Quando la filosofia diventa una passione da Olimpiadi

Quando la filosofia diventa una passione da Olimpiadi
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C’è chi, raggiunta la maggiore età, non vuole prendere in mano la sua vita, chi si crogiola nella tranquillità dell’appoggio familiare, chi non sa dove andare, chi preferisce non pensare nascondendosi dietro il divertimento perenne e poi c’è chi si interroga già sui grandi interrogativi della vita. Come Maria Lipari (in foto), la 18enne, orgoglio dell’intera comunità,  che ha fatto della filosofia un mezzo per cercare soluzioni ai problemi del quotidiano.

Una passione che le è valsa la partecipazione alle Olimpiadi organizzate dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Martedì scorso era a Roma insieme al professore di filosofia Emanuele Novelli per le «Philolympia». Non è rientrata tra i primi tre classificati, ma può contare un’esperienza in più nel bagaglio culturale che l’accompagnerà tutta la vita. «Sono molto soddisfatta dell’elaborato e della mia esperienza - ha spiegato la giovane pianista e socia dell’associazione culturale “Tita Secchi” - fantastica, nel vero senso della parola. Ho avuto il piacere di vedere che ci sono ancora persone con interessi simili ai miei e che credono in questo. Abbiamo avuto modo di confrontarci durante alcuni momenti di dibattito molto interessanti». Una passione, quella per la filosofia, che non sa bene quando sia nata. «In terza superiore - ha spiegato la studentessa che frequenta la quinta B al liceo linguistico don Milani di Montichiari - non ne avevo colto bene il significato, poi grazie anche a esperienze personali ho capito che la filosofia può darmi le risposte che cercavo, riuscivo a vedere quello che cercavo nella realtà, con la possibilità di vedere le diverse situazioni da più punti di vista, milioni di risposte sono vere allo stesso modo, perché non c’è una sola prospettiva per i problemi.

La filosofia ha avuto risvolti positivi nella mia vita. Mi ha fatto capire che ci possono essere approcci diversi, immedesimandosi anche nell’altro. E’ essenziale, nella vita, porsi delle domande». E lei di domande se n’è poste tante. Dopo aver passato le selezioni di istituto, su oltre 50 concorrenti in tutta la Regione si è qualificata prima con il massimo dei punti con uno scritto in  lingua tedesca. Ha scelto la traccia sulla felicità, riguardo la quale ha una visione positiva. Partendo da Schopenhauer, per il quale la felicità non esiste, passando per  Epicuro che punta sul distaccamento, ha preso in esame il «Tonio Kroeger» di Mann e «Der Tor und der Tod» di Von Hofmannstahl, i suoi due autori tedeschi preferiti. «Adoro la letteratura tedesca di fine ‘800 e inizio ‘900 - ha spiegato - anche se le versioni in lingua originale sono molto difficili cerco comunque di leggerle in tedesco». Per la prova nazionale Maria ha scelto di elaborare, in lingua tedesca, la traccia di ambito estetico. «Sono partita da  Nietzsche, che vede l’arte come forma di evasione che non può cambiare la società, e da Schopenhauer che ritiene l’arte unica fonte di evasione dal dolore e quindi l’unico mezzo per portare a un cambiamento nell’uomo» Ha citato poi  Mann e Brecht: «Quest’ultimo non ritiene l’arte come forma di evasione - ha continuato -  ma per lui chi va a teatro deve giudicare oggettivamente i personaggi. In contrasto con Aristotele che vede nel teatro il mezzo attraverso il quale l’uomo, capendo il significato dell’opera, può arrivare alla purificazione». Maria ha saputo concludere il suo elaborato con una personale riflessione: «L’arte è come il sole, lontano dalla Terra, ma costantemente collegato, perché la illumina e le dona calore.

Così l’arte è distaccata dalla vita quotidiana, ma porta tepore e calore. Come il Sole, l’arte non può risolvere i problemi, ma porta luce e speranza». Così come sarà luminoso il futuro di Maria, sia che decida di procedere in campo filosofico,  che in quello letterario o  linguistico, la  passione e la curiosità per la vita la porteranno sicuramente lontano.


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