Sanità

Riforma sanitaria a Rovato: salvi consultorio e guardia medica

Alle rassicurazioni da Regione e Asst nell'incontro in Municipio si sono contrapposte le perplessità del sindaco.

Riforma sanitaria a Rovato: salvi consultorio e guardia medica
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La Riforma sanitaria, approvata con la legge regionale 22 del 14 dicembre 2021, porterà tante novità sul territorio. L’obiettivo, come più volte ripetuto durante l’incontro ospitato mercoledì sera nella sala del Pianoforte del Municipio dal consigliere regionale e vice presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Simona Tironi, è il potenziamento dei servizi anche se, secondo il sindaco Tiziano Belotti, le esigenze del territorio che comprende Rovato e i paesi limitrofi sono state "ignorate". Non è mancata qualche polemica durante la tappa rovatese del tour di presentazione dei Servizi socio sanitari e dei cambiamenti introdotti dalla Riforma. Questo perché a Rovato non vedrà la luce né una Casa della comunità, né un Ospedale di comunità (due nuove tipologie di struttura introdotte dalla legge) e, soprattutto, rischiava di vedersi portar via, perché appunto delocalizzati a Chiari, due importanti servizi: il consultorio e la Guardia medica. Un trasferimento che invece, stando agli interventi di Simona Tironi e di Giuseppe Solazzi, direttore socio sanitario dell’Asst Franciacorta, sarà evitato sicuramente per il consultorio e molto probabilmente anche per la continuità assistenziale.

Riforma sanitaria a Rovato: "I servizi non saranno depotenziati"

Simona Tironi ha sintetizzato con estrema chiarezza lo spirito e gli obiettivi della Riforma, che punta a mantenere l’ospedale come punto di riferimento per le acuzie e i ricoveri e non per il percorso ambulatoriale, delocalizzato in nuove strutture (appunto le Case della comunità). Sull’individuazione degli edifici in cui collocare tali servizi hanno però influito in maniera determinante le linee guida del Pnrr. "Gli investimenti vanno fatti solo su edifici pubblici, non possiamo investire in fondazioni o immobili privati e questo esclude una fetta di strutture - ha spiegato - Nelle Case della comunità il cittadino troverà le prime risposte ai bisogni di salute, che sono cambiate durante questi due anni di pandemia, e anche la parte socio-sanitaria. Dove non saranno realizzate queste strutture andremo a favorire gli ambulatori socio-sanitari. Nelle Case della comunità vanno messi i consultori e le Guardie mediche, ma su quei territori dove questi servizi ci sono già non li vogliamo portare via: i servizi non saranno né depotenziati né trasferiti".

Il consultorio di Rovato: i numeri di un servizio che funziona

La decisione di mantenere a Rovato il consultorio è supportata dai numeri che sono stati forniti dal dottor Solazzi.

"Abbiamo a Rovato un consultorio molto importante che lavora parecchio. Diamo Assistenza domiciliare integrata e nel 2021 sono state erogate 52mila prestazioni in Franciacorta, di cui quasi 14mila a Rovato, Coccaglio e Castrezzato; per l’assistenza domiciliare Cure palliative abbiamo effettuato 7mila prestazioni in Franciacorta, di cui 3.371 nei tre Comuni sopraccitati; nel 2021 sono stati effettuati 2.600 pap test, un numero che ha risentito della pandemia (su 220 inviti settimanali ne vengono 80). Nel 2021 abbiamo vaccinato 1.600 bambini, inoculando 2.600 vaccini. Per il Sert, le persone con dipendenza da droghe sono state 209, 50 da alcool e 93 con problemi di patente. Il consultorio famigliare ha erogato 5.500 prestazioni ed effettuato 2.250 colloqui con l’utenza e 670 visite ginecologiche".

Solazzi ha rimarcato l’investimento (da 100mila euro) fatto da Asst per passare dal pap test a vetrini a quello in fase liquida, una metodica molto più avanzata.

Farmacie e medici di base

Il presidente dell’Ordine dei farmacisti Francesco Rastrelli ha ripercorso il ruolo sempre più centrale delle farmacie, divenute dei veri centri socio-sanitari polifunzionali, mentre Nicola Bastiani, medico di Medicina generale, ha evidenziato le potenzialità della Riforma sia nella gestione dell’acuto, ampliando gli orari di apertura coordinando i medici e migliorando l’accessibilità alla continuità assistenziale, sia nella gestione del cronico, migliorando la comunicazione e avvicinando medici di base e specialisti. Dalla platea due medici di famiglia rovatesi, Pier Giuseppe Massetti ed Enzo Loda, hanno però evidenziato forti criticità. «Di fronte a 12 ore di lavoro al giorno, per 3/4 visitiamo e per le altre facciamo i burocrati», ha lamentato Massetti, sottolineando anche le poche tutele previste dal contratto. «Siamo oberati di lavoro, non ce la facciamo più - ha proseguito Loda - Sentire dire dalla vicepresidente della Regione Letizia Moratti che i medici di base lavorano poco è stata un’offesa».

Un Ospedale di comunità in casa di riposo?

Il presidente della casa di riposo "Lucini Cantù" Giacomo Fogliata ha rimarcato il grande lavoro svolto dalla fondazione rovatese: "Abbiamo 26 posti di sollievo, 15 dei quali sono occupati da persone che hanno subito acuzie. Ci facciamo carico noi e le famiglie dei costi. Visto che a Rovato non c’è la possibilità di fare un Ospedale di comunità, non si può fare una convenzione con la nostra Rsa, che oltre a prestare assistenza alle persone anziane già eroga altri servizi?". Un punto su cui Simona Tironi ha assicurato che Regione "sta già lavorando".

Le accuse del sindaco

Dopo aver ribadito la "generosità" del Comune di Rovato, che ha messo a disposizione 10mila metri quadrati per il centro tamponi, il sindaco Belotti non ha nascosto le sue perplessità:

"Se la Guardia medica venisse trasferita nella Casa della comunità (a Chiari ndr) significherebbe perdere un servizio che voi avete voluto a Rovato perché c’era un’esigenza territoriale. Mi era stato detto la legge è questa e questo si fa, stasera apprendo che invece il servizio potrebbe restare anche qui e questo mi fa piacere, non mi fa piacere che il dottor Solazzi elenchi i servizi che già ci sono a Rovato, che sono necessari, e che adesso che c’è la Riforma si dica che restano. Punto. Cosa atterra dunque sul nostro territorio con questa Riforma? Mi sento umiliato. Se un territorio ha delle esigenze, vanno date delle risposte, non vanno ignorate".

Piccata la replica della consigliera Tironi:

"Non è che perché non c’è una Casa della comunità che quella fetta di popolazione è dimenticata, agli altri territori non mancherà niente. A Rovato i servizi restano e li potenzieremo. Sulla guardia medica, visti i numeri, l’impegno è preciso, la sfida più grande è quella del personale".

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