Note e percussioni per superare la dislessia

Note e percussioni per superare la dislessia
Pubblicato:
Aggiornato:

Musica, meccanica e cocacola queste sono le tre passioni che caratterizzano Claudio Rumi, classe 1999. Il terzo componente dei tre ragazzi che si sono esibiti al «Caffè degli Artisti», ma lui ha molto più da raccontare. Capelli lunghi, sguardo di rivincita e con la musica che scorre nel sangue che per Claudio è stata la sua «salvezza». Si è avvicinato alla musica fin da piccolo, precisamente in terza elementare, quando sia i genitori sia la maestra si erano accorti della sua difficoltà di apprendimento, ma soprattutto della sua difficoltà nella lettura e nella scrittura.

«Questa sua “diversità” - ha raccontato la madre- non lo ha mai fatto sentire inferiore agli altri, ma ovviamente lo rendeva molto nervoso». Un bambino vivace a cui piaceva stare insieme ai suoi coetanei, ma con dentro di sè una visione sfocata e disturbata di vedere e di comprendere le parole, lo sforzo di mantenere gli occhi ben focalizzati per fissare le parole gli creava un ulteriore stress emozionale.  Dislessia disortografica: questa la diagnosi che l’Ospedale Civile di Brescia ha riscontrato. Un problema quello di leggere fluidamente, comprendere il testo e la criticità  di comporre le parole correttamente, per esempio con le doppie e le «h» al posto giusto. Da bambino anche solo impugnare una semplice penna  era indice di disturbo, portandolo a scrivere in modo disorganizzato, squilibrato e irregolare nella proporzione delle lettere. 

Claudio ha iniziato così la sua sua battaglia con l’aiuto della «musicoterapia» imparando a suonare la chitarra e soprattutto con l’interessamento adeguato della sua maestra che si è presa il compito di aiutarlo e di stargli vicino seguendolo in questo suo cammino, lui stesso spiega: «Con la chitarra ho imparato i suoni e l’uso delle doppie, ma non mi trasmetteva ciò di cui avevo bisogno, con la batteria invece ho imparato la coordinazione ed è scattato il colpo di fulmine, avevo capito di essere portato». Non è stato semplice, era difficile mantenere il ritmo con gli altri compagni di musica, ma lui non si è mai scoraggiato, quel bambino non solo iniziava a migliorare ma iniziava a sentirsi nuovo, come rinato, senza mai scoraggiarsi. Sono stati gli insegnanti dell’Accademia Musicale di Castenedolo a seguire quel bambino, portandolo ad essere il ragazzo di oggi. «La batteria continuo a suonarla, ormai fa parte di me, assordando le pareti di casa e non solo. Suonare è come uno sfogo così come ascoltare i miei gruppi preferiti tra cui gli AC-DC, Metallica, Deep Purple e altri».

Con l’ hard rock Claudio ha vinto e di conseguenza ha portato avanti l’altra sua passione: la meccanica ed i motori. Ora frequenta la «Scuola Bottega Artigiani» di San Polo, per poter coltivare il suo sogno di possedere una sua officina: «L’amore per i motori ce l’ho nel dna, una malattia congenita di famiglia e mio padre, appassionato anche lui come me, mi sta a fianco sperimentando e smontando motori nel garage di casa». Claudio è un ragazzo semplice e soprattutto tenace che sa mettere in sesto qualsiasi cosa, da una bicicletta ad un motore della Porsche, e se anche continui a non amare la lettura, ha acquisito sicurezza in se stesso facendo ciò che gli piace: suonare e aggiustare motori.


Seguici sui nostri canali