Morì dopo l’asportazione di un neo: tre anni e quattro mesi al medico manerbiese e al guru, assolta la psicologa
Per il gup di Genova si tratta di omicidio colposo. Tutti assolti per l'accusa di omicidio volontario, circonvenzione di incapace, violenza sessuale e maltrattamenti.
Oggi, venerdì 23 settembre 2022, è arrivata la sentenza del Tribunale di Genova.
Le condanne
Omicidio colposo, poco più di tre anni di reclusione e un risarcimento di 60mila euro. Queste le condanne per il guru del Centro Anidra e il medico manerbiese, assolta la psicologa. Non ci sarebbero state la volontà di uccidere, ma nemmeno la circonvenzione d’incapace, la violenza sessuale e i maltrattamenti nei confronti di Roberta Repetto secondo il giudice Alberto Lippini, che stamattina ha comunicato la sua decisione.
Insomma, di fatto, una pena “morbida” per il santone del centro di Borzonasca in provincia di Genova, Paolo Bendinelli e il dirigente dell’ospedale di Manerbio Paolo Oneda.
L'asportazione del neo senza esami e le cure alternative
Il medico manerbiese aveva asportato un neo sanguinolento a Roberta Repetto su un tavolaccio del centro olistico Anidra. Dopo l’operazione la quarantenne ha accusato forti dolori alla schiena, linfonodi e malessere, sintomi curati all'interno del centro, senza visite di altri medici con tisane zuccherate, lampade di sale e meditazione.
Il neo tolto dal medico Oneda si è palesato come causa delle patologie di Roberta solo dopo che la ragazza è stata "strappata via" dal centro dai parenti preoccupati. Una visita in ospedale ha chiarito immediatamente le condizioni della donna: il tumore maligno si era esteso per tutto il corpo, le sue condizioni disperate.
Roberta è morta a 40 anni, in una manciata di giorni, dopo essere uscita dal centro Anidra.
La richiesta del pm: 16 anni al guru, 14 al medico e 10 alla psicologa
Le accuse per il dirigente medico chirurgo di Manerbio, Paolo Oneda, la psicologa Paola Dora e del guru del centro Anidra Paolo Bendinelli erano di omicidio volontario, e per il santone “in aggiunta” la violenza sessuale, circonvenzione di incapace e maltrattamenti.
Ecco perché la decisione arrivata nelle scorse ore ha lasciato attonita la famiglia di Roberta Repetto, che ha fatto sapere di attendere le motivazioni del gup Alberto Lippini per poi procedere, anche alla luce del fatto che le richieste del pm fossero di 16 anni al guru, 14 al chirurgo e 10 alla psicologa Paola Dora, che ha seguito da vicino Roberta in tutti i mesi di permanenza al centro olistico.
"Mia sorella ha subito violenze sessuali e maltrattamenti, lo dicono le carte e la perizia", ha spiegato secca Rita Repetto.
I tre, medico, psicologa e guru si sono sempre dichiarati innocenti, secondo loro la ragazza non avrebbe voluto andare in ospedale perché "terrorizzata" dall’ambiente, perciò la loro responsabilità sarebbe del tutto marginale. Oggi, di fatto, sono stati assolti da tutte le altre accuse perché "il fatto non sussiste".