Ordinò la strage di Gornji Vakuf: Paraga è libero
Il sopravvissuto Agostino Zanotti: "Non provo rancore, ma vorremmo sapere il perché del suo gesto"
Paraga è libero. L'ex comandante bosniaco Hanefija Prijic, condannato per aver ordinato la strage di Gornji Vakuf, è stato rilasciato il 28 agosto come già annunciato da diverse settimane.
Rilasciato il comandante Paraga
Era il 29 maggio 1993. I tre volontari bresciani Guido Puletti, Fabio Moreni e Sergio Lana persero la vita in un terribile eccidio tra i monti bosniaci, a Gornji Vakuf. Oggi, 25 anni dopo, l'uomo da cui secondo l'accuesa era partito l'ordine è tornato in libertà. Hanefija Prijic, conosciuto come comandante Paraga, è uscito dal carcere e tornato dalla sua famiglia.
I processi
Due le condanne ricevute dall'ex comandante. La prima era stata emessa dai giudici bosniaci nel 2002, scontata con 13 anni di reclusione. Il processo italiano, invece, a marzo del 2017 lo aveva condannato all’ergastolo. Pena poi ridotta a 20 anni in Appello, come stabilito dei primi di ottobre. L’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato di Paraga Chantal Frigerio, che aveva insistito sul fatto che l’ex comandante non dovesse essere processato in territorio italiano e, dopo la condanna, che gli anni già scontati fra Bosnia e Italia fossero scalati dalla nuova pena. era stata rifiutata dalla Corte e Paraga era rimasto in carcere a Vigevano.
La scarcerazione
La Cassazione a luglio aveva però confermato e reso definitiva la condanna a 20 anni. Anni che Hanefija Prijic aveva ormai scontato. Ufficialmente libero da 23 giungo, Paraga è rimasto recluso, in attesa della relazione delle autorità tedesche per la detenzione scontata in Germania dal 26 ottobre 2015 al 19 febbraio 2016. Ora, invece, non ci sono più sbarre sulla strada dell'ex comandante.
Il commento dei sopravvissuti
"Se i giudici hanno deciso così, è giusto che esca dal carcere", ha commentato Agostino Zanotti, il roncadellese che insieme a Christian Penocchio era riuscito a sfuggire ai fucili del soldati bosniaci. "Per noi è già stato importante che siano state evidenziate le sue responsabilità con una condanna non solo in Bosnia, ma anche in Italia - ha continuato - Sinceramente non provo alcun rancore verso di lui, sul fatto che sia libero e che si tornato dalla sua famiglia. Certo, sarebbe meglio che non avesse fatto quello che ho fatto: questo è un privilegio che Guido, Fabio e Sergio non hanno avuto. Rimane però irrisolto il perché abbia dato l'ordine di sparare. Quello che vorremmo è che alle famiglie venisse consegnata una dichiarazione di responsabilità".