Morti sul lavoro, presidio in tribunale per Mirko
Al via l'udienza preliminare per la morte di Scarpelloni, scomparso a soli 27 anni.
Al via l’udienza preliminare per la morte di Mirko Serpelloni.
Presidio in tribunale per i morti sul lavoro
«L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. Articolo 1. Costituzione della Repubblica Italiana. Gennaio/ottobre 2023, 868 incidenti mortali sul lavoro in Italia, 117 morti nel settore delle costruzioni in Italia. Nello stesso periodo a Brescia 12.792 denunce di infortunio, 43 incidenti denunciati al giorno, 3 morti al mese, 33 morti in totale. A Brescia ci sono 6 ispettori per la sicurezza sul lavoro. Ne servirebbero 30. Mirko Serpelloni è stata la vittima numero 24 solo nel bresciano. Non dimentichiamoci di come è morto. E i dati proseguono nel 2024 con 45 morti sul lavoro in Italia nel gennaio 2024 e 119 nel periodo gennaio/aprile 2024, mentre a Brescia da gennaio a maggio del 2024 sono 17 morti sul lavoro. La sicurezza sul luogo di lavoro la dobbiamo pretendere. E' un diritto di ogni lavoratore. E' un dovere di ogni datore di lavoro. Ogni anno le statistiche sono in aumento. Ogni anno migliaia di vite sono in pericolo. Non bisogna stare in silenzio. Tutti i lavoratori hanno il diritto di tornare a casa». Questo quanto scritto sui fogli di una trentina di ragazzi che hanno fatto un presidio davanti al tribunale di Brescia.
Un'azione per ricordare Mirko
Un'azione fatta per ricordare e chiedere che venga fatta luce sulla morte di Mirko Serpelloni, così come giustizia per tutti i morti sul lavoro. Poco più di anno fa in un terribile infortunio sul lavoro a Manerbio moriva Mirko Serpelloni.
Il 6 settembre del 2023 il 27enne bagnolese stava riparando la copertura esterna del capannone della Errepi Interni di Manerbio, per conto della Bettinelli Group di Robecco d’Oglio, quando è caduto al suolo da un’altezza di almeno sei metri. Il suo cuore ha cessato di battere in ospedale, cinque giorni dopo il tragico incidente.
Al via l'udienza preliminare
Nei giorni scorsi ha preso il via l'udienza preliminare per accertare le responsabilità del datore di lavoro e dell'azienda nella quale stava effettuando i lavori. Il giudice ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile dei famigliari di Mirko Serpelloni, rinviando al 13 febbraio la decisione. «Con questo presidio abbiamo voluto ricordare Mirko, ma anche non dimenticarci di come è morto – hanno spiegato la sorella Eva e la mamma Maruska -. E' una strade di morti bianche e non dovrebbero più esserci morti sul lavoro. Come abbiamo scritto anche in uno dei fogli mostrati, la sicurezza sul luogo di lavoro la dobbiamo pretendere. E' un diritto di ogni lavoratore. E' un dovere di ogni datore di lavoro. Tutti i lavoratori hanno il diritto di tornare a casa».