Montichiari, le carrozze di Beschi sono arte
Montichiari e Firenze due città diverse per tradizione e cultura ma legate da qualcosa che le rende uniche. Nel capoluogo toscano, culla dell’artigianato più raffinato, si respira incredibilmente anche un po’ d’aria monteclarense e le eccellenze della nostra città sono apprezzate da tutti. Stiamo parlando delle carrozze artigianali di Pierluigi Beschi (nella foto), creazioni esclusive che sono state scelte ed acquistate dai vetturini fiorentini e si possono ammirare in piazza della Signoria e del Duomo dove trasportano visitatori ammaliati dalla bellezza della città, culla del Rinascimento e dalla passeggiata sopra uno dei mezzi più romantici di tutti i tempi. Pierluigi Beschi ha iniziato la sua attività come operaio tornitore dello zio Giovanni Beschi e poi come titolare di bottega ma è stata la sua grande passione per i cavalli a trasformarlo nello straordinario artigiano che è oggi. «La passione per i cavalli» ci racconta «l’ho sempre avuta fin da piccolo. Gli altri bambini amavano i cani e i gatti e io sognavo di possedere un cavallo. In famiglia tutti cercavano di farmi cambiare idea descrivendomi l’imprevedibilità di questi animali, il loro indomabile carattere, la pericolosità del cavalcarli ma più mi dissuadevano più io me ne innamoravo.
A 30 anni avevo risparmiato a sufficienza per acquistare il mio primo cavallo: si chiamava Karin, era una femmina ed è stata la mia “compagna di vita” per trent’anni. La usavo per le mie passeggiate ma ho praticato anche salto ostacoli come dilettante. Karin è stata un grande amore che mai mi ha tradito. Proprio nell’ambito dell’ippica ho incontrato Marco Zane un commerciante che importava carrozze dalla Francia e dalla nostra amicizia è nato quello che oggi è il mio mondo. La mia prima creazione è stata un calesse americano che ho ricostruito da una foto che avevo notata su di una rivista del settore. Il calesse è ancora con me e non ho intenzione di venderlo. Per la costruzione delle carrozze per i vetturini fiorentini, invece, ho avuto come ispirazione i modelli di Cesare Sala il primo grande costruttore italiano che creava vetture per Casa Savoia e tutti i grandi monarchi dell’epoca.» Beschi racconta la sua storia in mezzo a due enormi capannoni stipati di straordinarie carrozze di tutti i tipi, alcune sue personali realizzazioni, altre pezzi unici acquistati da appassionato, restaurate e conservate come collezione privata. Si possono ammirare, come in un vero e proprio museo, calessi da vecchio far west, landau e due pezzi unici e dal valore notevole: una carrozza ottocentesca appartenuta ai Principi Borghese con fanali in argento e imbottitura di velluto dorato e una slitta datata 1830 appartenuta all’Arcivescovo di Gorizia.
«Alcuni pezzi, che ho trovato all’estero e ho restaurato impiegando anche più di due anni, mi sono veramente molto cari anche perché sono stati utilizzati in occasioni particolari dalla mia famiglia, come per il matrimonio di mia figlia Floriana ed esposte a mostre importanti come Samarcanda dove mi ritaglio sempre uno spazio tutto mio anche se oggi il mercato è parecchio fermo. Questo mestiere si fa per passione più che per guadagno: i tempi per il restauro e la rifinitura sono talmente lunghi che non si conteggiano e bisogna saper fare di tutto: falegname, tappezziere, fabbro. Insomma un lavoro ai massimi livelli artigiani che spesso non è considerato dall’acquirente.» L’artigiano monteclarense è veramente un artista a 360 gradi, costruttore anche di biciclette d’epoca (un bellissimo velocipede è esposto all’interno della bottega) e ruote con gomme apposite che sono state utilizzate da atleti come Giuliano Calore.
Marzia Borzi