Medaglia d'onore alla memoria del deportato rovatese
I famigliari di Agostino Venturi hanno ricevuto dal prefetto di Brescia il riconoscimento postumo per il loro caro.

Prima fu catturato dalle truppe tedesche dopo l’armistizio e deportato nei campi di lavoro in Polonia, poi venne fatto prigioniero dall’esercito russo e internato in un lager in Bielorussia. Il lodettese Agostino Venturi era un ragazzo di appena vent’anni quando la guerra l’ha strappato alla sua vita di sempre, lasciando un segno indelebile nel suo cuore. E lunedì, in occasione della Giornata della memoria, il prefetto di Brescia Attilio Visconti ha consegnato ai suoi famigliari la medaglia d’onore conferita dal Presidente della Repubblica ai deportati bresciani nei lager nazisti.
Medaglia d'onore alla memoria
Il riconoscimento è arrivato otto anni dopo la morte dell’anziano, avvenuta nel 2012. Fondamentale il ruolo della nipote Flavia Morandini, che dopo la scomparsa del nonno ha effettuato un’accurata ricerca per ricostruire con precisione l’esperienza della prigionia (di cui lui parlava raramente e con le lacrime agli occhi), contattando il Ministero della Difesa, l’archivio di Stato italiano, diverse associazioni (Anei, Aned, Anrp), il Bundesarchiv e l’Arolsen Archives. L'approfondimento, con la testimonianza della giovane ricercatrice e archeologa di Lodetto, su Chiari week, in edicola dal 31 gennaio.