte, sono addirittura a rischio chiusura. In supporto delle case di riposo, dunque, si è schierata la vicepresidente della III Commisione Sanità, Simona Tironi.
Rsa: 40milioni da Regione per le case di riposo in sofferenza
Capisco la paura e la preoccupazione generale da parte delle famiglie, che in una situazione economica già molto delicata, temono di non poter riuscire a far fronte alle spese dei propri cari anziani e disabili. Nel corso di questi anni, e nello specifico degli ultimi sei mesi, durante le numerose visite istituzionali che ho effettuato presso le nostre RSA e comunità residenziali bresciane, ho avuto modo di recepire le problematiche dei presidi sociosanitari, che versano in gravi difficoltà, e soprattutto, di ascoltare le richieste delle famiglie. Il timore percepito dalle famiglie è proprio quello di non poter sostenere il costo delle rette per le residenze sanitarie, che nella nostra provincia di Brescia contano 86 RSA, per un totale di circa 7500 posti letto.
è quanto spiegato da Simona Tironi, Vicepresidente della Commissione III Sanità e Politiche Sociali.
L'intervento di Regione
Come Regione Lombardia abbiamo destinato quasi 40 milioni di euro proprio per venire incontro a tutta la rete delle unità di offerta sociosanitarie residenziali e semiresidenziali e domiciliari, destinate a persone anziane e con disabilità, che rischierebbero di cessare la propria attività o di erogare servizi inefficienti; ma anche per aiutare tutte quelle famiglie su cui viene scaricato l’impatto dell’aumento dei costi, visto che il servizio di assistenza si regge in larga misura sulla loro compartecipazione alla spesa. L'impegno di Regione è sempre stato, e rimane tutt’ora, massimo, perché una regione attenta e vicina al mondo sociosanitario è indispensabile per poter mettere a terra un progetto che possa sostenere i propri cittadini in modo reale e concreto.
A questo proposito Tironi, propone l’apertura di un tavolo di confronto bresciano con gli enti erogatori, seguendo il modello Brescia, già adottato con efficacia per diverse situazioni di cronicità, in modo da studiare un possibile disegno di revisione delle schede sosia e del minutaggio settimanale:
Con la messa a terra di questo progetto virtuoso, come si è rivelato il “Modello Brescia”, il mio impegno punterà a supportare le strutture nel difficile compito di governo aziendale post covid e far sì che i rincari dell’energia delle strutture, gravino sempre meno sul bilancio delle famiglie. L’obiettivo è quello di monitorare i dati economici, organizzativi e di servizio delle strutture dell’offerta sociosanitaria e di valutare la qualità e l’intensità del servizio, per cui laddove serva, vengano aggiornati gli standard dei minutaggi assistenziali, rivisti i requisiti di accreditamento.
Necessarie le nuove assunzioni
Infine, la vicepresidente Tironi ha puntato i riflettori su un'ulteriore e importante questione, quella delle assunzioni.
Imprescindibili sono le nuove assunzioni necessarie per il mantenimento e la fruizione dei servizi delle Rsa, puntando sulla qualità degli stessi, che passino attraverso il rispetto dei diritti del lavoro a partire dai contratti nazionali. Mi rimetto quindi anche al Governo, considerata la materia di sua competenza: che si faccia carico ulteriormente di aiutare questo comparto, punto di riferimento essenziale per le famiglie di anziani, disabili e minori in difficoltà.