Pistole della prima metà del '700 donate al comune di Brescia
Saranno esposte al museo delle armi in Castello
Pistole della prima metà del '700 donate al comune di Brescia.
Al comune di Brescia donate pistole della prima metà del '700
Sono state consegnate nei giorni scorsi alla sede dell’Assessorato alla Cultura del comune di Brescia, due pistole che risalgono alla prima metà del XVIII secolo, del valore complessivo di 3.500 euro, donate all’Amministrazione comunale da Oliviero Bernabei. Presenti, oltre al donatore, il Conservatore del Museo delle Armi “Luigi Marzoli” di Brescia e Antonella De Angelis, dirigente responsabile del Settore Marketing Territoriale, Cultura, Musei e Biblioteche del Comune di Brescia.
Il dettaglio
Le due armi da fuoco, di qualità estetica medio-alta e in buono stato di conservazione, erano destinate alla difesa personale e, pertanto, presentano raffinate decorazioni sulle canne e hanno le parti lignee perfettamente modanate. Posseggono, inoltre, meccanismi di accensione a focile (acciarino) tipici dell’epoca che riportano entrambi le firme degli artefici, la qual cosa conferisce ai due manufatti un maggior valore storico-artistico.
Una delle due pistole è firmata da Nicola Duina, azzaliniere e archibugiaro bresciano, attivo nella prima metà del XVIII e documentato nel 1720. La canna è di pregio e reca impressa la Leonessa di Brescia in uno scudetto curvilineo, accompagnato da sei gigli (tre sopra e tre sotto), tutti rivestiti d’oro.
Sulla piastra dell’altra pistola è presente una firma di difficile lettura ma dallo stile tipicamente bresciano. È quindi probabile che si tratti del lavoro di uno dei numerosi azzalinieri cittadini della metà del Settecento, poco noto o non censito nei repertori. Anche la canna, sicuramente realizzata a Gardone Val Trompia, è priva di firma o di punzone ma presenta una raffinata decorazione in agemina d’oro. Lo studio di questo manufatto potrebbe portare a scoprire l’attività di artigiani poco documentati, se non del tutto sconosciuti.
In evidenza uno scatto di Davide Brunori.