Montichiari, Vigilio Belletti uomo del futuro

Montichiari, Vigilio Belletti uomo del futuro
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Ci sono persone che attraversano la storia di una città, altre che la storia di una città, la fanno. Vigilio Bellettti appartiene a questa seconda categoria: lo abbiamo incontrato in occasione della «Festa di San Rocco» del quartiere «Quattro Vie» che lui ha fortemente voluto. Belletti, da dove nasce l’idea di una festa di San Rocco alle «Quattro Vie»? «Ho acquistato una stabile davanti all’attuale biblioteca e dipinta su un muro vi era un’immagine di San Rocco molto rovinata. Mia figlia Alessandra ha rifatto su formelle in ceramica l’immagine del santo prendendo spunto dal quadro che c’era nel vecchio ospedale e ho voluto che aggiungesse sullo sfondo San Pancrazio. Una volta definita l’opera ho invitato l’abate Bertoni a benedirla e da allora, ogni anno, in occasione della giornata dedicata a San Rocco, quello che prima era un momento religioso e di convivio frugale, si è trasformato in una vera e propria festa. C’è sempre il rosario, non mancano le torte e abbiamo anche la sangria preparata dalla famiglia De Feo». Poi ha voluto anche una pubblicazione annuale dedicata alla festa...

«Sì, una pubblicazione che racconta tutto ciò che è avvenuto e avviene nell’ambito delle “Quattro Vie”, snodo di grande importanza per la città al punto che la festa è diventata anche occasione di incontro tra l’Amministrazione e i cittadini e durante la serata, a tutti i presenti, viene regalata una copia della pubblicazione». Nel volume ci sono molti contributi interessanti e non mancano pagine di cultura dialettale... «Infatti tutti gli anni chiedo a Peppino Mura una poesia che racconti di emozioni legate al posto». Come nasce la sua passione per San Rocco? «E’ una passione cresciuta nel tempo, iconografica e storica». Lei ha ricoperto cariche politiche e professionali di grande importanza: ci ricorda un po’ del suo passato? «Professionalmente sono stato dirigente Asl e ho fondato la Scuola Bottega di Montichiari, un’istituzione che ha davvero aiutato tanto molti giovani monteclarensi, una creatura di cui vado fiero. Politicamente sono stato per 13 anni segretario della Democrazia Cristiana di Montichiari e per due mandati, per dieci anni, consigliere provinciale democristiano». Lei è stato un grande amico di Mario Pedini: ce ne ricorda la figura? Quali erano le sue migliori qualità? «Pedini era un grande moderatore, sapeva ascoltare tutti e i suoi avversari politici lo stimavano per questo; aveva una cultura straordinaria che gli permetteva di reggere il confronto con tutti i più grandi statisti. E’ stato anche un grandissimo diplomatico: è stato lui a risolvere una situazione drammatica in Biafra salvando 13 nostri connazionali e due cittadini tedeschi, ed è stato proprio grazie a questa grande operazione internazionale che sono arrivati i primi soldi a Montichiari, 500 milioni, per la costruzione del Centro Fiera mandati proprio dai tedeschi in segno di ringraziamento.

Non dimentichiamoci inoltre che Pedini ha creato l’alternativa al Servizio Militare creando il Servizio Civile che ha permesso a molti giovani di lavorare a favore delle comunità». Belletti, il suo è davvero un grande passato... E il suo presente? «Metto a frutto gli studi di Architettura che ho fatto al Politecnico di Milano dove mi sono laureato nel 1987; sono un grande appassionato di fotografia, di montaggio cinematografico che realizzo digitalmente; amo la Storia dell’Arte, in particolare il Rinascimento Italiano e gli Olandesi. Io stesso ho cominciato a dipingere. Sono particolarmente curioso del mondo social, ho mia pagina Facebook...». Un uomo del futuro...

Alberto Boldrini


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