Pubblicato:
Aggiornato:
Il racconto emozionante del fondatore dell'Associaizone: «Il primo ingresso? Non te lo scordi facilmente»
«”Pazzi di rugby in corsia” nasce da un insieme di emozioni che ho avuto l'onore di vivere in varie iniziative ed eventi che ho organizzato. Ho visitato come primo ospedale quello di Borgo Trento di Verona e poi via via i vari reparti dell’Ospedale civile di Brescia. Il primo ingresso? Non te lo scordi facilmente perché tu entri carico di aspettative, convinto di essere tu a portare e donare invece esci e ti accorgi di essere entrato in una dimensione totalmente diversa. La vita quotidiana e il tempo prendono tutto un altro valore, e persino ciò che la maggior parte delle persone chiama problemi non sono altro che il frutto di una quotidianità vuota e priva di valori...Quando esci capisci realmente cosa etichettare come “problema”, perché grazie a ciò che viviamo in corsia sappiamo realmente darne il giusto peso. E’ questo il dono più grande che riceviamo ogni volta che incontriamo un bambino, un genitore che vivono quotidianamente una realtà totalmente diversa. Ora ti racconto una cosa che mi ha raccontato il Dottor Moreno del Civile dopo la mia prima volta in ospedale con i bambini. Un giorno, uscito dal reparto dopo l'ennesima chemioterapia, arrivò al semaforo, scattò il verde e l'automobilista davanti a lui non partì perchè era perso nel guardare il suo telefonino. Iniziò a suonare urlandogli di sbrigarsi. Mentre guidava il bambino che stava trasportando tirò fuori dalle sue tasche una mascherina, la mascherina che aveva appena indossato dopo la sua chemioterapia e la attaccò allo specchietto della macchina...Allibito gli chiese del perché l'avesse appesa lì e non l'avesse buttata. Lui gli rispose: “Papà so quanto stai soffrendo anche tu per me, per colpa mia, ma credimi ogni volta che ti viene da arrabbiarti guarda la mascherina e pensa quanto sto soffrendo anch'io e se vale davvero la pena arrabbiarsi."
E’ da quel momento che è nata la mia iniziativa «Pazzi di Rugby in corsia», un appuntamento quindicinale vissuto da fantastici volontari e aperto a tutti indistintamente. Se lasciate fare al cuore, non esistono nè limiti nè freni per vivere la vita e darle davvero un senso».
«Le emozioni che vivo nei reparti sono infinite, molto difficili da spiegare a voce...Ma una tra le più incredibili è quell'espressione di piacevole stupore che si dipinge sul volto dei bimbi, e dei loro genitori, nel vederci arrivare. Ecco quel momento di magia, colori e luce che portiamo fa dimenticare loro, anche se per pochissimi minuti, tutto il buio che stanno vivendo e questa è una sensazione di immensa gratitudine».