Montichiari, l'amore li salva dall'alcol

Montichiari, l'amore li salva dall'alcol
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Una storia di ritrovata serenità. La possono raccontare Mariella Ariazzi e Luigi Peroni che abbiamo incontrato per capire come si può uscire dal tunnel della dipendenza da alcol. Una storia d’amore la loro che comincia come tante, con uno sguardo, con una vibrante curiosità, con un’immediata simpatia. Si conoscono giovanissimi in una discoteca nel 1975 e l’anno seguente, il 21 febbraio, si sposano. Mariella, per lei è stato amore a prima vista?

«No, volevo solo sapere come si chiamava… Certo era molto bello… Una curiosità che mi è costata cara, da allora - dice ridendo - non me lo sono più levato di torno!».

E lei Luigi, che ricordi ha di quel primo incontro?

«Era davvero molto graziosa ma quando l’ho vista non ho pensato certo che sarebbe diventata mia moglie. Mi ero trasferito da Milano nel bresciano e cercavo di stringere amicizie… Abbiamo fatto un lento e da allora siamo ancora qui, insieme».

Anche per voi, i primi, sono stati mesi di grande romanticismo?

«Oddio - interviene Mariella - già da fidanzati avevo intuito che c’era qualcosa di strano nel suo comportamento. Poi il problema è risultato più evidente da sposati. Quando era in casa con me e i bambini non toccava un goccio d’alcol ma quando usciva per passare serate e nottate con gli amici tornava trasformato».

Luigi, cosa succedeva?

«Per me bere con gli amici era la cosa più normale di questo mondo. Succedeva nel fine settimana e non tutti i week end. Non pensavo proprio che sarebbe diventato un problema, anzi, un dramma. Ero convinto che sarei stato in grado di abbandonare questa abitudine solo se l’avessi voluto. Invece è stato come cadere in un baratro».

Mariella, che tipo di situazione si veniva a creare quando Luigi beveva?

«Purtroppo aveva una “sbornia cattiva”… Non diventava violento, no, ma quando tornava a casa di notte costringeva me e i figli ad alzarsi e pretendeva che tutti stessimo ad ascoltare le sue farneticazioni. Era davvero una situazione insopportabile, difficilissima per i ragazzi che il mattino seguente dovevano andare a scuola».

Avete cercato una soluzione?

«Abbiamo immaginato tante soluzioni - ricorda Luigi - una delle prime è stato l’utilizzo dell’Antabuse».

Che cos’è l’Antabuse?

«Una sostanza che ha controindicazioni pesanti se si assume quando si beve alcol. Provoca tachicardia - dice Luigi - e insopportabile difficoltà respiratoria».

Ha funzionato?

«No - risponde mestamente Luigi - ero diventato una specie di equilibrista. Prendevo l’Antabuse e avevo capito quanto alcol avrei potuto bere senza avere conseguenze… Intanto continuavo a mentire a me stesso continuando a ripetermi che avrei smesso senza difficoltà. Non mi sentivo alcolizzato, per esempio la bottiglia non era il primo pensiero del mattino, ma non sapevo rinunciare alle esagerazioni quando uscivo in compagnia: finire ubriaco la serata non era una necessità ma era una regola».

Quanti figli avete?

«Tre figli - risponde Mariella - Roberta, Silvana e il principino.. Il mio Loris… Ma Silvana purtroppo ce l’ha portata via un terribile incidente stradale quando aveva solo 19 anni... Dopo la morte di Silvana - riprende Luigi dopo aver guardato negli occhi la moglie con immensa tenerezza - non ho più toccato un goccio d’alcol per due anni e mezzo. Sentivo la grande sofferenza di Mariella e per rispetto del suo dolore non osavo avvicinarmi al bicchiere. Oltre due anni di sobrietà senza alcuno sforzo. Poi per però “il mostro” è tornato a farmi visita ed era più cattivo di prima…».

Ha ripreso a bere?

«Sì - ammette con rammarico Luigi - esageratamente, al punto da mettermi nei guai. Non sopportavo più alcuna contraddizione, anche la più banale. Attaccavo lite per futili motivi e non mi importava chi avevo davanti. Ho rischiato più volte di morire in un incidente stradale: ho perso il conto della macchine che ho sfasciato. Sentivo di essere al limite, i miei figli non mi rivolgevano più la parola, mia moglie era disperata».

E quindi ha chiesto aiuto?

«Si - risponde Luigi - sentivo che avrei perso le persone più importanti della mia vita. Avevo già perso Silvana, non potevo perdere anche Mariella, Roberta e Loris, non potevo».

A chi ha chiesto aiuto?

«La mia fortuna - ricorda con emozione Luigi - è stata quella di incontrare Fausto Cappa dell'Acat nel 2003».

E da allora non ha più bevuto?

«Purtroppo ci sono ricaduto - sottolinea con rammarico Luigi - è un percorso difficile, durissimo. C’è stato un periodo durato alcuni mesi in cui ho perso addirittura il controllo… Solo l’amore di Mariella e dei miei figli, solo in grande affetto di Fausto mi hanno permesso di rialzarmi». «Pur adorando mio marito - interviene Mariella - in quei mesi ho addirittura pensato che avrei preferito non vederlo più rientrare in casa. Tale era la disperazione che avrei preferito scomparisse nel nulla».

E invece Luigi non è scomparso, siete ancora qui, insieme…

«Già - dice sorridendo Mariella - Roberta è felicemente sposata. Loris convive con la sua splendida fidanzata e noi siamo più sereni. Il dolore per la perdita di Silvana col tempo si sta trasformando in una specie di poesia dolcissima… Un ricordo struggente, ma dolcissimo… E’ ancora qui con noi…».

Adesso che è sobrio Luigi come si sente?

«Sicuramente si vive meglio, in famiglia, con i nuovi amici ed è stata una fortuna ritrovare la sobrietà. Ho avuto un grave problema cardiaco e se mi avesse colpito mentre ero nel periodo alcolico sarei morto. Invece sono ancora qui e cerco di godermi il meglio della vita. Anche se devo sottostare ad una terapia importante mi sento un’altra persona».

Luigi, cosa si sente di dire a chi sta vivendo il problema dell’alcol?

«Chiedete aiuto, non abbiate vergogna. Io non avevo bisogno di bere tutti i giorni eppure stavo distruggendo tutto quello che amo. Il senso di libertà che da l’alcol è un’illusione. E dirsi “smetto quando voglio” non funziona. E’ una grandissima bugia!».

E lei Mariella, alle donne che vivono con un uomo dipendente dall’alcol cosa raccomanda?

«Chiedete aiuto subito, non credete alle promesse che vi fa rispetto alla possibilità di ritornare sobrio con la sola forza di volontà, il problema aumenterà di sicuro e diventerà un dramma. Chiedete aiuto!». Domenica, 21 febbraio, Mariella e Luigi festeggeranno 40 anni di matrimonio, un anniversario fatto di sorrisi e di abbracci, di amore e rispetto reciproco ritrovato. Un giorno di festa che trascorreranno con i figli, con gli amici, con le persone care, con Silvana che li abbraccia con le sue ali di angelo.

Alberto Boldrini


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