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Molestie sessuali su un'infermiera, il primario di Chiari condannato a un anno e sei mesi

La sentenza pronunciata questa mattina, giovedì 13 marzo: sospesa la pena, da scontare con percorsi di recupero

Molestie sessuali su un'infermiera, il primario di Chiari condannato a un anno e sei mesi
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Un anno e mezzo di condanna, pena sospesa, più il risarcimento delle spese processuali e l'obbligo di partecipare a un percorso di recupero. Questa la sentenza pronunciata questa mattina (giovedì 13 marzo 2025) dal giudice del Tribunale di Brescia Roberto Spanò a carico di Luigi Tralce medico dell'ospedale di Chiari, riconosciuto responsabile di violenza sessuale su un'infermiera che lavorava con lui.

Molestie sessuali su un'infermiera, condannato il primario di Chiari

Il caso era scoppiato nell'agosto 2023 quando il medico 64enne, a capo del reparto di Urologia dell'ospedale, era stato rinviato a giudizio per le presunte molestie perpetrate nei confronti della professionista, che nella primavera del 2022 aveva denunciato i fatti ai carabinieri di Rudiano: davanti ai giudici nel corso del procedimento penale ha raccontato delle avances non gradite ricevute dal medico, gli inviti a cena, i tentativi di approccio fisico non consensuali e anche il «mobbing» che le avrebbe riservato dopo il suo rifiuto, prima di essere trasferita in un'altra struttura, avvenuti tra il 2020 e il 2022. Accuse che il primario aveva etichettato come false, negando il corteggiamento e i tentativi di contatto fisico come pure l'interesse, se non puramente professionale, nei confronti dell'infermiera. Anzi, se i rapporti erano diventati tesi la colpa sarebbe stata delle ingerenze di quest'ultima che in un caso avrebbe cercato di spostare un'operazione del primario senza averne titolo.

Il Pubblico Ministero ha però ritenuto "puntuale e dettagliata, sia nel racconto dei fatti che nei riferimenti cronologici" dell'infermiera che "supera ampiamente il vaglio dell'attendibilità", non quindi imputabile a una ripicca nei confronti del medico, condannato in primo grado nella mattinata di giovedì 13 marzo.

Non costituiscono reato invece le presunte condotte abusanti raccontate dalla seconda vittima, una dottoressa, il cui comportamento "ambivalente", supportato dagli scambi di messaggi con il primario sarebbe risultato poco attendibile. Per questo capo di imputazione Tralce è stato assolto: il giudice Roberto Spanò ha restituito gli atti alla Procura perché indaghi la presunta persona offesa per calunnia.

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