Perseguitato perché cristiano: si rifugia sul Garda

Rifugiato politico sul Garda. Il 2016 appena concluso ha segnato per il nostro Paese un nuovo record: in base ai dati del Ministero dell’Interno il numero di richiedenti asilo e protezione internazionale ha raggiunto la cifra più alta mai registrata in un ventennio, oltre 123 mila, seppure rimane una cifra irrisoria rispetto alla totalità della popolazione. A fronte di un aumento delle richieste, però, diminuisce la proporzione di coloro che si vedono riconosciuta una qualche forma di protezione, infatti risulta che 61 domande su 100 nel 2016 hanno avuto esito negativo. In particolare, l’incidenza sul totale dei permessi a Brescia è pari allo 0,7%, secondo l’Istat la città italiana con il valore minimo. Per i pochi richiedenti asilo che ottengono il permesso, però, pare non essere molto facile iniziare una nuova vita.
God’s Power Bienose è un ragazzo nigeriano di 25 anni che ha lasciato il paese di origine perché perseguito per la sua religione cristiana. Non ha mai conosciuto il padre e la madre è morta quando lui aveva l’età di tre anni, così è cresciuto con il patrigno. Il giovane è sempre stato a conoscenza della religione dei suoi genitori per il nome che porta e fin da piccolo ha riconosciuto il cristianesimo come culto. God’s Power è stato ammesso ad una scuola cristiana e al suo ritorno a casa ha reso nota la sua religione al marito della madre, volto conosciuto della comunità musulmana e con una forte influenza nel Paese, che ha risposto con forti minacce. Nonostante il ragazzo abbia lasciato la casa poco dopo, le persecuzioni non hanno dato tregua, così, temendo per la sua vita, ha deciso di lasciare il paese. God’s Power è partito senza un’idea chiara di dove sarebbe arrivato, ha attraversato il Niger e solo in Libia ha iniziato a sentire parlare di Italia. Il viaggio, come molti rifugiati raccontano, è stato spaventoso e molte persone sono morte. Arrivato in Italia nell’agosto del 2016, è stato ospitato in una struttura a Lonato chiamata Alli Galli. Dopo averne fatto richiesta, God’s Power ha ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato pochi mesi fa e ha dovuto lasciare la struttura che lo ospitava. Si è spostato in un alloggio a Carpenedolo messo a disposizione dallo SPRAR in cui, però, può restare solo sei mesi, due dei quali sono già passati. Il giovane è grato di essere in Italia e vorrebbe l’opportunità di iniziare una nuova vita qui, ma nonostante le sue capacità come idraulico ed elettricista non riesce a trovare lavoro e tra poco tempo dovrà lasciare l’abitazione in cui si trova senza alcuna prospettiva.
La proposta di God’s Power è che ogni struttura di accoglienza abbia delle attività e che tutti i rifugiati possano seguire per imparare dei mestieri e capire come poter essere in grado di vivere da soli in Italia, dimenticando il duro viaggio attraverso il deserto e il mare. «Ad esempio, alcune strutture a Brescia insegnano a comporre opere d’arte, così per chi ha talento si presenta la possibilità di crearsi del lavoro da solo anche quando non ce n’è nel Paese».
God’s Power è solo uno dei tanti rifugiati in Italia e uno dei pochi che ha ottenuto il permesso di restare, con tanta gratitudine e nessuna pretesa, se non quella di poter ricominciare a vivere.
da Gardaweek del 27 ottobre)