Sono partiti lunedì mattina all’alba Mirko Treccani e Francesco Percassi i due monteclarensi che hanno deciso di tentare un’impresa folle: quella di raggiungere Capo Nord, nel profondo del Circolo Polare Artico Norvegese, a bordo di una Smart Fortwo cabrio di 15 anni. Un viaggio sicuramente degno di un racconto di Kerouac, qualcosa che va ben al di là di una vacanza tra amici e si trasforma in un’esperienza formativa ricca di avventura, immersione nella natura più vera e crescita personale.
«L’idea malsana, come siamo soliti chiamarla fra di noi, è venuta a me» racconta Francesco Percassi, diciannovenne neodiplomato al Liceo Leonardo di Brescia «dopo il diploma volevo regalarmi una vacanza che non fosse la solita festa tra amici ma che veramente potesse donarmi esperienze di vita forti e così l’ho proposta a Mirko che non è nuovo a queste imprese e che conosco da tempo, condividendo con lui anche l’esperienza del progetto “Musicalcentro” per il quale io faccio il fonico e Mirko il tecnico luci. Abbiamo scelto Capo Nord perché dà l’idea del limite, perché è un simbolo della fine dell’Europa, soprattutto perché ci affascinano i paesaggi nordici e il pensiero di poter osservare di persona il sole di mezzanotte. Una sorta di rito di passaggio insomma. E per progettarlo al meglio questo rito abbiamo deciso che il mezzo più adatto sarebbe stata la Smart di mio padre. L’abbiamo scelta perché vogliamo viaggiare con il minimo indispensabile, procedere moderatamente per goderci il paesaggio e sfidare l’impossibile. Ovviamente ci siamo informati sul codice della strada dei vari paesi che attraverseremo e ci siamo fatti rilasciare una delega per dimostrarne il possesso».
«Quando Francesco mi ha proposto di condividere questo viaggio, ho pensato che fosse un’idea folle e, proprio per questo, meravigliosa» gli fa eco Mirko, studente al terzo anno alla facoltà di Bioinformatica di Verona «Non sono nuovo a questo tipo di viaggi: un paio di anni fa ho raggiunto l’Olanda in un giorno solo alternandomi alla guida con amici per 17 ore. Ovviamente anche questa volta ci alterneremo al volante e dovremmo farcela in 15 giorni con tappe a Innsbruck, Amburgo, Copenaghen e Stoccolma, dopo la quale il viaggio si farà più difficile perché le città e le strade lasciano spazio alla natura vera fino a Capo Nord dove ci fermeremo per vedere il sole di mezzanotte prima del ritorno a casa. Ci siamo portati l’indispensabile: vestiti di tutti i generi perché il clima è variabile, sacchi a pelo e soprattutto tanta acqua. Entrambi siamo appassionati di fotografia e speriamo di riportarne un reportage indimenticabile. I nostri genitori, seppur perplessi, ci appoggiano e questo ci dà molta carica».
Mentre vi scriviamo, i due giovani, che nel frattempo sono arrivati a Stettfeld, piccola frazione di Bamberga e Monaco di Baviera, il primo giorno e a Mühlhausen/Thüringen, il secondo, hanno incontrato non poche difficoltà soprattutto legate al clima. La pioggia battente che ha colpito nelle ultime ore l’est Europa non ha risparmiato nemmeno i due «monteclarensi on the road» che a causa proprio delle avverse condizioni metereologiche e della condizione del manto stradale hanno subito dei gravi danni alla macchina e dovuto affidarsi ad uno Smart Center per far riparare gomme e cerchioni ammaccati, con un ritardo di parecchi giorni e 300 km sulla tabella di marcia.
Mentre stiamo scrivendo Francesco eMirko stanno prendendo una decisione importante e che li potrebbe portare ad un rientro anticipato in paese. Non sarebbe la prima volta che un viaggio di esplorazione è costretto ad essere interrotto per gravi motivi. Comunque vada sarà stato sempre un successo perché il senso del viaggio (e della vita) non è in fondo raggiungere la metà ma saper raccogliere gli stimoli che permettono di partire, di affrontare difficoltà, di superarle e magari di avere pure il coraggio e la maturità di saper tornare indietro.