Garda

Molestie sul treno di ritorno da Gardaland, trenta giovani sospettati

Per ora non c'è ancora la conferma però è molto probabile che i presunti molestatori facessero parte del gruppo che ha generato la rissa durante il "raduno" a Peschiera del Garda.

Molestie sul treno di ritorno da Gardaland, trenta giovani sospettati

Proseguono le indagini dopo le aggressioni sessuali avvenute sul treno di ritorno da Gardaland.

Molestate sul treno di ritorno da Gardaland: 30 giovani sospettati, molti sono minorenni

Sono sei le denunce per aggressioni sessuali, che sarebbero avvenute a danno di un gruppo di adolescenti mentre stava tornando a casa in treno da Peschiera del Garda, dopo una giornata trascorsa a Gardaland.

Le indagini hanno permesso di individuare un branco composto da circa 30 ragazzi, molti di quasi sono minorenni, che sarebbero responsabili delle molestie denunciate da delle ragazze lombarde tra i 15 e i 17 anni, di Milano e Pavia nel pomeriggio di giovedì 2 giugno. Le giovani sarebbero state accerchiate e molestate mentre il treno era stato bloccato dopo che qualcuno aveva azionato il freno di emergenza.

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Il fatto è avvenuto in concomitanza con il “raduno” convocato su Tik Tok durante il quale si è scatenata una maxi rissa tra ragazzi. Quel pomeriggio per riuscire a placare gli animi e riportare la situazione alla normalità è intervenuta la Polizia in tenuta antisommossa, con un elevato numero di agenti. Per ora non c’è ancora la conferma però è molto probabile che i presunti molestatori facessero parte del gruppo che ha generato la rissa durante il “raduno” a Peschiera del Garda.

Il neo dirigente della squadra mobile di Verona, Carlo Bartelli, ha reso noto che stanno procedendo con i dovuti accertamenti e con la ricostruzione dei fatti per riuscire a individuare tutti i responsabili.

L’indignazione

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato la notizia di sei denunce per aggressioni sessuali:

“Continuiamo la nostra battaglia quotidiana per una libertà non solo individuale, ma sociale. Pensare che delle ragazze vengano importunate, molestate o che siano oggetto di aggressione nei nostri territori non esiste. Il mio appello è che ci sia tolleranza zero e che le forze dell’ordine ci mettano il massimo impegno per trovare i responsabili”.

E ha concluso:

“Noi veneti siamo abituati a un rapporto sociale basato sul rispetto delle persone e delle regole. Non deve passare l’idea che fatti come questi possano diventare ordinari o addirittura, peggio ancora, che ci si possa assuefare. Non ci siamo mai neanche adeguati al fatto di mettere gli allarmi in casa e di pensare di chiuderci dentro. Ripeto, tolleranza zero”.