Morì dopo l'asportazione di un neo: in centinaia chiedono: «Giustizia per Roberta»
Dopo i drammatici fatti del Centro Anidra che ha coinvolto il medico di Manerbio Paolo Oneda (condannato in primo grado per omicidio colposo) i hanno voluto appoggiare Rita Repetto e la sua associazione «Pulce nell’orecchio»
«Non solo la famiglia Repetto ma tutta la cittadinanza chiede giustizia». Queste le parole di Rita Repetto che a tre anni dalla scomparsa della sorella Roberta sta lottando con tutte le sue forze per informare e sensibilizzare riguardo non solo la morte di «Bobby» ma soprattutto sulle condizioni che hanno portato al suo tragico epilogo: la scomparsa prematura tra atroci dolori. «Manca poco più di un mese all’inizio del processo in Corte d’Assise d’Appello che vede imputati per omicidio volontario Paolo Bendinelli, Paolo Oneda e Paola Dora. Quello che è accaduto a mia sorella poteva succedere a tutti - ha commentato - E io ringrazio chi da oggi al 21 novembre ci mette la faccia e cerca giustizia con me».
Morì dopo l'asportazione di un neo: in centinaia chiedono: «Giustizia per Roberta»
Sono infatti moltissime le persone che in questi ultimi giorni hanno voluto far sentire a Rita, alla sua famiglia e alla sua associazione La pulce nell’orecchio, forte vicinanza condividendo le foto dei propri volti insieme al messaggio «Giustizia per Roberta».
A parlare dell’accaduto, poco dopo l’uscita dell’articolo riguardante l’anniversario della morte di Roberta sul nostro settimanale, è stato anche il dottor Matteo Bassetti, che ha ripercorso l’accaduto e lanciato un monito che è stato per mesi il mantra di Rita: «Può succedere a tutti». Bassetti ha infatti detto: «Roberta ha trovato tanti pinocchi in camice sulla sua strada, la sua storia è la storia di tante persone fregate, truffate, uccise».
Con lui anche Diego Della Palma, che ha più volte appoggiato l’associazione di Rita invitando a seguire il suo operato e definendo «Tela del ragno anzi, tela dei malfattori» le persone che Roberta ha incontrato lungo la strada che l’ha portata alla morte.
La storia di Roberta Repetto
Aveva 40 anni, quando il 9 ottobre del 2020 ha lasciato la sua famiglia, i suoi amici in un dolore sordo: l’unica cosa che è rimasta dopo la sua perdita. Agente immobiliare e insegnante di yoga, una persona ricca di interessi e vitalità, per tutti semplicemente «Bobby», è morta stroncata dalle metastasi di un melanoma, dopo un’agonia durata due anni.
Nel 2018 la chiavarese era stata operata per togliere un neo su un tavolo da cucina del Centro Anidra di Borzonasca, senza anestesia né esami né terapia post operatoria. Nei mesi successivi erano comparsi i primi malesseri, sempre più forti: erano le prime metastasi, ma erano state sempre sottovalutate. «Tisane, bevande zuccherate e lampade di sale», queste le venivano suggerite dal medico che l’aveva operata, il dirigente di Manerbio Paolo Oneda, dalla psicologa che la seguiva, Paola Dora e dal guru del Centro Anidra. Dopo un anno e mezzo di agonia a dolori atroci Roberta era stata ricoverata, in condizioni disperate, prima a Lavagna e poi a Genova, all’ospedale San Martino. La diagnosi? Una gravissima forma di melanoma (tumore della pelle) ormai in metastasi in tutto il corpo. Per lei non c’è stato più nulla da fare. E’ morta sotto gli occhi dei suoi cari il 9 ottobre 2020.
Il processo
In primo grado il «santone» Paolo Bendinelli e il medico manerbiese Paolo Oneda sono stati condannati per omicidio colposo a tre anni e quattro mesi. Pene molto più leggere rispetto alle richieste del pm (16 e 14 anni), che ha riproposto l’omicidio volontario in concorso e, per Bendinelli, anche le accuse di maltrattamenti, violenza sessuale e circonvenzione di incapace. In primo grado è stata assolta Paola Dora, accusata di omicidio volontario, per la quale erano stati invece chiesti 10 anni. L’11 luglio 2023 si è tenuta la prima udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello, dopo il ricorso presentato dal sostituto procuratore Gabriella Dotto. La prossima udienza in programma, che garantirà altri passi avanti, si terrà nella mattinata del 21 novembre.