il progetto

Parte la raccolta fondi per restaurare l’organo della Parrocchiale di Coccaglio

Realizzato nel 1882 e inutilizzato da 40 anni, lo strumento realizzato da Giovanni Tonoli oggi è in preda al degrado: per farlo rinascere servono 150mila euro

Parte la raccolta fondi per restaurare l’organo della Parrocchiale di Coccaglio
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di Emma Crescenti

Di anni ne ha quasi 150, di cui gli ultimi 40 trascorsi nel completo disuso. Ma per l’organo di Coccaglio, una delle ultime grandi opere del maestro organaro Giovanni Tonoli, la rinascita passa dal progetto di restauro fortemente voluto dalla comunità parrocchiale e presentato domenica pomeriggio dal parroco don Gianfranco Rossi e da Claudio Donghi.

Parte la raccolta fondi per restaurare l’organo di Coccaglio

Costruito nel 1882, già sottoposto a un primo intervento nel 1913, lo strumento (in cui, in verità, si «fondono» due organi) è composto da 42 registri e 1.147 canne, di cui 25 di facciata distribuite su tre cuspidi, con tanto di tastiere originali, che oggi versano in uno stato di conservazione precario. Il passare del tempo, così come l’inutilizzo e la sporcizia che si è accumulata negli anni, hanno provocato un lento e progressivo degrado delle varie componenti, ora in preda a muffe, ruggine e parassiti xilofagi che hanno divorato gli elementi in legno.

L’intervento, che verrà affidato a una realtà specializzata di Ponteranica (nella bergamasca) prevede il restauro integrale completo dell’organo, che manterrà la fisionomia originale, il reintegro delle parti (che verranno asportate, restaurate e ricollocate dopo la sistemazione) e la ricostruzione in stile di quelle completamente mancanti, strutturali, meccaniche e foniche, «al fine di restituire l’opera nelle migliori condizioni di efficienza e integrità», ha spiegato Donghi.

«Facciamo rinascere questa realtà così bella»

Reduce da una condizione economica non facile, il primo pensiero della parrocchia di Santa Maria Nascente in questo «momento di respiro» è stato per il suo organo, «una realtà così bella che vorremmo far rinascere», ha aggiunto il parroco.

L’intervento oggi cuba circa 150mila euro. Per coprire una parte si spera nella risposta positiva della Cei, che ogni anno mette a disposizione dei fondi per il restauro degli organi delle chiese. «Faremo richiesta per i fondi del 2026, dato che l’anno prossimo ci sono già due opere finanziate, che in caso potrebbero coprire circa il 30 per cento del costo totale», ha continuato don Rossi. Per finanziare la rimanente si punta alla sensibilità e al buon cuore dei cittadini, che potranno «adottare» una delle canne dell’organo partecipando alla raccolta fondi con una donazione (a breve verrà comunicato l’Iban). All’ingresso della parrocchiale rimarranno esposti dei cartelloni per aggiornare la comunità in tempo reale, per seguire passo dopo passo la rinascita dell’opera nella speranza che, nel 2027, l’organo di Tonoli torni a cantare.

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