Puma, elefanti, orsi e i felini di Gheddafi: Alessandro Salvelli, una vita per gli animali

Puma, elefanti, orsi e i felini di Gheddafi: Alessandro Salvelli, una vita per gli animali
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Castelnuovo del garda (oao)  «Al di là di qualsiasi cosa, vorrei che la gente capisca l’importanza e la qualità del servizio veterinario pubblico. Per me è importante questo messaggio: è poco conosciuto il settore pubblico, ma è molto efficace». Con questa frase Alessandro Salvelli ha voluto chiudere la sua lunga carriera. Salvelli è un veterinario castelnuovese conosciuto sul territorio e all’estero. Ha curato gli animali del Parco Natura Viva, le tigri di Mu’ammar Gheddafi e gli elefanti di Moira Orfei. Ma c’è anche da dire che è un vero galantuomo, di quelli di altri tempi che aiutano una donna a indossare il soprabito e aprono le porte per galanteria. Un grande cuore e una passione che ancora oggi, dopo ben quarant’anni di servizio, lo accompagna: gli animali. Salvelli è del 1948, durante la rivoluzione studentesca del Sessantotto era uno studente appena diplomato. «Ho studiato veterinaria – ha spiegato – perché è sempre stata una passione, mio padre era medico. Il contatto con gli animali selvatici mi ha permesso di conoscerli e confrontarmi». Nel 1978 iniziò  a lavorare al consorzio veterinario servendo Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda e Lazise. Lavorò anche per l’Ulss dal 1980, anno in cui nacque. La sua carriera è stata piena di conoscenze, opportunità ed emozioni. La grande amicizia con Alberto Avesani, fondatore del Parco Natura Viva, ha rafforzato il legame del veterinario con lo zoo, per il quale lui ha prestato la sua professionalità per ben venticinque anni. Con grande umiltà ha reso pubblici i suoi ricordi: dai parti dei bovini quando era giovane e che spesso avvenivano di notte fino a quando, negli anni ottanta, gli venne affidato un puma. «Andai a prendere i miei figli a scuola con il felino, ma dovetti riportarlo indietro, perché saltava ovunque e si comportava, a ragione, da animale selvatico, me ne ha combinate di tutti i colori» ha ricordato con il sorriso Salvelli. I ricordi del dottore degli animali sono moltissimi, come quello di quando andò in Libia a curare la prima volta le tigri e la seconda i leoni dello zoo di Gheddafi. Questo, per ringraziarlo, omaggiò Salvelli e la moglie Laura con alcuni giorni in Libia con un funzionario che aprì loro le porte dei posti più belli e privati della zona. «Gheddafi venne anche a Roma per delle questioni sue e mi invitò a raggiungerlo per conoscerci di persona, ma ero impegnato e purtoppo non riuscii ad andare» ha ricordato un po’ a malincuore. Ma il dittatore libico non fu l’unico a chiedere al veterinario castelnuovese di curare degli animali, ci fu anche la famosissima Moira Orfei. «Moira – ha raccontato – quando era di passaggio a Verona e aveva problemi con gli elefanti, veniva da me e io le prestavo il mio servizio. Lei era una donna di alta qualità nel suo campo. L’amore che aveva nei confronti degli animali era tanto: erano tenuti molto bene e lei aveva grande capacità di gestione di un’entità così grande come il Circo Orfei». Uno in particolare lo rende più fiero di altri: «Venni chiamato perché c’era un cucciolo di orso con gli occhiali che non si faceva avvicinare da nessuno, gridava solamente. Sono entrato nella gabbia e mi ha scambiato per un orso, mi si è attaccato al collo e non mi lasciava andare. C’è anche un filmato del momento». La passione lo fa rimanere comunque equilibrato quando parla di uomini e animali. Parla della grande sensibilizzazione verso gli animali nata negli ultimi anni: «Tutto ciò che è stato creato per la tutela degli animali con la normativa sul benessere animale è importante. Ma certi eccessi non vanno bene, da entrambi i lati. Non bisogna umanizzarli o metterli prima dell’uomo. Anche sulle immagini e i video che viaggiano in internet sui macelli, io dico che bisogna informarsi, approfondire la questione e visitare le strutture. Ci sono normative che le regolano». Di racconti, Salvelli, ne ha veramente molti. Memorie di una vita passata a stretto contatto con la natura, a prendersene cura nel miglior modo possibile. Una carriera intensa, che ha coinvolto e appassionato anche la sua famiglia. Ha avuto cinque figli con Laura: Federico, Alessandra, Chiara, Paolo e Maria e tutti hanno sempre condiviso la professione e si sono appassionati agli animali. Era qualche anno che doveva andare in pensione, ora potrà curare anche gli altri interessi della vita, senza mai scordarsi degli animali, che rimarranno la sua più grande passione.
Oriana Adele Orlando

Da Gardaweek del 20 gennaio


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