Montichiari

Il gesto gentile dell’agente Giacomo Fola scalda il cuore della comunità

Una lettera commovente che ha reso la Pasqua di una vedova monteclarense meno solitaria e triste.

Il gesto gentile dell’agente Giacomo Fola scalda il cuore della comunità

Giacomo Fola, Agente Scelto della Polizia Locale di Montichiari, è diventato suo malgrado il protagonista di una bella storia cittadina che rispolvera parole dal sapore di piccolo mondo antico come gentilezza, educazione, senso civico e vicinanza umana.

Un gesto commovente il suo che ha reso la Pasqua di una vedova monteclarense meno solitaria e triste.

La vicenda

A raccontare il tutto è Giuliana Rozzini che con la voce rotta dall’emozione ci tiene a ringraziare pubblicamente l’agente per averle regalato quel calore umano che le limitazioni del Coronavirus le avevano tolto.

La signora Rozzini, che ha perso il marito a fine gennaio per un male incurabile, in occasione della Pasqua appena trascorsa, ha infatti chiamato la Centrale della Polizia Locale per informarsi sulla possibilità di recarsi a pranzo da Marco, l’unico figlio e affetto che le sia ormai rimasto e che vive nella frazione di Ro.

L’agente che ha preso la sua chiamata purtroppo le ha risposto che le ordinanze non permettevano spostamenti fuori paese ma ha poi ascoltato a lungo e in silenzio il suo dolore per la recente scomparsa del marito e la solitudine dei giorni chiusa in casa lontana da figlio e nipoti.

Grande è stata la sorpresa della donna quando, proprio il giorno di Pasqua, si è vista presentare alla porta, portando in dono una colomba alla quale era allegata una toccante lettera, proprio quel giovane che l’aveva ascoltata e consolata telefonicamente.

Una lettera toccante

«Gentile Giuliana – scriveva l’agente scelto Giacomo Fola – so di per certo che non attendeva questo gesto ma nemmeno io mi aspettavo di ricevere la sua telefonata mentre ero in servizio presso la Centrale Operativa del Comando di Polizia Locale. Ascoltarla mentre mi raccontava la sua storia, in particolare quella di vivere in solitudine, non poterle rispondere positivamente alla richiesta di trascorrere il giorno di Pasqua con figlio e nipoti che vivono in un’altra zona della città, mi ha emozionato non poco. Dalle sue parole, contornate di sensibilità e dolcezza, deve essere proprio una brava persona. Mi creda, il mondo ha bisogno di persone come lei. Voglia accettare da parte mia questa colomba pasquale. Sperando che questa emergenza termini presto cosicché possa trascorrere le giornate con i suoi nipoti. Le invio i migliori auguri di buona Pasqua. Con sincerità».

Il ringraziamento pubblico

«Quando ho visto quegli uomini in divisa ero quasi titubante ad aprire – racconta Giuliana – Io vivo ormai sola, parlo con poche persone tranne i vicini e, con i tempi che corrono, cerco di stare molto attenta a chi introduco in casa. Quando mi sono decisa ad aprire, che sorpresa è stata trovarmi davanti quel giovane agente che mi aveva ascoltata con tanta tenerezza qualche giorno prima. Con lui, non so perchè, mi ero sfogata di una solitudine che dopo la morte di mio marito mi è piombata addosso e con le limitazioni del Coronavirus si è fatta ancora più pesante, Quando poi ho letto le sue parole nella lettera, non nascondo che ho pianto. Per questo ho desiderato tanto che fosse pubblicata, perchè volevo ringraziarlo pubblicamente per quel gesto che mi ha veramente scaldato il cuore e mi ha fatto sentire meno sola in un periodo della vita tanto difficile».

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