Omicidio di Provaglio d'Iseo: il 19enne ha confessato
Ha confessato tutto mercoledì notte (1 gennaio 2025), raccontando la propria versione dei fatti
Ventiquattro ore di indagini, poi il crollo sotto le domande degli inquirenti. Ha confessato tutto mercoledì notte (1 gennaio 2025), raccontando la propria versione dei fatti, il 19enne di Prevalle Matías Pascual arrestato per l'omicidio di Roberto Comelli, 42 anni, ucciso con una coltellata al petto davanti al Centro civico di Provaglio d'Iseo, durante il veglione di Capodanno.
Confessa il barista 19enne di Prevalle
Incensurato, impiegato come barista in un locale della zona, gli inquirenti lasciano filtrare il ritratto di un ragazzo profondamente provato da quanto accaduto, che - almeno questa è la sua versione - non si sarebbe accorto della gravità delle condizioni della vittima. Eppure è finita così, nel peggiore dei modi possibili. Una notte di Capodanno obnubilata dall'alcool, la cui tragedia come spesso capita è apparsa nitida solo poco prima dell'alba. Con un uomo morto sull'asfalto e un ragazzino che si affacciava alla vita, e che ora invece è in carcere. Dovrà pagare il suo conto. Ma soprattutto, dovrà vivere con il peso di un omicidio sulle spalle.
Il cenone a Provaglio d'Iseo e il 42enne escluso
Tutto è cominciato in serata, prima della mezzanotte. Il Centro civico di Provaglio - una struttura pubblica di proprietà comunale dove si tengono tra l'altro diverse feste - era stato affittato per un veglione di San Silvestro da un gruppo di ragazzi del posto, tutti tra i 17 e i 19 anni. Una settantina i presenti, stando a quanto emerso. Non era ancora la mezzanotte quando Roberto Comelli ha raggiunto per la prima volta la festa in via Battisti. Non è un personaggio facile, Comelli. Oltre a qualche precedente di polizia alle spalle, il 42enne originario di Corte Franca aveva trascorso la serata di Capodanno abbondando con gli alcolici, così come del resto anche parecchi dei ragazzini partecipanti alla festa cui avrebbe voluto partecipare, pur senza invito. Nel corso della serata sarebbe stato cacciato anche da un altro locale del paese, ubriaco e molesto. Arrivato alla soglia della festa privata poco prima di mezzanotte, aveva chiesto con insistenza di entrare. Plausibile che conoscesse qualcuno degli adolescenti presenti, o che almeno qualcuno di questi conoscesse lui: un personaggio noto e un po' turbolento. Una festa di ragazzini e un quarantenne rimasto ai margini della sua stessa vita, che forse semplicemente non voleva trascorrere la mezzanotte da solo. Non c’entravano nulla, lui e i partecipanti di quella festa. E proprio per questo è stato allontanato una prima volta, proprio poco prima del conto alla rovescia e del brindisi.
Lui non si è dato per vinto. Attorno alle 4 di mattina è tornato sul posto, convinto stavolta di potersi imbucare e trascorrere almeno qualche ora in compagnia. Ma con le ore, e con le bottiglie, era scivolato via nel frattempo anche il senso della realtà e ogni freno inibitorio. Lui fuori, ripetendo la questua di poche ore prime. I ragazzi insistevano nel non farlo entrare. Così è stato il 19enne, a sua volta alterato, a intervenire. Esce, lo affronta. Davanti alla struttura di via Battisti scoppia un alterco, volano parole grosse che diventano subito una lite. E poi spunta il coltello. Un coltellaccio da cucina lungo una trentina di centimetri: il 19enne l'aveva preso poco prima dalla cucina dello stesso centro civico, che dispone di un'area per la preparazione dei pasti. Il giovanissimo barista tira un fendente unico, al petto. Comelli non reagisce: si accascia nel giro di pochi secondi, sull'asfalto gelido.
I carabinieri tentano il massaggio cardiaco
Immediato l'allarme, dato da alcuni degli stessi presenti. Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Chiari, che per primi hanno cominciato il massaggio cardiaco sull'uomo, le cui condizioni erano probabilmente già del tutto compromesse. All'arrivo dei sanitari del 118 non è rimasto che constatare il decesso e cominciare le indagini. L'arma del delitto è stata ritrovata a pochi metri di distanza dal luogo dell'omicidio.
Sentiti i presenti, i militari dell'Arma non ci hanno messo molto a individuare il presunto responsabile, che è stato sentito a lungo anche nella notte seguente, una volta ripresosi dallo shock della serata. Ha fornito la sua versione dei fatti, e sarà ora l'avvocato difensore del ragazzo a cercare di alleggerire la sua posizione davanti al pubblico ministero. Quel che è certo è che l’anno si apre con una tragedia e due vittime, come spesso accade. Un uomo ucciso e un ragazzino la cui vita resterà irrimediabilmente segnata.
Ai margini, ma con un cuore buono
Molto conosciuto in paese, separato, Comelli non era nuovo a episodi del genere. Spesso, racconta chi lo conosceva, capitava che attaccasse briga, magari anche a causa di qualche bicchiere di troppo. Era successo qualcosa di simile anche pochi giorni fa, in un bar della zona. Una serata tranquilla, tra Natale e Capodanno. Comelli entra in un bar, dà in escandescenze, intervengono i carabinieri e lui se la prende anche con quelli. Rimediò una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale. Ma il carattere sanguigno e le intemperanze non giustificano certo un omicidio.
Sul proprio profilo di Facebook si faceva chiamare «Mek», e postava soprattutto immagini e appelli relativi a cani abbandonati, da dare in adozione.
In un video postato lo scorso anno riporta le parole di un successo di Ligabue di qualche anno fa, «Tra palco e realtà»: «E abbiamo fame di quella fame che il vostro urlo ci regalerà e abbiamo l'aria di chi vive a caso, l'aria di quelli che paghi a peso». E poi fotografie di feste, gente che balla spensierata e tranquilla. Immagini della vita quotidiana al lavoro. Chi lo conosceva lo ricorda come una persona solare, per quanto talvolta turbolento.