Raggiro: «Cercasi segretaria a Verona», si ritrova a fare il «Porta a Porta» a Montichiari

Raggiro: «Cercasi segretaria a Verona», si ritrova a fare il «Porta a Porta» a Montichiari
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Candidarsi per un annuncio di lavoro come segretaria e ritrovarsi su un’auto, in direzione Milano, senza sapere quale sia la destinazione finale. È questo l’incubo vissuto da Anna Pravato, 24 anni, originaria di Cologna Veneta. La ragazza ha accettato di raccontarci la vicenda per far sì che altri giovani non si trovino nella sua situazione. 

«Dopo essermi trasferita stavo cercando un nuovo lavoro e stavo mandando molti curriculum. Martedì scorso, verso le 12.30, mi ha chiamato una ragazza dicendomi di essere dello “Studio Best”, che ha sede a Villafranca. Mi chiede se possiamo vederci per le 14.30 e io ovviamente accetto subito. Ad accogliermi trovo la ragazza con cui avevo parlato a telefono e un uomo sui 30 anni, con cui sostengo un colloquio di 15 minuti» ci ha riferito Anna.

L’uomo le spiega che si tratta di un’azienda di marketing e che le avrebbero offerto un lavoro in ufficio, senza la necessità di muoversi nemmeno per la formazione. Anna viene convocata la mattina successiva per effettuare una giornata di prova. È entusiasta e cerca notizie sul web sullo «Studio Best», ma senza successo: c’è un sito web ufficiale, aperto nel 2016, e null’altro. Nel Registro Imprese del Veneto non risulta alcuna iscrizione con questo nome.

Alle 8.30 spaccate del mercoledì Anna, vestita in modo elegante, si presenta in ufficio. E subito trova la prima sorpresa: altri cinque giovani che sono lì per lo stesso motivo. «Ci siamo resi conto che qualcosa non andava - ha raccontato Anna -. La segretaria non rispondeva alle nostre domande e venivamo chiamati uno alla volta in un ufficio. Mi trovo davanti un ragazzo di 19 anni che mi chiede del più e del meno, senza mai parlarmi di lavoro. Mi fanno firmare un foglio in cui scaricavo l’azienda da ogni tipo di responsabilità per ciò che sarebbe potuto accadere durante la giornata di prova. Mentre il giovane mi bombarda di domande, mi indirizza verso l’esterno dove ad attendermi c’è un’auto accesa con due ragazze a bordo».

Il giorno prima ad Anna era stato detto che lo studio stava aprendo un nuovo ufficio in Borgo Roma, così pensa che l’auto sia diretta proprio lì e non le sembra il caso di apparire sospettosa e scortese.

«Mi dicono che mi avrebbero spiegato in viaggio. Alla guida c’è un giovanissimo neo-patentato che prende l’autostrada in direzione Milano. - ha proseguito Anna - Mi spavento molto, non so dove stiamo andando né con chi mi trovo e il ragazzo guida in modo folle ad alta velocità. Inizio a mandare sms al mio fidanzato per chiedergli aiuto perché sono davvero terrorizzata. Nessuno rispondeva alle mie domande fino a quando non arriviamo a Montichiari, ad un McDonald’s: ”Dobbiamo passare da almeno 70 clienti, ci occupiamo di contratti di energia elettrica per Enel e della distribuzione di caffè”».

Quando la giovane fa presente che si tratta di un autentico «porta a porta», il suo «tutor» perde la pazienza: «Assolutamente no, noi andiamo da clienti!». Anna non può fare altro che seguire il giovane in giro per la periferia prima e per il centro poi, recandosi nei negozi e subendo anche le porte in faccia da parte dei proprietari.

«Siamo andati negozio per negozio per conto di Enel Energia. A chi aveva ancora la bolletta in bianco e nero proponevamo promozioni e altri vantaggi. Dopo una giornata da incubo siamo tornati a Villafranca verso le 19.45, e durante il ritorno i due incitavano il giovane a fare in fretta. Non appena giunti alla sede con un escamotage sono scappata a casa e da allora non li ho più sentiti».

La ragazza è furibonda e si sente raggirata. Così pubblica il suo sfogo sui social e immediatamente fioccano commenti di persone che hanno vissuto la stessa vicenda: «Una ragazza che era con noi è riuscita a capire ed è scappata prima. Oggi parlo perché tutti sappiano cosa fa questa gente alle spalle dei giovani che cercano un lavoro onesto» ha concluso Anna.

 


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