«Milzano green? A noi non sembra»
Un allevamento avicolo a Milzano produce emissioni irrespirabili, ma per i controlli Arpa e Ats è tutto nella norma
Un gruppo di cittadini di Milzano lamenta una situazione che si trascina ormai da più di un decennio.
Un odore insopportabile
"Forse Milzano è green dall’altra parte del paese, certo non qui".
E’ l’amara constatazione di un manipolo di cittadini che da anni ormai si trova a combattere con un nemico invisibile ma che si sente molto bene: l’odore emesso da un allevamento intensivo avicolo che sorge nella zona est del paese.
La storia
Un nutrito gruppo di cittadini è rimasto sorpreso dall’epiteto «green» che sempre più spesso si associa al paese di Milzano.
"Dicono che sono attenti all’ambiente, ma noi conviviamo con questa situazione ormai insopportabile da più di dieci anni, passano le amministrazioni, ma nessuno ha mai risolto nulla",
hanno raccontato. La situazione è questa: nella zona est di Milzano sorge da decenni un allevamento intensivo di polli, se prima "qui era tutta campagna" con la crescita del paese sono sorte nuove abitazioni intorno alla struttura. La stessa ha avuto diversi proprietari con i quali gli abitanti non hanno mai avuto particolari problemi, mentre l’ultima gestione ha creato diversi malumori.
"La struttura, come si può ben vedere anche da fuori è fatiscente - hanno spiegato - c’è l’eternit sopra tutti i capannoni, muri scrostati con calcinacci che cadono, qui ci sono lunghi chiodi sporgenti che abbiamo piegato noi perché preoccupati che le bambine passando in bicicletta potessero farsi male, ma la cosa peggiore e più grave è l’odore: un odore che d’estate è assolutamente insopportabile, tanto che siamo costretti, sebbene le nostre case siano fresche, a chiudere tutte le finestre e accendere l’aria condizionata, il giardino proprio ce lo scordiamo, non possiamo nemmeno lavare le macchine perché quando accendo i ventilatori esce una sorta di pulviscolo o terriccio che si deposita su tutto".
L’azione dei cittadini
Lungi dallo scoraggiarsi nel corso degli anni questi cittadini hanno fatto di tutto: dalla raccolta firme alla segnalazione ad Amministrazione, Arpa e Ats, tutto protocollato in Comune, ma ogni iniziativa si è conclusa con un "nulla di fatto".
"Spesso le ispezioni le fanno a capannoni vuoti - hanno spiegato - dovrebbero venire in piena estate a respirare quest’aria per provare come ci si sente, perché oltre al disgusto c’è la paura che queste emissioni non siano salubri".
L’intervento dell’Amministrazione
Sebbene questa storia abbia "attraversato" varie amministrazioni, ora la palla è nel campo del sindaco Sandra Filippini e del vice Marco Sozzi.
"Appena i cittadini ci hanno fatto presente la situazione siamo immediatamente intervenuti avvisando gli enti preposti: Arpa e Ats - hanno dichiarato - entrambi gli enti sono venuti a fare i controlli del caso e tutto è risultato nella norma: l’allevamento non ha alcuna criticità, salvo per l’eternit che il proprietario si è impegnato a smaltire, non è stata ravvisata alcuna anomalia o problema. Di fatto è tutto certificato e tutto in regola".
L’amministrazione ha fatto quanto richiesto e di ulteriori azioni da intraprendere non ce ne sono. Si potrebbe erigere una barriera sul confine, anni fa ce n’era una e mitigava in effetti la situazione, ma ora è crollata e l’attuale proprietario non è obbligato ad erigerne una nuova.
La parola all’allevatore
L’allevatore Paramjeet Kaur interpellato non ha avuto problemi a parlare della situazione.
"La struttura è a norma: ho tutte le certificazioni - ha esordito - sia Ats che Arpa sono venuti a fare i controlli ed è tutto in ordine, anzi anche questa settimana i veterinari dell’Ats sono venuti per il controllo della bio sicurezza ed era tutto in regola, tutto certificato. Per quanto riguarda l’eternit quest’anno mi sono già organizzato con una ditta per cambiare il tetto a due capannoni (in tutto sono 5 ndr), se riesco ne cambio anche di più, comunque toglierò tutto l’eternit entro la data che mi è stata imposta".
Per quello che riguarda la barriera invece nulla da fare:
"Per erigere un muro devo andare in comune, chiedere un permesso e oltretutto sono sempre costi: non sono obbligato a metterla, poi d’estate c’è sempre qualche pianta in più che aiuta».
In poche parole non c’è molto da fare come ha detto laconicamente il proprietario: «I capannoni c’erano prima delle case".
Cosa rimane da fare? I cittadini non si arrendono.
"A pochi metri da qui c’è un altro allevamento, ma non produce lo stesso odore o le stesse emissioni, come mai?".
Hanno poi ribadito che secondo loro c’è qualcosa che non va, anche perché con altri proprietari la situazione non era così grave.
"Andremo aventi con tutte le possibilità che la legge ci offre",
hanno garantito, a loro il merito di aver sempre condotto una protesta molto civile, rispettosa di tutti e delle leggi in vigore, non sempre chi si è interfacciato con loro ha avuto lo stesso riguardo.
"Certo non vogliamo la chiusura del capannone, tutti hanno diritto di lavorare! Ma anche noi abbiamo il diritto ad un’aria respirabile, niente di eccezionale, ci sembra il minimo".
I cittadini continueranno il loro lavoro di sorveglianza e continueranno a fare segnalazioni agli organi competenti, perché forte è in loro la convinzione che ci sia qualcosa che non va.