Perde i capelli per il tumore e diventa parrucchiere

Perde i capelli per il tumore e diventa parrucchiere
Pubblicato:

Dalla perdita dei capelli, alla scelta di diventare un parrucchiere. «L’ho scoperto in ospedale. Ho avuto qualche linea di febbre per mesi e così i miei genitori mi hanno portato a fare le analisi e poi i controlli». Alessandro Vareschi ricorda così la scoperta del linfoma di Hodgkin. Aveva solo undici anni e dopo mesi di malessere i genitori decisero di accompagnarlo a fare dei controlli. «Non so quando mi sono ammalato. Il linfoma è una malattia che non sai quando parte, l’ho scoperto a undici anni. Ho preso paura perché non sapevo cosa fosse – ha raccontato Alessandro –. Poi mi hanno spiegato tutto. Ricordo tante cose di quel periodo». Alessandro è nato il 10 settembre del 1991, chiunque frequentasse le scuole medie «Felice Chiarle» negli anni 2000, ricorda quel bambino al quale avevano diagnosticato quella terribile malattia e che aveva perso i capelli. Una battaglia vinta, fortunatamente. I nonni di Alessandro decisero di organizzare una grande festa quando si scoprì che il nipote era guarito. Alessandro decise di invitare tantissime persone. Della sua malattia lui parla con molta serenità. Racconta i ricordi del periodo: «Per sei mesi ho fatto la chemioterapia e successivamente ho fatto la radioterapia, di cui ho ancora i segni sul petto. Non ho mai vomitato, ho avuto qualche scompenso fisico, ma niente di esagerato. Dopo mi hanno operato, mi hanno fatto un taglio sul lato sinistro del collo e mi hanno dato sette punti. La cosa peggiore, è stato scoprirlo». Il linfoma è un tumore che ha origine nel sistema linfatico, cioè in quelle cellule e tessuti che devono difendere l’organismo dagli agenti esterni. Il sistema linfatico è un sistema di vasi che portano linfa, che trasportano liquidi, linfociti e altro del sistema immunitario. I linfonodi si ingrandiscono quando c’è un’infezione. Il linfoma di Hodgkin spesso nasce dai linfonodi della parte superiore del corpo, come il torace e il collo. Alessandro non ha più avuto problemi, ma anche se ci fossero stati lo avrebbero curato subito perché veniva controllato con molta frequenza. Subito dopo la guarigione, ogni tre mesi gli facevano i raggi, l’ecografia, la tac e le analisi del sangue. Poi il tempo da una visita all’altra si è esteso a sei mesi e a un anno. Ha finito l’anno scorso di fare i controlli, ora potrà aspettare un po’ più di tempo. Nonostante tutto quello che ha passato quando era solo un ragazzino, non si è mai fermato. Alessandro viaggia e non ha paura che gli possa succedere qualcosa: «Anzi – ha detto – forse è proprio per questo che mi piace viaggiare». Alessandro è un parrucchiere e lo fa con molta passione in giro per il mondo. «Ho scelto quella scuola perché mi piaceva. Non so se ho sempre avuto la mania dei capelli. L’ho sempre visto come un lavoro diverso dal resto. Mia madre ha frequentato per un periodo quella scuola. Ricordo di essere stato al “Job&Orienta” di Verona (la fiera nazionale dell’orientamento che viene fatta ogni anno), ho visto lo stand della scuola di parrucchiere, prima non mi ero chiesto cosa volessi fare, l’ho scelta perché mi piaceva. Ma non mi è piaciuta la scuola, infatti ho fatto tutt’altro appena ho finito gli studi». Dal supermercato, al lavoro stagionale, fino al cameriere. Alessandro ha fatto tanti lavori in Italia e all’estero. Aveva deciso di non fare il parrucchiere, perché ciò che gli avevano insegnato non gli era piaciuto. Eppure le mani nei capelli le ha sempre messe. Amici, parenti e conoscenti. Chiunque avesse bisogno di un taglio o di altro, lui lo ha sempre fatto con piacere, perché i capelli sono sempre stati la sua passione, più che il lavoro di parrucchiere in sé. Parlando delle prime impressioni su questo mestiere ha raccontato: «Mi sembrava troppo facile. Non è che non mi sentivo pronto. Vedere che riuscivo a fare il parrucchiere non mi sembrava vero. Perché le cose belle non sono facili. Non credo realmente alla vocazione, credo che in parte ce la creiamo noi. Se fossi stato a contatto con altri ambienti, avrei fatto altro». Poi viaggiare, le esperienze fuori dall’Italia hanno fatto molto. Alessandro è tornato da poco da un’esperienza spagnola durata due anni. Lavorava in tre saloni dello stesso proprietario e un giorno alla settimana ne gestiva uno da solo. «Eravamo circa venti ragazzi. Questa esperienza mi ha fatto credere ancora di più in quello che faccio.

di Oriana Orlando


Seguici sui nostri canali