Pioggia di polemiche sulla Gelmini

Pioggia di polemiche sulla Gelmini
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Dure polemiche in seguito all'intervista all'onorevole Gelmini apparsa il 3 marzo su GardaWeek. Qui i passaggi duramente contestati. Le repliche, sull'edizione del 10 marzo. 

Comunità del Garda, ma qualche comune della fascia lacustre non ha aderito all'associazione. Perché?
«Tutti i Comuni gardesani, tranne Desenzano, Lazise e Riva del Garda aderiscono alla Comunità.
Il mio impegno, come detto nella recente assemblea generale del 27 gennaio scorso, è quello di riportare in Comunità questi importanti Comuni.
Le motivazioni del perché sono receduti e non riaderiscono bisogna chiederlo alle rispettive amministrazioni : ufficialmente per motivi economici, perché trattandosi di Comuni grossi la quota associativa, rapportata al bilancio è più alta rispetto a quella di altri Comuni e proprio per questo ho formalizzato loro una riduzione della quota ,una sorta di cedolare secca, fissandola a 30.000 euro».

Come sta il Lago di Garda? Può darci una visione generale d’insieme soffermandosi sull’argomento più caldo: l’ inquinamento delle acque, ma anche facendo una panoramica del settore turismo?
«La salute del lago è ottima, sia sotto l’aspetto qualitativo (acque di balneazione, metalli pesanti, eutrofia, ecc.) che sotto quello quantitativo ( regolazione dei livelli). Oltre le più rosee aspettative anche il comparto turistico, che nello scorso anno ha fatto registrare numeri importanti in termini di arrivi e presenze turistiche, ponendo il Garda tra le mete più ambite del turismo europeo, in particolare tedesco ed olandese. Il Garda, a fronte di una domanda sempre più agguerrita e diversificata è in grado di proporre un’offerta variegata con molti turismi: cultura, enogastronomia, balneazione e navigazione, vela e surf, escursionismo ecc..., mediante una vincente integrazione tra rivierasco-costiero e entroterra ( Valtenesi, Alto Garda, Ledro Monte Baldo, Colline moreniche e fiume Mincio)».

L’inquinamento del Garda quindi è a suo avviso sotto controllo ma molti temono per le condizioni generali del collettore.
Perché si è espressa spesso per l'urgenza della costruzione del nuovo impianto?
Quali rischi corriamo?
«Rappresenta il più importante problema del Garda . Il Depuratore di Peschiera non è più in grado, da solo, di fare fronte alla situazione attuale e, soprattutto, le condotte sublacuali, datate e obsolete, vanno soppresse. Ecco che va allora riprogettato l’intero sistema, come stiamo facendo, creando un nuovo sistema di depurazione e collettazione. Il tema è toppo importante e complesso e, ritengo, merita una specifica intervista e un adeguato spazio.
Al riguardo so che questa testata giornalistica ha già dedicato ampi spazi».

Nel 2014 è stata chiesta una legge speciale per il Garda o accesso ai fondi del Cipe, ultimamente degli stanziamenti sono stati annunciati. Il tema "fondi" sembrerebbe impantanarsi spesso. A che punto siamo? 
«L’iter burocratico per il reperimento dei fondi è già avviato, il Cipe ha già deliberato e le Regioni, da me coinvolte, si sono impegnate e sono in primo piano in questa battaglia di valenza non tanto locale, ma nazionale, data l’importanza dell’acqua gardesana».
La presunta fine del mandato di governo condizionerà l'iter per reperire i fondi?
« Ripeto, la questione è nazionale e non credo vincolata ai mandati  di governo».

C'è un altro grosso problema legato alle nostre acque: la divisione di acque nere e bianche, non sempre effettuata. La comunità del Garda in questo campo come potrebbe agire?
« Questo è un problema di natura tecnico-idraulica.
Gli esperti mi assicurano che anche senza divisione di acque bianche e acque nere, difficile se non impossibile nei centri storici di molti Comuni, il sistema idraulico generale di collettazione e depurazione regge. In Gardauno e Ags vi sono relazioni tecniche  sull’argomento e anche gli esperti del Ministero dell’Ambiente, all’uopo incaricati, uno per tutti l’esperto prof. Piergino Megale, si sono espressi in tal senso».

 

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