Ci sono anche l’imprenditore e patron del Brescia Massimo Cellino, oltre allo stesso “Brescia Calcio”, tra gli indagati coinvolti in un’operazione della Guardia di Finanza che ha toccato in queste ore mezza Italia: Brescia e Milano, ma anche Toscana, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia. Complessivamente sono 25 gli indagati, a vario titolo coinvolti nella “classica” tecnica delle false fatturazioni per ricavare indebiti crediti IVA. La vicenda penale segue quindi la decisione del Tribunale federale sportivo, che proprio sui contributi non pagati dal patron del Brescia aveva decretato settimana scorsa la retrocessione della società di Cellino in serie C.
A poche ore dalla già traumatica retrocessione
Secondo quanto emerso, le Fiamme gialle avrebbero messo le mani su “un articolato schema fraudolento atto a consentire a diverse figure imprenditoriali di beneficiare indebitamente di crediti IVA inesistenti”. I crediti in particolare sarebbero stati utilizzati dal Brescia per pagare contributi di febbraio e aprile. Perquisizioni sono state effettuate anche nella sede della società.
Alla base del meccanismo ci sarebbero numerose società cartiere, rappresentate da soggetti con numerosi precedenti per reati fiscali, che avrebbero generato crediti fittizi per un importo stimato al momento di 4 milioni di euro. Crediti poi ceduti, attraverso altre società strumentali, a vari “clienti” tra cui Brescia Calcio, per abbattere il carico fiscale dovuto.
La vicenda sportiva
Da qui la penalizzazione di otto punti e la retrocessione in Serie C: proprio a seguito di una contestazione sul pagamento dei contributi previdenziali relativi ad alcuni mesi di questo inverno e di questa primavera, il Brescia Calcio era stato “condannato” dalla Giustizia sportiva a otto punti di penalizzazione e di fatto alla retrocessione in Serie C. I crediti presentati dalla società di Cellino erano infatti inesistenti e lo stesso patron Cellino aveva confermato di non voler (o poter) sanare quanto dovuto, e che non avrebbe presentato ricorso. Una notizia che aveva gettato nel panico migliaia di tifosi, in ansia per il futuro della storica società e per la tenuta finanziaria del club. Ora l’ulteriore mazzata, con l’indagine delle Fiamme gialle per fare luce sulla vicenda anche dal punto di vista penale.
Le perquisizioni in tutta Italia
Le perquisizioni delle Fiamme gialle sono avvenute nelle province di Brescia, Milano, Arezzo, Massa Carrara, Roma, Napoli, Benevento, Avellino, Caserta, Potenza e Taranto, provvedimenti sia personali che locali, tutti emessi dalla Procura di Brescia.
Anche la citata società “veicolo”, con sede dichiarata a Milano, sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l’esercizio della specifica attività finanziaria nonché sprovvista di un’effettiva e idonea struttura imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe inoltre emerso il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano.
Una speranza per il calcio bresciano: Pasini e Feralpisalò in campo
Intanto, Giuseppe Pasini patron della Feralpisalò che milita in Serie C, secondo le dichiarazioni del sindaco di Brescia, Laura Castelletti, sarebbe disponibile al trasferimento a Brescia, e di conseguenza allo stadio «Mario Rigamonti». Questa la breve dichiarazione del primo cittadino:
«Dal presidente Pasini ho trovato serietà oltre che disponibilità a valutare. Questo per noi è l’inizio di un percorso. Conoscendo il mondo del calcio, sappiamo che ci saranno ancora tante tappe in futuro. A noi interessa soprattutto dare un futuro al calcio nella nostra città».
Il numero uno dei gardesani al momento non ha ancora rilasciato dichiarazioni. L’operazione non è facile ma sicuramente fattibile visti i regolamenti. Il termine improrogabile è martedì 15 luglio, entro questa data la Lega può autorizzare il cambio di denominazione sociale (non è possibile mantenere il nome Feralpi per ragioni di regolamento). Pasini potrebbe sfruttare l’occasione per spostarsi da Salò a Brescia, mantenere viva nel capoluogo di provincia una squadra in una categoria importante (la C) e allo stesso tempo non avere più problemi con lo stadio (il Turina è inadeguato per la B tanto è vero che la Feralpisalò quando è stata promossa tra i cadetti è stata costretta a giocare le gare in casa al Garilli di Piacenza).