Patenti facili, organizzazione attiva anche nel Bresciano
Al momento sono stati individuati quaranta candidati denunciati all'autorità giudiziaria, per loro è scattato il ritiro della patente. Le indagini, tuttavia, non sono ancora terminate
Patenti facili, organizzazione attiva anche nel Bresciano.
Patenti facili: la banda sgominata
Come è possibile? Gli automobilisti in questione hanno acquistato il documento di circolazione falso da un'organizzazione criminale che è stata scoperta e sgominata grazie ad un'indagine capillare condotta dalla Procura di Bergamo. Come riporta PrimaBergamo in tutto gli arrestati sono quindici e tutti con precedenti.
Di questi quattro sono finiti dietro le sbarre e gli altri ai domiciliari. Su tutti loro pende l'accusa di associazione a delinquere con la finalità di falso, sostituzione di persona, falsa attestazione a pubblici ufficiali sull'identità, contraffazione di documenti, falso ideologico di attestazioni nelle relazioni mediche.
Attiva anche nel Bresciano
Al suo interno l'organizzazione era composta da egiziani, indiani e pakistani. La base principale era nella bergamasca ma agiva anche nel Bresciano e in altre province del Nord Italia ( Lecco, Varese, Lodi, Arezzo, Como, Treviso, Firenze, Novara, Sondrio e Milano). Il capo della banda, un pakistano in Italia da tempo e con precedenti per sostituzione di persona. Era lui che faceva girare l'intera organizzazione. Coordinava procacciatori di clienti, suggeritori all'esame, esperti informatici e un falsario della provincia di Milano.
Il modus operandi dell'organizzazione era «molto sofisticato, con l'utilizzo di mezzi tecnologici di ottima fattura», ha spiegato il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, affiancato dal dirigente della Polizia di Stato Carlotta Gallo, e dal comandante della Polizia Stradale Mirella Pontiggia che hanno effettuato le indagini.
L'organizzazione e il modo di operare
Gli esami della patente in Motorizzazione venivano "falsati" in due modi diversi. Il primo attraverso sostituti dei reali candidati. Membri dell'organizzazione particolarmente preparati che si presentavano all'esame al posto del candidato vero, con documenti contraffatti nella fotografia. Una volta passato l'esame, poi il candidato reale denunciava lo smarrimento della patente, che nel giro di poco tempo veniva sostituita con una lui intestata, stavolta vera.
Il modus operandi
L'altro metodo utilizzato è quello di microcamere, microfoni e ricetrasmittenti fatti indossare ai candidati, guidati da un suggeritore esterno. A Brescia è accaduto che gli aspiranti passassero indenni il metal detector e i sensori di rilevazione, grazie all'intervento di un controllore compiacente della Motorizzazione stessa, che spegneva gli apparati di verifica al loro passaggio. L'uomo si trova agli arresti domiciliari.
L'approntamento della documentazione necessaria per presentarsi all'esame veniva effettuato attraverso un'autoscuola e un'agenzia di pratiche automobilistiche con sede in Bergamasca. La prima coinvolta come procacciatrice di clienti, la seconda inserita a pieno titolo nell'organizzazione. Ai clienti veniva offerto un "pacchetto servizi" dal costo variabile fra i due e i quattromila euro, a seconda che si trattasse di un suggerimento da remoto oppure della più rischiosa sostituzione di persona. Fra i procacciatori c'era anche un italiano di origine rom.
A loro la Polizia è arrivata dopo un'indagine partita nel luglio 2022. L'operazione è stata denominata "Trasformers". Al momento sono stati individuati quaranta candidati denunciati all'autorità giudiziaria, per loro è scattato il ritiro della patente. Le indagini, tuttavia, non sono ancora terminate.