Piedi piatti: patologia da curare anche se è indolore

Lo specialista consiglierà l'intervento chirurgico solo nei casi più gravi

Piedi piatti: patologia da curare anche se è indolore
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I piedi piatti sono una patologia abbastanza diffusa e anche facilmente riconoscibile. Infatti, nel caso in cui si sia affetti da questa malattia sarà facile notare che la curvatura fisiologica dell’arco plantare interno è molto ridotta o totalmente assente. Ne consegue l'eccessivo aumento della superficie d’appoggio poiché la pianta del piede, per effetto dell'alterazione, finisce con il toccare completamente il suolo. In molti casi, ma non in tutti, questo fenomeno si porta dietro anche la cosiddetta pronazione del retropiede, nota come valgismo, con il tallone che internamente tende a cadere. Si tratta di un tentativo dell'organismo di compensare il cedimento della volta della pianta del piede.

I piedi piatti nei bambini

Nessun timore se nei bambini fino a 4 anni si riscontra un problema di piedi piatti. Nei primi anni di vita, infatti, i piedi piatti sono perfettamente normali e non sono patologici. Il nostro corpo in fase di sviluppo apporta gradualmente modifiche e correzioni posturali ai piedi. Fino a quando, intorno ai 7 anni, non avranno assunto la propria classica forma caratterizzata dall'arcata plantare curva. Quando i genitori dovranno iniziare a preoccuparsi? «Nel momento in cui una visita specialistica tra i 5 e i 7 anni, dovesse rilevare uno sviluppo lento». Spiega il dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle innovative terapie mini-invasive.
«Nei casi più lievi potrà essere sufficiente l’utilizzo di un plantare correttivo, mentre per risolvere situazioni più gravi bisognerà ricorrere all'intervento».

Piedi piatti

I piedi piatti negli adulti

Esistono situazioni nelle quali durante l’infanzia il piede si è sviluppato correttamente ma poi, in età adulta, avviene un cedimento dell’arcata plantare, che determina l'insorgere del problema. E ne esistono altre in cui la patologia può essere congenita, ovvero il piede non si è mai sviluppato nel modo giusto.
Le cause dei piedi piatti negli adulti possono essere differenti. Traumi al tendine d’Achille, ai piedi o alle caviglie; malattie come l’artrite; patologie neurologiche quali distrofia muscolare, paralisi cerebrale e spina bifida; neuropatie come diabete e poliomielite. Sovrappeso e obesità, invecchiamento con conseguente usura di tendini e articolazioni, gravidanza con brusco aumento di peso, attività sportiva pesante come la corsa, non eseguita nel modo corretto e postura scorretta possono aggravare la patologia o accelerarne l'insorgenza.

Piedi piatti, i sintomi

Ogni condizione, naturalmente, è differente. La maggior parte delle persone non risente di sintomi fastidiosi derivanti dalla patologia, tendendo così a non intervenire. «Personalmente, invito chi ha il problema dei piedi piatti, ma è asintomatico, a non dimenticare che potrebbe sviluppare con più facilità altre patologie come l'alluce valgo o l'artrosi della caviglia», ricorda il dottor Carbone. Per questo è importante intervenire comunque per rimediare. Soprattutto se si è ancora bambini. «Chi invece presenta sintomi, solitamente soffre di dolore ai piedi per talloniti o fasciti plantari, gonfiore alle caviglie associato anche a dolore, dolori diffusi a polpacci, ginocchia, bacino o persino mal di schiena, causati da alterazioni posturali. L’equilibrio può apparire alterato, soprattutto qualora il problema colpisca un solo piede e non entrambi. Si segnalano inoltre l'iperpronazione del retropiede, più facilità nell'incorrere in infortuni da attività sportiva, tendiniti e crampi notturni frequenti».

Diagnosi

«E' naturalmente lo specialista a effettuare la diagnosi dei piedi piatti. Questo esegue innanzitutto una valutazione podologica e posturale durante la quale si porta a termine anche l’esame baropodometrico che rilevi la superficie d’appoggio. Quando la diagnosi si dimostra difficile, oppure si sta valutando l'opportunità di eseguire un intervento chirurgico, la radiografia sotto carico, l’ecografia (in caso di sospette lesioni tendinee), la TAC o la risonanza magnetica possono rivelarsi molto utili» spiega il dottor Carbone.

Piedi piatti

Cura conservativa

L’ortopedico può prescrivere vari percorsi conservativi, oppure consigliare la chirurgia. La scelta è a seconda della gravità dei sintomi e del grado di piattismo. «Tra i rimedi conservativi - riprende lo specialista bresciano - è possibile ricorrere a plantari ortopedici su misura. Calzare scarpe adatte, un po’ più alte dietro, non piatte, che scarichino e ammortizzino. Effettuare fisioterapia per apprendere la postura idonea durante la camminata e la corsa. Camminare a piedi nudi su terreni naturali come erba e sabbia, evitando le pavimentazioni artificiali. Preziosa anche l’esecuzione di esercizi di stretching. Assumere all'occorrenza farmaci antidolorifici. Cercare di perdere peso perché il chili di troppo possono aggravare la patologia. Sottoporsi a tecarterapia o ultrasuoni per controllare il dolore. Evitare sport e attività che possono far insorgere il dolore (corsa, danza o basket). Ciclismo o nuoto sono invece consigliati. Si può camminare, a patto che si indossino già dei plantari
ortopedici adatti».

Cura chirurgica

Nelle situazioni più gravi, di fronte a sintomi insostenibili, si può ricorrere alla chirurgia. «Esistono manovre chirurgiche apposite che permettono di restituire al piede la propria forma naturale - conclude il dottor Carbone - In questi casi i migliori risultati si ottengono accorciando o allungando i tendini, oppure ricorrendo a osteotomie correttive.
Ci sono però casi di articolazioni usurate dal tempo per i quali questi atti chirurgici non avrebbero alcun esito. In queste condizioni il piede piatto non può più essere risolto, tuttavia l'intervento tramite artrodesi, cioè fusione di articolazioni, permetterà al paziente di non sentire più dolore».

Piedi piatti, a chi rivolgersi?

Per curare la patologia dei piedi piatti è possibile rivolgersi al dottor Guido Carbone, medico chirurgo ortopedico, specializzato nelle innovative terapie mini-invasive.
Il dottor Carbone è ogni giorno al servizio dei pazienti all'Istituto Sant'Anna, al Poliambulatorio San Matteo e allo studio Maraton di Brescia, nonché a Travagliato nel suo studio privato, è disponibile per informazioni ai telefoni 393.3278751 e 335.6635217.

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