Cronaca

Nicola Brusco e Dino da Sandrà

Nicola Brusco e Dino da Sandrà
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Tradizioni e dialetti vengono difesi e tramandati in tutte le province d’Italia, ma in zona c’è qualcuno che ha deciso di farlo con vignette e cartoni animati ironici e che ripercorrono i tratti del «veronese tipico»; uno stereotipo comune tra tutte le persone. Il personaggio ormai noto a tutti è «Dino da Sandrà» anche se in realtà l’inventore è originario di Cavaion Veronese. Il suo nome è Nicola Brusco ed è nato il 1° luglio 1977. Nicola è un ingegnere informatico nell'area web laureatosi all’università degli studi di Padova. La sua unione con la frazione di castelnovese affonda le radici nei ricordi che ha di quando era bambino. «Quando facevo arrabbiare, mi dicevano “No sta far come el Dino da Sandrà” ma non so bene cosa significasse. Sembra però che questo personaggio sia esistito davvero» ha raccontato Nicola. Il suo celebre personaggio si chiama «Dino da Sandrà», vive al bar e parla esclusivamente nella variante veronese della lingua Veneta. Dino ama le donne, il vino e la birra a cui fa spesso riferimento nei sui video, spesso con aneddotti delle vecchie generazioni che oggi fanno parte di ricordi condivisi da moltissime persone e che le tiene unite nonostante il metissage odierno. La frase celebre e frequente di Dino è «Oste la bira».
Com'è nato il personaggio di «Dino da Sandrà» e perché? Quali i tratti culturali e lessicali?
«Un po' per caso, come tutti i miei personaggi. Avevo la passione dei proverbi e avevo lanciato ai miei lettori l'idea di una raccolta di proverbi da tutta italia. Scoperte analogie e differenza, mi ero concentrato su una serie di proverbi molto buffi facendone un cartone animato, che era diventato virale sui cellulari; non c'erano ancora Youtube, Facebook o gli Smartphone, ma c'era un piccolo formato, il 3gp, con il quale si potevano scambiare i filmatini via mms. Dino è una persona buona, che si interessa da sempre delle tradizioni Veronesi come la cucina, i detti e i proverbi. Da una decina di anni Dino si interessa anche della storia e della cultura venete. Basti pensare al dvd realizzato con il Consiglio Regionale Veneto «Alla scoperta del Veneto» e distribuito alcune) scuole».
Quando è nato «Dino da Sandrà» e quali sono i personaggi collaterali: chi sono e perché proprio loro affiancano Dino? Di chi sono le voci dei personaggi?
«Ho creato Dino nel 2004 circa; quand'era ancora acerbo era la spalla del “Mago Gi”, poi ha conquistato la scena. Gli altri personaggi lo completano. C’è l'Omino Timido, che è la nemesi di Dino. Per esempio quando Dino è spaccone e ha successo con le donne, l'Omino è timido e non “cava un ragno dal buco”. Poi c’è Carolin, che è la morosa o almeno lei dice di esserlo. Poi ci sono alcune persone vere che ho trasformato in cartoni: Spartaco dal Volon, il Gamba, il Dolso. Loro sono amici che mi accompagnano da qualche anno in quest'avventura. Le voci di Dino, Carolin, dell’Omino e di eventuali comparse sono mie, mentre Spartaco e Gamba sono quelle dei miei amici».
Quante visualizzazioni ha ottenuto?
«Temo sia impossibile calcolarle proprio perché quando ho cominciato non c'erano Youtube o Facebook. Oltretutto su Whatsapp, che è un grosso veicolo, non ci sono statistiche a supporto e certi cartoni animati sono su altri canali, come quello del Consiglio Regionale. Diciamo che il mio canale Youtube ha poco meno di 6 milioni di visualizzazioni, per avere un'idea. Il cartone più visto tra quelli culturali è «L'alfabeto Veneto» che su Youtube ha raggiunto le 438mila visualizzazioni. Considerato che il Dino parla in dialetto veronese, quindi una lingua parlata da pochi, rispetto ovviamente all'Italiano ma anche al Veneto di Venezia, Padova o Treviso, molto più diffuso, ne sono molto soddisfatto».
Ha in mente altri progetti di qesto tipo?
«Sì, ci sono altri progetti. Mi piacerebbe realizzare un cartone sulla storia di Verona. Per il momento sto scrivendo il testo, partendo dalla preistoria. Ci sarà “Dino da Sandrà” che attraverserà le varie epoche». 
Negli anni sono stati creati altri personaggi da Nicola e quelli che hanno avuto una certa continuità sono: il professor Dindiot che insegna sbagliando di proposito. La famiglia signappola, gli sportzoi e diversi altri personaggi la cui vita è stata più breve, come il ciccio, Mario pitor e il mago Gi, per quest’ultimo l’ispirazione è arrivata osservando un uomo bardolinese. Il personaggi più recente è la dottoressa Sberloni, una dottoressa che cura ogni problema con il proprio personalissimo metodo: gli «sberloni».

di Adele Oriana Orlando

Da Gardaweek del 15 settembre 


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