Renato Chiodelli e la scoperta del «Mal d’Africa»

Renato Chiodelli e la scoperta del «Mal d’Africa»
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Anche Renato Chiodelli, classe 1950, era rimasto affascinato ed attratto dal carisma di don Serafino Ronchi quando 40 anni fa girava per le strade di Montichiari con l’Arca di Noè, un vecchio furgone con il quale raccoglieva ferrivecchi e carta da vendere per ricavarne proficuo per la nostra povera gente. Poi quando nel 1985 don Serafino iniziò a portare il suo messaggio di solidarietà in giro per il mondo con il Grimm-Cantieri di Solidarietà, ecco che Renato decise di aggregarsi alla truppa dei 500 volontari che oggi viaggiano ai quattro angoli della Terra. «Quest’anno, grazie alla disponibilità di tanti volontari il Grimm è riuscito ad allestire ben quattro turni su due diverse destinazioni per i campi di lavoro: a Novo Cruzeiro, in Brasile, e a San Nicholar Puijili, in Ecuador» racconta Renato ed io ho potuto aggregarmi a loro in febbraio per il progetto Brasile. «Ma l’Africa mi è rimasta nel cuore» continua Chiodelli «quando andai in Guinea Bissau con mia figlia Claudia qualche anno fa è stata un’esperienza indimenticabile, sia per me che per mia figlia. Io prestavo la mia opera come fabbro e Claudia aiutava in cucina in mezzo a gente molto diversa da noi, più tranquilli, più sereni non presi dai ritmi frenetici che stanno ammalando la nostra civiltà occidentale».

Però sia in Brasile che in Guinea Bissau e poi in Senegal, Renato potè prender visione del fatto che ovunque andavano i volontari del Grimm trovavano una grandissima accoglienza, dalla gente del posto, dai missionari che li avevano invitato, dai volontari di altre onlus, francesi e portoghesi soprattutto, che si trovavano già sul posto, Ed insieme hanno costruito case, scuole, strutture di accoglienza, chiese, laboratori, ospedali, infermerie. Renato Chiodelli è andato in pensione nel 2004 dopo aver lavorato come operaio per una ventina d’anni nel Comune di Castigliane delle Stiviere e prima ancora operaio in un laminatoio di Ghedi. Ha così imparato il valore del duro lavoro e del sacrificio, pensando alla moglie e alle due figlie, Claudia e Paola, che poi hanno assorbito buona parte dei valori di un padre incredibile, pronto a donare il suo tempo libero al Grimm, poi alla San Cristoforo e alla Protezione civile. Dopo essere andato in pensione si ritrova a dire, con un sorriso che «mia moglie dice che mi vedeva di più quando lavoravo sotto gli altri che non ora che sono in pensione, ma in effetti non sono capace di star fermo, devo fare qualcosa per gli altri, forse perché le mie figlie non mi hanno ancora dato un nipotino di cui possa occuparmi».


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