Nedelcu: «i cittadini si erano già espressi nel 2011»

Nedelcu: «i cittadini si erano già espressi nel 2011»
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In questi giorni si sta deliberando in tanti comuni la mozione a sostegno del referendum consultivo provinciale per mantenere pubblica la società «Acque Bresciane», tra questi compare anche il Comune di Bedizzole riunitosi giovedì 21, in Consiglio Comunale.

Sono giorni caldi nella nostra provincia per la gestione del bene comune più importante: l’ acqua. Un’ondata di delibere ha sorpreso la segreteria del Pd provinciale. 

«Grazie al generoso lavoro dei promotori, cioè del ‘Comitato Acqua Bene Comune’ costituitosi per il referendum in ‘Aqua Alma ONLUS’, il traguardo è vicino: mancano poche delibere a favore per raggiungere entro la fine del mese il numero necessario di comuni. E’ stabilito infatti che siano almeno in venticinque comuni a voler indire un referendum e che essi rappresentino almeno il 3% dei cittadini residenti nel territorio provinciale» spiega il consigliere di maggioranza Daniela Nedelcu. «I cittadini si erano già espressi contro laprivatizzazione della gestione del servizio idrico con il Referendum del 2011. Contrariamente, la provincia di Brescia e la segreteria del Pd bresciano insistono per l’ingresso del socio privato quotato in borsa nella società pubblica «Acque Bresciane srl» nata all’inizio del 2016 per gestire il Servizio Idrico Integrato della provincia di Brescia. E’ chiaro invece che tanti sindaci e tanti consiglieri comunali vogliono permettere ai loro concittadini di esprimersi ancora a riguardo». Anche a Bedizzole, da consultazioni pre seduta consigliare, è risultato che le tre mozioni presentate da tre gruppi consigliari verranno congiunte e approvate all’unanimità anche dal quarto gruppo, il quale non è riuscito a depositarla in tempo utile. A favore dell’entrata del socio privato in Acque Bresciane srl a maggioranza relativa sta la necessità di investimenti per i quali un socio privato sarebbe estremamente utile.

A questo Nedelcu risponde: «Non è cosi. Dai documenti dell’Autorità di Ambito risulta che tutte le opere più importanti e urgenti sono state già finanziate, sia del Governo centrale, sia dalla Banca Europea di Investimenti, in parte a fondo perduto, i progetti più urgenti sono già avviati o in procinto. Inoltre se la gara europea non dovesse essere vinta da A2A c’è il rischio che il socio privato sia un’altra multinazionale straniera e che essa possa togliere ad A2A dei settori di intervento che invece potrebbero essere ricoperti secondo i bisogni di volta in volta espressi con gara dalla società pubblica «Acque Bresciane srl».

Non si ferma qui il consigliere Nedelcu che convinta contro la privatizzazione afferma: «tutti gli ATO lombardi sono gestiti da società interamente pubbliche. Queste hanno riunito le loro competenze e risorse per creare economia di scala e sostenere i costi di un servizio di qualità, senza aumentare la tariffa, attraverso l’utilizzo di alta tecnologia che permette agli operatori tecnici, ai dipendenti comunali e alla cittadinanza di avere strumenti ed informazioni in tempo reale secondo le loro necessità, permettendo agli organismi di controllo di monitorare la qualità. A questa piattaforma all’avanguardia che efficientizza i servizi possono accedere solo le società pubbliche. Inoltre, è molto importante ricordare che le competenze alte a buon prezzo si trovano solo se c’è concorrenza. Se la società privata dovesse lavorare con un contratto per una trentina di anni senza concorrenza (in regime di monopolio), si trasformerebbe in un carrozzone che porta via i soldi dei contribuenti e organizza dei subappalti sfruttando le piccole aziende locali».


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