Propaganda elettorale su carta intestata del Comune: è polemica ad Adro
Sotto i riflettori è finita la lettera inviata ai cittadini dal sindaco Paolo Rosa, in cui si invita a votare la Lega e si danno anche indicazioni sulle preferenze
La storia si ripete, si dice. E in effetti il caso esploso nella serata di sabato 4 febbraio e rimbalzato su diversi organi di stampa, anche nazionali, era già successo. Identico il luogo, ossia Adro, medesime le modalità, ossia l'utilizzo di carta intestata del Comune per l'invio di una lettera ai cittadini in cui il sindaco Paolo Rosa invita a votare la Lega alle ormai imminenti elezioni Regionali (fissate per il 12 e 13 febbraio) e dà anche precise indicazioni sui candidati ai quali assegnare la preferenza. Era accaduto cinque anni fa, in vista delle elezioni Regionali del 4 marzo 2018 e anche all'epoca il primo cittadino utilizzò lo stesso sistema per dare alla popolazione dei suggerimenti sul voto. Non mancò una feroce polemica, come peraltro sta succedendo in queste ore, soprattutto sull'arena virtuale rappresentata dai social network.
Propaganda elettorale su carta intestata del Comune
La lettera finita sotto i riflettori di tutta Italia porta la data del 31 gennaio e si presenta come una comunicazione istituzionale, con tanto di intestazione e logo del Comune. E, in effetti, nelle prime righe la missiva si limita a sollecitare i cittadini a recarsi alle urne, evidenziando che “l’espressione del voto non è solo un diritto ma diventa, a tutti gli effetti, il dovere di buon cittadino. Non andare a compiere il proprio dovere significa lasciare libero arbitrio a chi la pensa diametralmente opposto a te […] Domenica 12 e lunedì 13 febbraio siamo quindi chiamati al nostro dovere”.
Proseguendo nella lettura, però, il documento rivela il suo intento propagandistico, ripercorrendo l’apporto dato da Regione Lombardia al Comune di Adro negli ultimi tre anni, quantificato in circa 670mila euro di contributi, e invitando i cittadini a sostenere il presidente uscente, con tanto di indicazione (nome, cognome e breve curriculum) dei due candidati della Lega ai quali dare la preferenza, definiti "persone pronte e capaci che sanno come far funzionare la complessa macchina pubblica".
Esplode la polemica
Uno dei primi a puntare i riflettori sul caso è stato un politico bresciano del Pd, Alfredo Bazoli, che ha affidato a un tweet il suo sfogo sull'accaduto. "La vergogna di un sindaco che fa propaganda elettorale usando l'istituzione che rappresenta", ha aggiunto su Facebook.
Parole che fanno riferimento sia alla Costituzione (che all'articolo 48 stabilisce che il voto è personale ed eguale, libero e segreto) sia alle norme che regolano la comunicazione pubblica durante la campagna elettorale, e in particolare all’articolo 9 della legge del 22 febbraio 2000, n.28, che vieta a tutte le Amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni.
Da altri la lettera è stata definita, sempre sui social, una "netta violazione del sistema elettorale" e c'è chi ha portato l'attenzione sull'utilizzo dei "soldi dei contribuenti" per la propaganda elettorale.
La storia si ripete
Ad Adro, però, questa storia ha il sapore di deja vu, perché nel 2018, alla precedente tornata elettorale in Regione, era successa la stessa identica cosa. All’epoca la minoranza annunciò la volontà di presentare un esposto a Prefettura e Corte dei conti (in merito, tuttavia, non si è saputo più nulla), contestando l’"uso illecito degli strumenti amministrativi", attraverso "una campagna elettorale pagata coi soldi di tutti i cittadini adrensi, anche quelli che non hanno votato per l’attuale Giunta".
A distanza di cinque anni, la storia si ripete e la polemica divampa. Di nuovo.