Omicidio Cristina Maioli, in appello chiesti 21 anni di carcere per il marito
Nella sentenza di primo grado il coniuge venne assolto.
Era stato assolto, in appello chiesti 21 anni di carcere.
Una drammatica vicenda
Risale a due anni e mezzo fa la drammatica uccisione di Cristina Maioli, professoressa di Lettere all'Itis Castelli di Brescia. La donna si trovava all'interno del suo appartamento di via Lombroso in città quando venne colpita con un mattarello. A ciò fece seguito l'accoltellamento alla gola e alla gamba da parte del marito Antonio Gozzini. Quest'ultimo, una volta compiuto l'efferato delitto, rimase a vegliare il corpo della defunta moglie per le successive 24 ore.
La prima sentenza ad un anno dalla tragedia
A circa dodici mesi dalla tragedia giunse la sentenza di primo grado nella quale il marito venne assolto dall'accusa di omicidio volontario. L'uomo era stato infatti giudicato incapace di intendere e volere, il fatto era stato infatti ricondotto ad un raptus causato dalla gelosia. Le cose sono state però valutate da un altro punto di vista nel corso del processo d'appello dove l'accusa ha chiesto una condanna pari a 21 anni di carcere, secondo il procuratore generale di Brescia l'uomo era invece capace di intendere e volere.