Melanoma: meno tempo d’attesa grazie a Fondazione Zani
Una donazione ad Asst del Garda ha permesso di attivare un ambulatorio a supporto il sabato mattina nel nosocomio manerbiese
Melanoma: meno tempo d’attesa grazie a Fondazione Zani
La Fondazione Carolina Zani Melanoma Foundation Ets sta portando grandi risultati anche nella Bassa Bresciana che vanno a unirsi a quelli già riscontrati con il progetto RiGuardati. Il recente intervento della realtà benefica ha finanziato un progetto pilota in Asst del Garda che sta dando un contributo tangibile nell’intervento tempestivo in caso di identificazione e riscontro di lesioni sospette. A confermarlo è stata la Direttrice Generale di Asst del Garda, dottoressa Roberta Chiesa, che nei giorni scorsi in conferenza stampa presso il polo oncologico dell’ospedale di Manerbio ha voluto esprimere il proprio grazie.
"Questa giornata è per ringraziare la fondazione Carolina Zani, innanzitutto perché da anni grazie al loro progetto “RiGuardati” consente di effettuare uno screening in persone a rischio di possibili melanomi. Un ulteriore grazie va alla Fondazione perché da giugno è stato avviato un progetto pilota per la seconda fase: ossia la riduzione del tempo di attesa per ottenere il risultato della biopsia e arrivare tempestivamente alla diagnosi dopo l’individuazione di una lesione sospetta. Le liste d’attesa per diversi motivi sono molto piene e, grazie alla donazione di 10mila euro da parte della Fondazione, abbiamo potuto sostenere l’apertura di un ambulatorio aggiuntivo, il sabato mattina, dedicato al riscontro di lesioni sospette che vengono poi biopsiate. In caso di necessità si procede alla presa in carico del paziente o della paziente dal punto di vista chirurgico da parte della struttura ospedaliera, in tempi celeri. L’ambulatorio è aperto a tutti i pazienti con diagnosi sospetta e non solo provenienti dal progetto in sé, i numeri sono elevati e consistenti. Il reso conto sarà fatto a dicembre così da capire come procedere nel 2025".
La fondazione e i progetti
La parola è poi passata a Stefania Lanni, direttrice della Fondazione, al suo fianco Patrizia Ondelli fondatrice della stessa fondazione, nonché mamma di Carolina: una ragazza dinamica e determinata, classe 1990, appassionata e fervente sostenitrice delle associazioni per la tutela dell’ambiente e degli animali. La sua vita fu interrotta dal melanoma a soli 27
anni. Da questa tragedia, la mamma Patrizia appunto, ha fondato la realtà benefica con l’obiettivo di fare tutto il possibile affinché casi come il suo non si ripetano. "La presidente Ondelli ha trasformato il dolore in una speranza operando a 360 gradi, partendo da attività di prevenzione primaria e secondaria al miglioramento della cura e dell’assistenza delle strutture sanitarie, dal supporto al paziente, famigliari e care giver al finanziamento della ricerca – ha spiegato la direttrice Lanni – Da 2021 portiamo avanti questa campagna di visite gratuite presso Asst Garda (ospedali Manerbio e Desenzano), in Poliambulanza e a Barbarano di Salò. Siamo una goccia in mezzo al mare, non possiamo sostituirci al servizio sanitario, ma un piccolo aiuto alla popolazione lo diamo con 1200 visite l’anno. Siamo presenti su social, partecipiamo ad eventi e dal 2022 entriamo nelle scuole primarie con laboratori didattici fatti da professionisti per cui i bambini riescono a comprendere i rischi di una non corretta esposizione ai raggi solari, la prevenzione, l’importanza del controllo periodico e di altre dinamiche, nozioni che, auspichiamo, possano essere trasferite in famiglia, oltre al far poi divenire loro adulti responsabili. Ogni anno a maggio, nel mese internazionale dedicato al melanoma e ai tumori della pelle, c’è la nostra storica corsa. Nel 2023 in collaborazione con gli Spedali Civili di Brescia è stato inaugurato un nuovo reparto dermatologia dedicato a Carolina Zani. Infine la fondazione ha istituito anche due bandi di ricerca uno da Humanitas e uno in Polonia apertura alle istituzioni, alla comunità tutta, perché solo unendo le forze si può far fronte a questa neoplasia e che ci ha poi condotto anche all’Asst del Garda".
Le tempistiche e le soluzioni
Il dottor Roberto Farfaglia ha approfondito l’aspetto medico e di cura del melanoma, soprattutto identificando la diagnosi precoce come elemento chiave. "Il melanoma ha in genere un’ottima curabilità in una fase precoce mentre è
terribile quando è in fase avanzata. Il progetto di screening sulla popolazione ci ha portati a riflettere: come poter ridurre il tempo d’attesa dallo screening alla risposta vera e propria. Abbiamo così fatto indagini e appreso che con una impegnativa con priorità moderata i pazienti potevano arrivare a 11-12 mesi di attesa e questo è inaccettabile. Dalla segnalazione della lesione sospetta infatti si dovrebbe avere un feedback entro un mese, ed entro 2 settimane avere una risposta istologica. La fondazione ci ha dato sostegno e ci ha permesso di attivare l’ambulatorio del sabato mattina, operativo da giugno. In questi mesi abbiamo asportato nevi sospetti a ben 133 pazienti, di cui 5 melanomi. Il tutto con un intervallo chirurgico di 30 giorni sia per i pazienti arrivati dal progetto Riguardati che per i pazienti in lista d’attesa".