Omicidio Calcinato, chiesti 30 anni per Dione Cheikh

Omicidio Calcinato, chiesti 30 anni per Dione Cheikh
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Omicidio Calcinato, chiesti 30 anni per Dione Cheikh. La difesa ha chiesto la perizia psichiatrica.

Chiesti 30 anni

Si è svolta ieri la prima discussione del processo con rito abbreviato contro Dione Cheikh, il senegalese residente a Calcinato in via S. Germano che la sera del 5 marzo 2017 uccise a coltellate Gennaro Esposito, anch'egli residente a Calcinato, in piazza della Repubblica dove viveva con la moglie senegalese e due figlie.

Omicidio volontario

Il senegalese dovrà rispondere di omicidio volontario. Il Pm Erica Battaglia ne ha infatti chiesto la condanna a 30 anni. La difesa del senegalese invece ha chiesto una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e volere dell'uomo e  valutare le capacità cognitive del paziente durante l'omicidio.

  La rissa e l'aggressione

Quella sera, Gennaro Esposito avrebbe raggiunto il senegalese, il perchè ufficiale sarà chiarito alla fine delle indagini, per ora legate al giro di spaccio. Ad un certo punto, stando alle testimonianze dei residenti della via del centro storico, i due avrebbero iniziato a discutere, prima nell'abitazione del padre di Cheick e poi nel cortile, dove i toni si sarebbero alzati sfociando nel giro di pochi attimi in un’ aggressione. Rientrato in casa l'uomo avrebbe preso un coltello da cucina e ferito con diversi colpi Esposito, diversi alla schiena e uno mortale al petto. Ferite che non hanno dato scampo a Esposito che sarebbe morto ancora prima dell'arrivo dei soccorsi. A chiamare i carabinieri i vicini di casa che avrebbero assistito anche l'uomo munirsi di coltello e uscire dalla casa urlando. La scena si è consumata nel giro di pochi secondi. Una volta arrivati i militari del comando di Desenzano del Garda e di Calcinato, la scena che si era presentata loro era chiara quanto brutale. Un uomo a terra, in mezzo alla strada che conduce alla palazzina, in un lago di sangue. All'interno del monolocale al piano terra, un uomo intento a lavarsi le mani e gli abiti imbrattati di sangue.

Decisione del giudice

La perizia richiesta è già stata respinta una volta. La sentenza è fissata per il 5 aprile.

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