Montichiari, dal Paraguay al Santuario

Montichiari, dal Paraguay al Santuario
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Un buon caffè è confortante in un sabato pomeriggio freddo e grigio, anche il sorriso di Anna che te lo serve al bar Giada’s è molto importante. Seduto accanto a me un padre dolcissimo racconta con grandissima commozione della perdita di un figlio e Anna, che non sta sentendo i nostri discorsi, ci interrompe per chiedermi se posso chiamare un taxi. «Questa ragazza vuol sapere se raggiungere le Fontanelle è molto costoso». Guardiamo tutti con stupore la giovanissima ragazza: parla spagnolo, ha un viso dolcissimo e due grandi occhi neri illuminati da lacrime appena trattenute. E’ spaesata e impaurita. Faccio un colpo di telefono per trovare un taxi ma decido che in fondo accompagnarla di persona alle Fontanelle non mi pesa granché e quando glielo faccio capire lei sembra già più serena.

«Da dove vieni - le chiedo - sei spagnola?». Lei sorride: «Vengo dal Paraguay!».La risposta è di quelle che lasciano di stucco: dal Paraguay a Montichiari per visitare le Fontanelle! «Come fai a conoscere le Fontanelle - chiedo allibito - non posso credere che tu sia partita da casa per arrivare sin qui proprio per visitare i luoghi della Rosa Mistica: come fai a conoscerli?». «Conosco la storia grazie a Internet - risponde tranquilla - e sono qui per mia mamma…». In macchina verso il luogo di culto le chiedo di parlarmi di lei. «Mi chiamo Silvana - racconta con dolcezza - ho 22 anni e abito a Genova dove vivo con un gruppo di coetanei. Stiamo partecipando ad un corso di studio internazionale di lingua e cultura italiana. Sono arrivata in treno… Ma sono un po’ persa».

Arrivati alle Fontanelle sembra felice: guarda con devozione il Crocefisso e raggiunge il luogo dove stanno recitando il Rosario. La lascio entrare e la seguo con gli occhi mentre la testa si riempie di pensieri: il mistero degli incontri, la Fede che ti fa affrontare viaggi lunghissimi, il conforto della preghiera di cui avevo parlato poco prima al bar con un mio amico, l’attesa di un miracolo forse, la sensazione che nulla accade per caso o che tutto è caso e può trasformarsi in splendida sorpresa. Qualche minuto in preghiera e poi Silvana acquista alcuni oggetti votivi. «Perché sei venuta proprio qui - le chiedo -, hai chiesto una grazia per tua mamma?». «Sono qui - mi risponde . perché per mia mamma è importante!». Nessuna grazia da chiedere, nessuna intercessione, solo l’importanza di un gesto di Fede che lascia a bocca aperta anche chi, come me, non crede.

«Come si chiama tua mamma - le chiedo mentre la porto alla stazione di Calvisano da dove raggiungerà in treno Genova via Cremona e Milano - quanti anni ha?». «Si chiama Anna - risponde - ha 53 anni». Mi viene da sorridere pensando che la ragazza che sto accompagnando al treno potrebbe essere mia figlia e mentre l’autoradio suona successi internazionali mi vien da chiederle che musica italiana ascolta in Paraguay. «Bocelli, Pausini, Ferro - risponde - ma anche Ramazzotti e una canzone che parla di…lontano…». Comincio a canticchiare «Lontano lontano» di Luigi Tenco e con mia grande sorpresa lei annuisce che questa canzone è ancora di grande successo nel suo paese. Una canzone che racconta della poesia degli incontri. Buon viaggio Silvana.

Alberto Boldrini 


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