calcinato

"Riesumate" le concessioni sulle tombe di famiglia, che per il Comune non c'erano

Con la scusa delle concessioni ai titolari era stata richiesta una somma per regolarizzare una posizione che da regolamento risulta perpetua

"Riesumate" le concessioni sulle tombe di famiglia, che per il Comune non c'erano
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«Le concessioni non esistono». E’ stata fin dall’inizio la risposta del Municipio sulla questione delle tombe di famiglia e relative concessioni. I titolari delle cosiddette piramidi erano stati convocati in Municipio per discutere, non senza sorpresa, della durata delle loro tombe di famiglia. Data la natura, appunto di tombe di famiglia, la loro durata si pensava che fosse eterna, o meglio perpetua come cita il regolamento di Polizia mortuaria. Ma secondo il Comune no.

A riesumarle il calcinatellese Dario Allegri

Durante quegli incontri, infatti, ai concessionari delle piramidi era stata richiesta una somma per regolarizzare una posizione che risultava non più idonea. Ma i documenti, cioè le concessioni necessarie a certificarne le date e i dati dei proprietari, secondo il Municipio non esistono. Invece qualcuno le ha riesumate ed è il calcinatellese Dario Allegri nell’ambito di una ricerca svolta nell’Archivio storico del Comune di Calcinato e l’Archivio di Stato di Brescia.

La nascita del cimitero di Calcinatello

La storia ricostruita da Allegri parte dalla fine del 1800, quando il Comune di Calcinato era proprietario di un solo cimitero, quello del capoluogo, lì venivano seppelliti anche i defunti di Calcinatello. Erano gli anni in cui la Chiesa della frazione di Calcinatello diventava una parrocchia indipendente e poteva finalmente celebrare anche i funerali, una funzione prima riservata alla sola Parrocchia di Calcinato. Nel 1895 un gruppo di capifamiglia di Calcinatello si organizza per ricostituire la «Commissione per la costruzione del Cimitero di Calcinatello». L’istanza di autorizzazione alla costruzione di un proprio cimitero per la frazione viene inviata al Consiglio Comunale agli inizi del 1895 corredata dalla relazione e disegno planimetrico dell’ingegnere Antonio Boschetti da Montichiari.
«… La considerevole distanza che separa l’importante frazione di Calcinatello dall’attuale Cimitero Comunale, rende assai disagevole il trasporto dei defunti... » - recitava la relazione da sottoporre al Consiglio. La decisione avvenne anche con la spinta ricevuta attraverso la donazione di Mazzoni Pietro fu Giuseppe dell’area necessaria alla costruzione del Cimitero.  Il progetto viene approvato il 20 Agosto 1896 solo dopo i lavori di bonifica del terreno donato, ritenuto non idoneo alle inumazioni per la presenza di ghiaia e grossi sassi, eseguiti dagli abitanti del luogo. Dal 3 settembre 1897 con comunicazione del Prefetto cominciano le prime sepolture e gli abitanti grazie alla intraprendenza e alla generosità di un gruppo di capofamiglia hanno un cimitero per seppellirvi i morti della frazione.

La donazione del cimitero al Comune da parte di Pietro Mazzoni

Il 20 gennaio 1899, Mazzoni Pietro, il proprietario dell’area sul quale venne costruito il Cimitero muore e la figlia Giulia assecondando le ultime volontà del padre al cospetto del notaio Ferruccio Bossoni, il 14 gennaio 1909 dona al Comune di Calcinato l’area sulla quale è stato costruito il Cimitero. Da subito vi furono da parte degli abitanti della frazione le prime richieste di poter erigere nel cimitero «monumenti di famiglia» e nei documenti degli archivi numerose sono le tombe con monumenti a piramide realizzate nei primi anni del 1900, prima ancora che il cimitero stesso sia donato al Comune, nei quali trovarono sepoltura anche alcuni degli stessi capifamiglia protagonisti attivi della costruzione del Cimitero. Numerose altre richieste di «poter collocare la salma del familiare/marito» risalgono tra il 1920 e il 1935 sia per il cimitero di Calcinatello ma anche per il cimitero del capoluogo. Tra quelle rinvenute anche una delle concessioni, che secondo il Comune erano inesistenti.

L'esito della ricerca di Allegri

L’inesistenza di alcun atto o documento di concessione presso il Comune per le tombe a piramide, più volte dichiarata dagli Uffici Comunali ma anche dalla Giunta, inesistenza probabilmente dovuta a ricerche incompiute, risulta ora infondata, e la forma del rilascio di queste concessioni spiega l’assenza di tali documenti presso le famiglie, in quanto veniva rilasciata ai richiedenti solo la reversale di cassa per il pagamento della tassa di concessione riportata sul documento, ma non la copia stessa della domanda. Il ritrovamento di questa documentazione nell’Archivio Storico del Comune e la storia che caratterizza la nascita di questo Cimitero, smentisce ogni sospetto di occupazione abusiva per le tombe in questione, occupazioni che fino ad ora non erano mai state messe in discussione. Quasi tutti i titolari di queste tombe sono ultra-ottantenni se non novantenni, e alcuni di loro guardano a quei sepolcri come una forma di ricongiungimento ai loro antenati» - sottolinea Allegri.

 

La minoranza consiliare di In Patto

«E' sorprendente come da quel che sembrerebbe proprio essere uno scivolone dell'Amministrazione Comunale possano nascere occasioni da non perdere - tuonano i consiglieri di minoranza Vincenza Corsini, Vania Gobbetto, Annamaria Pennati, Laura Maffazioli e Alessandro Moratti Freschi. A questo punto, trovate le concessioni delle tombe a piramide non è più il caso di perdere altro tempo anche perchè sul tema aveva già fatto chiarezza il Consiglio Comunale del 19 aprile 2004 con delibera n. 27 con la quale si confermava, all’art. 55 del regolamento comunale di polizia mortuaria, che le tombe a piramide erano tombe di famiglia. Pertanto l’Amministrazione non può più sottrarsi alla definitiva soluzione che auspichiamo di buon senso e nel rispetto della consistente documentazione che non consente più scappatoie di nessun tipo. Trovato l'accordo, sarebbe un peccato aver tra le mani un così prezioso frammento di storia locale e utilizzarlo solo per risolvere un problema amministrativo senza volerlo valorizzare per quel che veramente rappresenta». L'articolo completo in edicola con Montichiariweek o in edizione digitale sul sito 

 

 

 

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