Quattro associazioni chiedono il vincolo di tutela sul Monte Alto
Il documento congiunto punta a preservare i boschi e i prati stabili della Franciacorta
Un documento congiunto, sottoscritto da Legambiente, associazione Monte Alto, Slow Food e dal neonato Comitato per la tutela dei boschi, e inviato alla Soprintendenza, alla Regione, alla Provincia, ai Comuni di Adro, Capriolo, Paratico, Iseo e Corte Franca e al Consorzio per la tutela del Franciacorta. E’ stato siglato in settimana l’accordo tra quattro realtà impegnate sul fronte della sostenibilità: una richiesta formale di apposizione di un vincolo sui boschi e i prati del Monte Alto e della Franciacorta.
Quattro associazioni chiedono il vincolo di tutela sul Monte Alto
"Dal Dopoguerra ad oggi si è vissuto anche in Franciacorta quel processo antropologico di passaggio da una realtà contadina fortemente radicata al territorio locale a una realtà industriale, con la conseguente perdita dei valori che fino a quel momento l'avevano caratterizzata. Negli anni ‘70 prese piede in queste colline la viticoltura. L'intuizione e poi la determinazione di alcuni vignaioli locali ha portato alla creazione di un vino che pian piano è cresciuto in qualità e ha conquistato i mercati di tutto il mondo: il Franciacorta. Negli ultimi anni la sua produzione è cresciuta in maniera esponenziale e sta portando a una ricerca continua di terreni in cui piantare la vite"
Questi alcuni passaggi chiave del documento sottoscritto da Legambiente Franciacorta, associazione Monte Alto, Condotta Oglio Franciacorta di Slow Food e dal neonato Comitato per la tutela dei boschi.
Attenzione alle ricadute ambientali
Per i firmatari, il vino ha innegabilmente favorito lo sviluppo della Franciacorta, ma ci sono anche dei problemi:
"Si sta creando il rischio di puntare tutto su un’unica coltura con le conseguenti ricadute ambientali. È da apprezzare l'orientamento verso il biologico adottato dal Consorzio di tutela, ma anche l'occupazione di spazi ad ogni costo da parte della viticultura può portare ad un decadimento ambientale e merceologico del vino". Sotto i riflettori, in particolare, il Monte Alto, che interessa cinque Comuni (Iseo, Paratico, Capriolo, Adro e Corte Franca) e dove sono in corso due interventi molto impattanti a livello ambientale: uno in località Belveder di Clusane, già in via di realizzazione, l’altro in località Stalù, nel territorio di Adro. Progetti che portano al "sacrificio di zone boschive e prati stabili per impiantare nuovi vigneti. Questo comporta lavori di sbancamento, movimentazione terra e taglio di alberi molto importanti per l’equilibrio geo–morfologico, climatico, paesaggistico di queste porzioni sommitali del Monte Alto, baluardo per la salvaguardia della biodiversità botanica e animale, indispensabile per la sopravvivenza dell’avifauna e degli insetti impollinatori, quasi scomparsi da queste aree molto antropizzate".
Serve un impegno concreto
Le quattro associazioni, ricordando anche le tantissime firme (ben 3mila) raccolte per preservare queste aree, sollevano la necessità di "apporre dei vincoli di tutela paesaggistica che precludano altre trasformazioni". Un impegno concreto volto alla salvaguardia delle zone boschive e dei prati rimasti sul Monte Alto e, più in generale, in tutta la Franciacorta.