Quelle bombe atomiche ancora custodite a Ghedi

Quelle bombe atomiche ancora custodite a Ghedi
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Non è la prima volta che si parla di 70 ordigni nucleari americani che si trovano tra la base dell’aeronautica militare di Ghedi e quella statunitense di Aviano (Pordenone). E’ passato un anno dall’interrogazione parlamentare indirizzato al ministero della Difesa dalla deputata del M5S Tatiana Basilio che ha scoperto, spulciando tra i contratti pubblici segretati del 2014, un contratto da oltre 215 mila euro firmato dal Governo italiano, per la progettazione delle opere di ammodernamento del «WS3», cioè il Weapon Storage and Security System, alla base militare di Ghedi. Il WS3 è un sistema di protezione e stoccaggio di armi nucleari, una specie di magazzino blindato. Ogni deposito sotterraneo può contenere fino a quattro bombe nucleari.

E a Ghedi sono stati progettati 11 WS3. Era marzo del 2016 quando lo stesso ministero della Difesa che ha impegnato 215mila euro di bilancio in un progetto per l’ammodernamento di questi shelters, ha negato il sopralluogo ai parlamentari. Così piomba nuovamente una richiesta sul tavolo del presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, questa volta firmata dal senatore Gianni Girotto, che chiede «quali siano le azioni che il Governo italiano vuole intraprendere per la rimozione dei 70 ordigni nucleari americani che si trovano tra la base dell’aeronautica militare di Ghedi e quella statunitense di Aviano».

Una cosa è certa: il trattato di non proliferazione, firmato dall’Italia, impegna i il nostro Paese a non ospitare sul proprio territorio alcun tipo di ordigno nucleare.


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