MASSACRO DI GHEDI - Hanno provato a svegliare dal coma Francesco. Si consolidano le speranze

MASSACRO DI GHEDI - Hanno provato a svegliare dal coma Francesco. Si consolidano le speranze
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Crescono e si consolidano le speranze di una corretta sopravvivenza di Francesco Scalvini, l’elettricista 37enne massacrato e ridotto in coma da una banda di tre rapinatori, la sera dell’ultimo lunedì di gennaio. I medici della Poliambulanza hanno provato a risvegliarlo dal coma, ma Francesco era troppo agitato. Riproveranno nei prossimi giorni. Le sue condizioni rimangono stabili con timidi segnali di ripresa che fanno appunto ben sperare familiari, amici e tutti i cittadini che da dieci giorni fanno il tifo per lui con incoraggiamenti e preghiere. 

Gli inquirenti in queste ore stanno cercando di fare luce su quanto accaduto la scorsa settimana. L'attività investigativa e coordinata dal sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia. Secondo le ricostruzioni erano da poco passate le 19.30 di quel maledetto lunedì, quando i tre malviventi, dopo aver setacciato il deposito dell'azienda familiare sito di fianco alla casa della famiglia Scalvini, si sono introdotti all'interno dell'appartemento. A sorpenderli il papà 71enne di Francesco, Ignazio e lo zio 66enne Giancarlo. I due hanno poi chiamato in aiuto Francesco che si è trovato faccia a faccia con i malviventi. A prestare i primi soccorsi, dopo l'aggressione del 37enne, la moglie Cristina Tocchella

Sempre quel terribile lunedì sera, nella vicina Manerbio, si è verificata una rapina molto simile a quella di Ghedi, messa a segno da una banda di topi d’appartamento provenienti dall’Est. Potrebbe essere un caso, ma con buona probabilità le due azioni criminose sono state commesse dalla stessa gang che potrebbe essersi divisa in due o più batterie per complicare il lavoro alle Forze dell’ordine.


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