Microeditoria: un ponte tra i libri e 12mila persone
Ottimo il bilancio della ventesima rassegna che si è svolta in Villa Mazzotti, da venerdì a domenica, alla presenza di grandi ospiti.
(fotografie di Marco Foglia)
Si chiude la 20esima edizione della Microeditoria di Chiari con uno sguardo al 2023, all’insegna di Bergamo Brescia e di tante novità nel panorama letterario e culturale. E' stato un successo sconvolgente, che ha attirato in Villa Mazzotti grandi e piccini.
Microeditoria: un ponte tra i libri e 12mila persone
Mai come quest’anno siamo riusciti a combinare qualità e quantità dell’offerta. Questo grazie a coloro che ci supportano da tanti anni e ad una rete di volontari che rende tutto quello che avviene in questi giorni un evento nell’evento.
Sono le parole di Daniela Mena, direttrice artistica della Microeditoria che, quest'anno, può dirsi più soddisfatta che mai. Sono quasi 12.000 persone hanno varcato i cancelli di Villa Mazzotti entrando nel mondo della Microeditoria di Chiari, immersi nel verde dei giardini liberty e dalla densa coltre di libri che hanno popolato le sue stanze in questi tre giorni di “cultura intensiva”. Centinaia gli standisti/editori indipendenti, non “piccoli” come da loro stessi decretato anni addietro durante una delle prime edizioni della Microeditoria “in una sorta di autoconvocazione e autogesione”, come ha ricordato bene Daniela Mena durante l’inaugurazione di venerdì.
Per l’appunto “indipendenti,” ma non immuni dalla fame atavica dei lettori che hanno frequentato i banchetti assiduamente, durante questa tre giorni, che, come da tradizione, si chiude in una domenica di novembre, qualsiasi per i profani, ma non per gli amanti del libro. La domenica rappresenta da sempre il cuore pulsante della Microeditoria, e un sole novembrino ha accompagnato romanticamente la serie “quasi sfrontata” di incontri con gli autori, laboratori, visite per la città, mostre, happening. Più di 100 gli incontri organizzati, con una media di 120 persone ad incontro e la giornata non fa altro che rafforzare questi numeri davvero importanti, che vanno ben oltre l’influenza regionale. Di primo mattino sono i Gruppi di lettura ad occupare la prima scena, annuale incontro dedicato ai gruppi bresciani, bergamaschi, cremonesi, ma non solo, tutti a discutere attivamente delle strade che hanno scoperto grazie alla lettura, nonché di quelle che ancora potrebbero rivelarsi davanti a loro, in contemporanea al prof Pietro Gibellini che nel Tendone, ricordando Maria Corti (maestra, educatrice e scrittrice clarense a cui è stata dedicata questa edizione), ha dialogato con i poeti dialettali Lino Marconi e Achille Platto. Un’immersione educativa in quel linguaggio che è così dentro di noi che non lo si riconosce come tale, proprio perché innervato nel profondo delle coscienze. Le stesse che sono rimaste fortemente scosse dall’esperienza Covid, soprattutto nella scuola, ben sottolineato dall’incontro “L’esperienza covid 19- la riscoperta della relazione educativa nella scuola” (GAM editore) alla presenza di Raffaele Mantegazza, Professore dell’Università Bicocca di Milano, protagonista di un altro incontro svoltosi nel pomeriggio dal titolo “Fuga” come il libro in presentazione: “Fuggire è un comportamento considerato poco eroico, addirittura vile- dice Mantegazza “eppure in realtà di tratta di un meccanismo evolutivo straordinario, che può permettere la sopravvivenza a questo fragile e inerme essere umano. La fuga può essere un momento di crescita e di maturazione.”
Vie di fuga dalla Microeditoria non ve se sono, se non quelle di legge, ben controllate dalle decine di volontari e dall’Amministrazione, sempre vigile nel mantenere sicura Villa Mazzotti Biancinelli: difficile esimersi dai numerosissimi appuntamenti, a cominciare da Toni Capuozzo e la sua “Balcania” , luogo molto poco di fantasia e con tanta compassione da vendere, oltre al proverbiale “politicamente scorretto” che fa di lui uno dei narratori più affascinanti e allo stesso tempo disturbanti. Disturbante è pure la figura di Putin, l’ultimo zar (Piemme), ben raccontato nella sessione pomeridiana da Nicolai Lilin.
Avevo in mente un libro dove poter riflettere sulla metamorfosi che avviene nell’anima di una persona quando questa persona affronta la salita verso il potere assoluto. Io, lo immaginavo una persona semplice, una persona che arriva, si può dire, dai bassifondi di Leningrado, l’attuale San Pietroburgo, e fa poi una salita incredibile diventando un personaggio importante e potente. In lui c’è stato un cambiamento incline anche verso il male, il potere non ha migliorato quest’uomo, sicuramente lo ha danneggiato dal punto di vista umano. Per me è molto interessante come scrittore quando ho davanti un personaggio così.
Ecco ciò che Lilin riporta nella discussione provocata da Massimo Tedeschi il quale, poco dopo, da intervistatore passa a intervistato con la sua “Brescia Adagio” , “guida” curiosa alla scoperta di Brescia, sempre per restare in tema di BgBs capitali della cultura, rallentando i ritmi: “solo così è possibile svelarne la vera bellezza”.
Una scia storica percorre la domenica della Microeditoria anche attraverso l’epopea dei Longobardi, insieme al Prof. Gabriele Archetti il suo “Longobardi in Italia. I Luoghi del Potere (568-774 d.c)” presentato nella sala Scuderie, in collaborazione con il Centro Studi Longobardi. La cultura che si fa storia e viceversa, è un’altra delle chiavi di lettura di questa e di tante altre “Microeditorie” così come la spinta propulsiva verso i temi educativi affrontati in collaborazione con l’Associazione Montessori e dalla sua presidente Rosa Giudetti che ha trascorso la domenica di salone in salone intervistando autori e presentando libri: “Gli Alberi già lo sanno” di Valeria Paola Babini oppure ancora Il peccato originale di Maria Montessori, a cura di Flavio De Giorgi, ordinario di Storia della pedagogia e dell’educazione presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia: “Un testo di grande valore che contribuisce a smentire l’interpretazione secondo cui la dottrina cristiana del peccato originale sia in contraddizione con il metodo educativo della grande scienziata.” E sempre restando in tema di educazione, è venuto in soccorso Enrico Galiano con la sua “Scuola di felicità per eterni ripetenti” (Garzanti) ribadendo a chi era presente in sala che “arriva un momento in cui si è convinti che non ci sia più bisogno di imparare. Ma basta un attimo per capire che le nostre sicurezze, spesso, sono solo un modo per far tacere la paura”.
Paura Nadia Busato non l’ha mai avuta, soprattutto nell’ usare con sapienza la sua penna femminile tanto nel restituire storie di donne che non saranno mai “brave mogli di nessuno” (SAGA EGMONT edizioni) né tanto meno nel raccontare ai suoi lettori le atmosfere della “Factory” di Andy Wharol: con lei tante persone nella sala Giunchi, scoprendo la storia della “factory girl” Edie Sedgwick. Storie e ancora storie: la domenica della Microeditoria ha narratori maestri del cartaceo ma anche illustri uomini del mondo giornalistico televisivo, anche se ad Andrea Purgatori, volto noto di LA7, questa etichetta certamente va strettissima. E’ venuto insieme ad Alex Corlazzoli, a raccontare di come si sta a trent’anni dalle stragi di Capaci, a trent'anni dalla morte di Giovanni Falcone: “quante domande rimangono ancora senza risposta? La Cupola di Cosa Nostra poteva essere decapitata il giorno stesso dell'arresto di Totò Riina? E perché non fu così? ” La sua testimonianza chiude simbolicamente la kermesse lasciando ai presenti una certezza: “non è più ammissibile ritenere che quei delitti siano stati frutto della sola mente perversa di Totò Riina e dei suoi sodali. Non è più ammissibile affermare che dietro a quelle stragi vi fosse solo l'interesse di Cosa nostra. Le prove acquisite, i processi, le inchieste, le testimonianze, i frammenti di verità fin qui ottenuti grazie all'impegno di abili ed indomiti magistrati ed investigatori che hanno raccolto il loro testimone nella lotta al Sistema criminale, fanno emergere in maniera chiara ed evidente che vi furono mandanti esterni dietro le stragi”.
In questa edizione dai mille volti ma da un unico filo conduttore, la “visione generale” è stata approfondita con diversi programmi e declinazioni, dalla “Cultura digitale”, tra videogiochi e “ponti tra intelligenze” (con Roberto Montanari e Nadia Busato) alla Microeditoria del Fumetto, prossimamente in quel di Orzinuovi il prossimo 20 novembre. Ma su tutto sempre la parole scritte, in Microeditoria contano ancora molto: “educazione, storia, favole, giochi, sogni, donne, uomini, fughe, ritorni, stupore, bellezza…. “. Tante, troppe forse, proviamo a racchiuderle in un racconto, magari di sette parole: “grazie per essere stati ancora con noi”.
Vent'anni di Microeditoria in tre giorni
Libri come ponti è il motto che abbiamo scelto per questa ventesima edizione e speriamo che questi tre giorni riescano a dare il segno di quanto promesso. Uno sforzo organizzativo notevole che mi riporta alle prime edizioni e alla lungimiranza di chi all’epoca ci aiutò a far partire.
Erano state le parole di Daniela Mena, ma venerdì sera, durante l'inaugurazione, a parlare per primo era stato il sindaco Massimo Vizzardi.
Chiari riconosce nella Microeditoria un primato nella diffusione della cultura del libro e dell’editoria che pochi hanno la fortuna di avere. Questo anche grazie ad un vero e proprio Sistema che siamo riusciti a perfezionare nel corso degli anni, mettendo in rete le potenzialità della nostra Biblioteca cittadina, quelle dell’associazionismo diffuso fatto di tanta gente appassionata della lettura e dalle iniziative culturali promosse dalla città. Un incrocio non casuale tra impegno civico e culturale che grazie alla passione dell’Associazione l’impronta rende la nostra città ancora più attrattiva”.
Così il sindaco di Chiari, Massimo Vizzardi, in occasione dell’inaugurazione della ventesima edizione della Microeditoria, promossa da dall’Associazione culturale L’Impronta in collaborazione con il Comune di Chiari, Fondazione Cogeme, con il patrocinio della Provincia di Brescia e della Consigliera regionale di Parità, sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura. Un sistema che in realtà non si riferisce solo al territorio clarense ma si staglia su tutto il panorama provinciale, regionale e nazionale. Numerose le collaborazioni prestigiose tra cui quelle del Cepell, Associazione Rinascimento culturale, Libera Brescia, Associazione Brescia si legge, Sottovuoto, Piccolo Parallelo, Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese, Scuole e non in ultimo quella di ADEI, Associazione degli Editori Indipendenti il quale, in un comunicato del presidente Marco Zapparoli fatto pervenire agli organizzatori in occasione dell’inaugurazione, conferma come, “nonostante L'Italia sia un Paese in perenne carenza di lettori, la grande vivacità e la grande varietà dell’offerta editoriale è unica in Europa. E per la Microeditoria del nostro Paese, Chiari è da venti anni un punto di riferimento, soprattutto rappresenta un momento di visibilità per Case editrici che difficilmente i lettori incontrano nei propri tragitti. Provo grande ammirazione per tutto quanto Chiari ha fatto in questi anni per promuovere il libro e la lettura. Anche Adei collabora con Chiari proprio sul terreno della promozione della lettura, con alcune iniziative legate a LetturaDay”.
Un aspetto del programma che la stessa Daniela Mena ha introdotto nella sua relazione di inizio attività, preceduta da altri ospiti intervenuti per l’occasione: da Chiara Facchetti, assessore cultura Comune di Chiari, gli ex presidenti dell’Associazione L’Impronta Sandro Gozzini, Mino Facchetti e Gianni Rocco, Michele Scalvenzi segretario di Fondazione Cogeme, Marina Menni referente della Rete Bibliotecaria Bresciana, Stefano Rinaldi, direttore della Rete Bibliotecaria Bergamasca, Paolo Festa, presidente Associazione L’Impronta, e infine, ma non certo per ultimo, da Angelo Mena, ideatore Microeditoria che affianca la figlia Daniela nell’impresa.
Già il mattino, venerdì, la Microeditoria aveva preso piede in quel di Chiari con la sfida a quiz tra gli studenti del CFP Zanardelli, dell’Istituto Salesiano San Bernardino, dell’IIS Einaudi di Chiari, del IIS A. Lunardi di Brescia chiamati a rispondere alle domande legate al libro Play di Laura Orsolini (La memoria del mondo editore) e al classico L’amico ritrovato sulle orme della trasmissione “per un pugno di libri”. Un ruolo importante quello delle scuole a testimonianza di quel lavoro di tessitura che nel corso degli anni si è andati a creare grazie alla collaborazione di numerose realtà. Un concetto questo ricreato durante tutti gli interventi dell’inaugurazione e che poi si è ulteriormente sviluppato nel corso dei due incontri previsti in apertura di questa ventesima edizione. Tante infatti erano le persone, associazioni e cittadini che hanno seguito dapprima Piero Dorfles nel tendone di Villa Mazzotti Biancinelli e il suo “Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita” (Bompiani): “quando sento qualcuno che dice di non leggere perché non ha tempo, perché è difficile orientarsi tra i troppi libri che escono, e che comunque costano troppo, so per certo di avere davanti una persona che non sa leggere. Non intendo dire che si tratta di un analfabeta, perché per fortuna l’analfabetismo primario è quasi del tutto sconfitto, in Italia. E nemmeno che si tratta di un analfabeta funzionale, e cioè persona che sa leggere e scrivere ma non è in grado di capire frasi complesse. Intendo dire che non è in grado di affrontare la lettura di un libro, di un testo lungo, di un’opera
intera e complessa, anche di centinaia di pagine.”
Parola inflessibili e oltremodo lucide quella di Dorfles che mettono in qualche modo a disagio lo spettatore, colpito nella più intima consapevolezza, così come quelle di Nicola Gratteri, ospite in chiusura del venerdì sera presentando, intervistato da Alex Corlazzoli, il volume “Complici e colpevoli. Come il Nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta” (Mondadori) e mettendo a confronto alcuni riscontri fattuali, molto spesso nascosti dalla coscienza collettiva del nostro paese con particolare riferimento alle regioni del Nord: “L’obiettivo delle mafie non è arricchirsi ma giustificare la ricchezza. Loro sono già ricchi. L’élite delle mafie, il 2/3% dei capimafia, ha stanze piene di soldi ma ha un problema: portarli alla luce del sole. Le mafie sono presenti dove c’è da gestire denaro e potere, quindi saranno presenti anche nella realizzazione delle grandi opere che sono già incantiere a livello progettuale “. E sempre Gratteri ha aperto la seconda giornata della Microeditoria, in un evento riservato agli studenti dell’ISS Einaudi di Chiari parlando di Falcone e Borsellino raccontati come “antieroi” nel volume scritto a quattro mani con Antonio Nicaso “Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie (Mondadori). Un monito civico che non è passato certo inosservato e che ha dato a questa edizione un forte senso rispetto ai “libri come ponti” slogan identitario della manifestazione. E a proposito di moniti “Dubito, ergo sum. Brevi lezioni per vivere con filosofia” di Mauro Bonazzi, filosofo, docente all’Università di Utrecht, ha rappresentato di certo un momento importane del sabato mattina, insieme ad Alberto Albertini di Rinascimento Culturale: “La filosofia non offre facili soluzioni”- ha sottolineato Bonazzi nel suo intervento- “ma solleva domande, svelando prospettive inattese sulla realtà che ci circonda in tutta la sua ricchezza”.
Messaggio quasi identitario così come l’impegno dell’assessorato del Comune di Chiari che “ha promosso in questa tre giorni un tour de force di intrattenimento culturale per bambini e famiglie, tramite mostre, visite guidate, laboratori il tutto all’insegna del libro e della lettura” come confermato dall’assessore Facchetti, figura sempre presente all’interno della rassegna e che segue da vicino il collega omologo in Regione Stefano Bruno Galli, assessore regionale alla Cultura e alle Qutonomie durante la presentazione de “Il manifesto dell’autonomia” (Biblion edizioni) in dialogo con il presidente e Direttore del Vittoriale degli Italiani, Giordano Bruno Guerri: “L’auspicio è che il dibattito sull’autonomia abbandoni le strumentalizzazioni ideologiche e rientri nei binari della competenza e del buonsenso. Troppo spesso si sente parlare di questo argomento a sproposito e senza cognizione di causa. Con questo mio manifesto l’obiettivo è quello di ridare a tale sfida una dimensione concreta quanto raggiungibile, con l’impegno di tutti, nessuno escluso”. Lo stesso spirito concreto ha poi caratterizzato il bel dibattito svoltosi nel pomeriggio e con protagonisti, oltre che Galli e ancora Bruno Guerri anche l’On Marina Berlinghieri (sostenitrice della Microeditoria soprattutto nell’anno di Chiari prima capitale italiana del Libro) e Angelo Piero Cappello, direttore del centro per il Libro e la lettera (MIC) dal titolo “Promuovere lettura, promuovere cultura: politiche e strategie locali e nazionali per la crescita culturale del paese”. Con Angelo Piero Cappello e il Cepell la Microeditoria ha instradato una collaborazione proficua non solo dal punto di vista istituzionale. Lo stesso Cappello è un autore di livello nazionale e nel corso di quest’ultimo anno ha pubblicato il volume “Fasciste. Donne in marcia su Roma (1919- 1922) (ianieri edizioni) presentato nella sala Mille miglia scoprendo per il pubblico una storia spesso taciuta, quella delle donne che in qualche modo ebbero un ruolo nella nascita del ventennio fascista. Dati, storie, aneddoti che non ha lasciato indifferente il pubblico anche perché di donne protagoniste in questa edizione ce ne sono e di loro se ne parla in maniera diffusa.
Giuliana Sgrena ad esempio, con il suo ultimo libro Donne ingannate intervistata da Nicoletta Del Vecchio, Radio Bruno, parte dalla riflessione sul tema del velo, tra scelta e imposizione, ha affrontato uno dei nodi cruciali del contemporaneo: il rapporto tra libertà e religione, attraverso la voce delle donne che ha incontrato durante i suoi reportage in Medio Oriente. Il tema religioso è stato al centro anche di altri incontri con gli autori, a partire dal già citato Giordano Bruno Guerri che, quasi in contemporanea alla Sgrena, torna in coppia con l’Assessore Galli per parlare del suo ultimo libro “Eretico o santo. Ernesto Bonaiuti, il prete scomunicato che ispira papa Francesco” facendo luce su una figura emblematica, sempre screditata, “ma che ha anticipato di un secolo il modernista papa Francesco, preannunciandolo: Ernesto Buonaiuti” ribadisce lo stesso Guerri. Il bello della Microeditoria sta anche nello scoprire connessioni seppur nelle lontananze di genere e stili: succede nei libri ma anche negli incontri. Capita allora che tra Omari Pedrini, lo zio del rock bresciano (ma non solo) e Massimo Cotto deejay di Virgin Radio scatti la scintilla sullo sfondo di una città di provincia, e un mistero che fa paura, per l’uno ( Gallucci editore) e un viaggio rock gastronomico (La Locanda dello Zio Rock, Senza Vento edizioni) attraverso i territori, le località, le cantine, i luoghi amati d’Italia “terra vocata al vino […] e alla buona cucina, grazie alle tantissime, quasi infinite biodiversità di cui è tanto ricco ‘il bel paese’ con le sue tante eccellenze e giacimenti
enogastronomici, frutti di una terra senz’altro baciata dal buon Dio”, dice Pedrini, mentre Cotto rincara la dose, ma questa volta l’endorsement è solo per la Microeditoria “è l’unica rassegna di cui mi hanno parlato bene, ed ora che ci sono, non posso che confermare!”.
Per smaltire i bagordi su e giù per l’Italia un po’ di sport non fa male. Per questo ci ha pensato il giornalista sportivo Marco Cattaneo (Champions League di Amazon Prime Video, Dazn, …) con il suo Gioca la tua partita insieme a Roberto Goffi, vice presidente Fidal Lombardia e Fiduciario CONI Brescia (Gallucci editore) che hanno intrattenuto famiglie e bambini, target privilegiato della Micro e Fuori Microeditoria, altro “brand” consolidato grazie alle numerose attività promosse dall’Amministrazione Comunale di Chiari. Nel tardo pomeriggio di sabato 12 novembre, la Microeditoria ha celebrato i suoi vent’anni con Fondazione Cogeme, partner ormai storico della kermesse, alla presenza del presidente Gabriele Archetti (membro del comitato scientifico), Giacomo Fogliata, presidente di Cogeme spa, in dialogo con Paolo Festa e Daniela Mena dell’Associazione l’Impronta: “a volte il caso fa degli scherzi bellissimi perché ritrovarsi dopo vent’anni a festeggiare insieme un anniversario non era nei programmi di nessuno. Il fatto di aver intessuto in questi anni un lavoro sinergico tra realtà diverse, ma per certi versi complementari, ha creato un occasione non solo per fare bilanci ma soprattutto per progettare il prossimo futuro, ancora insieme” Così il Presidente Archetti, provocato da Claudio Baroni, giornalista e neo Presidente della Fondazione Morcelli Repossi che ha moderato l’incontro, portando anche i saluti di Massimo Bray, impossibilitato a partecipare per un impegno imprevisto. Imprevedibile è anche Francesco Permunian, scrittore e poeta di Cavarzere, vincitore del Premio Volponi nel 2013, finalista del Premio Bergamo l’anno successivo e poi ancora vincitore del Premio Dessì nel 2019 per il suo romanzo Sillabario dell'amor crudele. Nella sala del conte, ha presentato Elogio dell’aberrazione e altre piccole infamie (ponte alle grazie), grottesche avventure, satira esplicita e asperrima ironia contraddistinguono questo nuovo romanzo, come da sua poliedrica vocazione.
Il sabato della Microeditoria è anche giorno di concorsi in particolar modo “Microeditoria di qualità” e la novità del concorso “Sette parole per un racconto” il quale, a detta degli organizzatori, “ha registrato una partecipazione superiore a ogni aspettativa: in soli sette giorni sono pervenuti ben 385 racconti, diversi anche dall’estero”.
fotografia di Marco Foglia
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