il caso

Pedopornografia: scaricavano e condividevano foto e video, nei guai anche un 55enne bresciano

Le indagini permetteranno di chiarire ulteriormente i contorni della vicenda e identificare le giovani vittime sia in Italia che all'estero

Pedopornografia: scaricavano e condividevano foto e video, nei guai anche un 55enne bresciano
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Pedopornografia: scaricavano e condividevano foto e video, nei guai anche un 55enne bresciano.

Scaricavano e condividevano materiale di pedopornografia

Questo quanto emerge da una maxi operazione della Polizia di Stato e che ha preso il via dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Milano. A livello geografico ha interessato l'intero territorio nazionale oltre a numerose perquisizioni di carattere informatico.

In particolare  gli investigatori della Polizia Postale di Brescia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno perquisito otto soggetti sospettati di aver scaricato e condiviso foto e video pedopornografici. L’attività è scaturita dall’analisi di una serie di segnalazioni pervenute, nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, molteplici connessioni internet, riferibili a utenze italiane, utilizzate per scambiare materiale pedopornografico attraverso una nota piattaforma di messaggistica.

Hanno fatto di tutto per rimanere anonimi

Non sono bastate le strategia messe in atto da parte dei responsabili per non essere scoperti: gli stessi, in particolare, si erano registrati sui social con false generalità e adottando  particolari accorgimenti tecnici per rimanere anonimi sulla rete. Gli investigatori, però, sono riusciti lo stesso a mettersi sulle loro tracce grazie all'incrocio delle tracce informatiche acquisite dal collaterale estero con quelle  rilevate durante le indagini.

Il 55enne bresciano

Nel caso specifico del 55enne bresciano, in particolare, è stato trovato anche del materiale con bambini davvero piccoli, il tutto salvato nella galleria dello smartphone e nello spazio cloud.

L’uomo, da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva, è stato quindi arrestato e i dispositivi informatici e il cloud sequestrati saranno sottoposti ad analisi forense volta a meglio delineare la condotta illecita e a identificare le piccole vittime, sia in Italia che all’estero.

In evidenza un'immagine d'archivio.

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