Quale futuro per il mercato cittadino?

Quale futuro per il mercato cittadino?
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 Che il mercato di Castenedolo si stia impoverendo di anno in anno è un dato di fatto. Basta andare un sabato pomeriggio qualsiasi al parco Pisa che ora ospita la pizza del mercato per rendersene conto.

Quando va bene si tratta di dieci bancarelle di alimentari, vestiario e calzature, su un totale di 20 spazi disponibili, per il mercato del capoluogo. Una situazione questa, ragione del malcontento di tanti cittadini che desidererebbero vivamente un mercato settimanale degno di questo titolo, come accade normalmente in tanti paesi limitrofi.

Non va meglio, anzi, nella frazione di Capodimonte dove solo due posteggi su 8, allestiti nel parcheggio della chiesa il lunedì mattina, vengono occupati dagli ambulanti. Uno spostamento quello dalla piazza al parco più decentrato, e dalla mattina al pomeriggio, per ovviare ai problemi di concorrenza tra attività commerciali del centro e i venditori ambulanti del sabato mattina. Problema ormai superato dai tempi. «Non è il caso che vengano  apportate modifiche radicali, cambiando giornate e orari?» ha fatto notare il capogruppo di «Viva Castenedolo Viva» Alessandra Dalla Bona dando il la ad un dibattito in Consiglio comunale affrontato a più riprese negli anni. Ma riportarlo in piazza sembrerebbe davvero impossibile, oltre che difficoltoso. «Bisognerebbe riattrezzare la piazza - ha risposto il vice sindaco Pierluigi Bianchini - bisogna dotarsi anche di strumenti urbanistici che prevedano l’area mercantile. E’ una riflessione che abbiamo fatto più volte, ma anche confrontandoci con gli operatori anche loro lo ritengono inutile».

Se nulla si può praticamente fare per quanto riguarda la collocazione, ancora dubbi rimangono in merito alla scelta di giorno e fascia oraria. «Il problema è il giorno – ha ammesso Bianchini – ma gli operatori hanno spiegato di essere già impegnati in altri mercati e si correrebbe il rischio di non avere più neanche loro, in zona ci sono mercati fiorenti grazie alla combinazione di giornata e orario».

Certo poi che, negli anni, è la stessa natura del commercio è stata completamente stravolta. «E’ cambiata la fisiologia del commercio. Ora sono tutti cinesi. Il ricollocamento in piazza del mercato è difficile, andrebbe a collidere con la celebrazione di matrimoni e durante i funerali sarebbe impossibile far passare la bara tra le bancarelle, con conseguente occupazione del parcheggio che ostacola chi deve fare la spesa.

E’ una diatriba che ha avuto fine solo sistemando l’area di via Pisa». Spostamento impossibile assodato, l’Amministrazione ha scelto di incentivare la partecipazione degli spuntisti, quei commercianti itineranti non in possesso di un'area stabilita che acquisisce punteggio partecipando al mercato settimanale, abbassando il costo della «spunta», considerata dagli ambulanti superiori da quella di altre zone. Il costo del suolo pubblico per gli spuntisti sarà parificato a quello degli ambulanti fissi, offerto di a 0,31 euro al metro quadrato.

Una semplice modifica «frutto dei non rari confronti con gli operatori del mercato», ha specificato il vicesindaco, al regolamento Cosap (Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche) è bastato per modificare il canone della spunta equiparandolo a quello dello stallo che, si spera, possa avere dato riscontri tangibili. Approvato anche il nuovo regolamento per l’esercizio dell’attività di commercio su aree pubbliche nel mercato settimanale.
 Le nuove disposizioni regolamentano sia il mercato del capoluogo (706 metri quadrati adibiti alla vendita su un totale di 1350) che quello della frazione Capodimonte (277 metri quadrati su 700) con 20 articoli che riguardano le tipologie di mercati in termini tecnici e pratici, oltre che igienico sanitari. 


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